Adyashanti: L’illuminazione.

Terra x Blog + Nero 2015

Il tabù dell’illuminazione.

«L’illuminazione è il risveglio dal sogno di essere un io separato dalla realtà universale. Non è un’esperienza o una percezione che accade a una persona per effetto di una pratica spirituale o di una consapevolezza coltivata. Non va e viene, né devi fare alcunché per mantenerla.

Non riguarda l’essere centrati, estatici, sereni o qualsiasi altra esperienza. In realtà, l’illuminazione è una non-esperienza permanente che non accade a nessuno. Il singolo individuo viene visto attraverso la realtà suprema e universale, e allora comprendi che esiste solo essa, e che tu sei quella.

La cosa divertente è che sei, e sei sempre stato, ciò che stai cercando. Tutti sono già la natura suprema, la natura del Buddha o la consapevolezza di Cristo, ma la maggior parte di noi non lo sa.

Non è affatto vero che non ci si arrabbia mai. L’illuminazione usa tutte le emozioni disponibili. Altrimenti, dovremmo criticare Gesù per essersi adirato nel tempio e aver preso a calci i tavoli. L’idea che l’illuminazione consista nello stare seduti con un sorriso beato è solo un’illusione.

A livello umano, l’illuminazione vuol dire che non sei più diviso dentro di te, e che non sperimenti più divisioni tra te stesso e gli altri. Senza divisioni interiori, la maggior parte delle forme usuali di reattività non fanno più parte di te. La maggior parte degli esseri umani passa la vita in una lotta tra opposte forze interiori: cosa pensa che dovrebbe fare e cosa fa davvero; cosa pensa di sé e cosa è realmente; cosa ritiene bello e giusto, e cosa brutto e sbagliato. L’io separato è solo l’insieme di queste forze contrastanti. Quando l’io sparisce, anche la divisione interiore si dissolve.

Ebbene, non posso dire di non fare mai errori, perché in questo mondo umano illuminarsi non vuol dire diventare esperti di tutto. Quello che accade davvero, tuttavia, è che le motivazioni personali spariscono. Solo quando accade l’illuminazione, comprendiamo che praticamente tutto ciò che abbiamo fatto (alzarci dal letto, andare al lavoro, avere una relazione per il nostro piacere ecc.) era dominato dall’interesse personale. In assenza di un io separato, non esiste motivazione personale a fare alcunché. È la vita a muoverci.

Quando non sono più le motivazione personali a guidarci, ciò che resta è la nostra natura autentica, che spontaneamente si esprime nella dimensione umana come amore o compassione. Non una compassione che pratichiamo o coltiviamo perché dobbiamo seguire una regola, ma una compassione che sorge spontaneamente dal nostro stato indiviso. Se ci impegniamo ad assumere l’identità di una persona buona e compassionevole, questo si trasforma in un ostacolo al risveglio.»

Tratto da un’intervista di Stephan Bodian ad Adyashanti.

Il brano è parte di un articolo originalmente pubblicato su Tricycle magazine. Traduzione di Gagan Daniele Pietrini. Copyright per l’edizione Italiana: Innernet

Fonte del Post: http://www.innernet.it/il-tabu-dellilluminazione-intervista-con-adyashanti/


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