Adyashanti: Sto sognando?

Terra x Blog + Nero 2015

Sto sognando?

Molti anni fa, quando stavo con il mio insegnante e stavo facendo un ritiro, stavo dormendo… Mi svegliai e la stanza era nell’oscurità, così andai a tentoni a cercare l’interruttore della luce. “Dov’è l’interruttore, dov’è l’interruttore?” E poi accadde una cosa strana: mentre stavo muovendomi urtando nelle cose cercando l’interruttore, guardai fuori dalla finestra e notai che il sole aveva giusto cominciato a venire su, e quindi non avevo davvero bisogno dell’interruttore della luce. E vidi una mattina misteriosa con un po’ di foschia e il sole che stava a malapena alzandosi all’orizzonte, e pensai che comunque avrei acceso la luce. Così accesi la luce e non appena la luce si accese mi resi conto che stavo ancora sognando. In realtà non mi ero alzato, non avevo guardato fuori dalla finestra, non avevo fatto nulla, ero semplicemente ancora sdraiato a letto, sognando.

Naturalmente, quando ti rendi conto che stai sognando la prima assunzione che fai è che non stai più sognando. Così pensai: “visto che mi sono svegliato da questo strano sogno tanto vale che mi alzi e accenda la luce”. Mi alzo, stesso scenario: è molto buio, poi noto che non è così buio come pensavo, però tanto vale che accenda la luce. La luce si accende e mi rendo conto… che sto ancora dormendo! Ma poiché mi ero reso conto di essere addormentato avevo concluso che dovevo essere sveglio. E accadde di nuovo la stessa scena 8 o 9 volte.

Dopo la settima volta comincio a essere un po’ preoccupato, perché cominciai a pensare che avrei potuto rimanere intrappolato in quel sogno per sempre. Così cominciai a fare cose che anche voi fareste quando vi risvegliate da un incubo e non siete ancora sicuri se siete veramente svegli. Cominciai a pizzicarmi la faccia, qualcosa di reale, a sentire il letto, a battere il muro. E allora mi dissi “O.K., O.K. adesso sono sveglio”. Allora mi alzo accendo la luce e merda! Non sono sveglio. Così ho continuato a pizzicare la mia faccia, martellare il muro, a toccare il letto, ogni sorta di cose che potesse provarmi che ero sveglio. Poi accendo di nuovo la luce e mi rendo conto… che sto ancora sognando.

Alla fine, ripetendo le stesse cose per essere sicuro di essere sveglio, mi resi conto all’improvviso che non stavo più sognando. Mi dissi “non sto più sognando, penso di essere sveglio”. Ma naturalmente non mi fidavo, perché era già successo tante volte, l’unica cosa diversa è che quando ho acceso la luce non ho avuto, come prima, la realizzazione di stare sognando. Poi mi resi conto che solo perché la luce si era accesa non significava necessariamente che fossi sveglio!. Così cercai delle prove che fossi sveglio e mi resi conto che non c’erano prove possibili, non c’era nulla che potesse veramente provare che fossi sveglio. Potevo continuare a colpire il muro, avrei potuto anche buttar giù la casa, ma ancora non sarebbe stata una prova che non ero addormentato.

Fu uno stato molto strano in cui svegliarsi o non svegliarsi. Per quello che so, potrei ancora essere lì in quel ritiro e vent’anni non sono ancora passati e ancora non mi sono risvegliato dal sogno.

Così mi alzai alle 4:30 del mattino, che era l’orario del ritiro, e mi avviai verso la sala di meditazione a mezza collina, con l’aria un po’ nebbiosa e fresca e non riuscivo a trovare un modo di scoprire se ero veramente sveglio. E cominciai a pensare “che cos’è che prova ciò che è reale?” Perché prima, per ben 8 volte, ero assolutamente sicuro di essere sveglio e tutti gli indicatori che avevo usato si erano rivelati fallaci.

E mentre continuavo a camminare verso la sala di meditazione pensavo “non solo potrei ancora star sognando ma sono assolutamente sicuro che è così, forse sto camminando nel sonno, ma di sicuro sto sognando. Non posso spiegarlo, ma avevo questa sensazione molto chiara. Poi mentre mi sedevo pensai “adesso sto sognando di stare meditando, e che tutte queste persone sono qua con me”.

Quando andai a vedere l’insegnante gli raccontai questa storia accaduta al mattino e lui mi disse una cosa molto strana. Prima assentì e assentì e assentì, ascoltando silenzioso, poi, dopo che avevo finito, mi fece il segno che il colloquio era finito. Così feci il mio inchino di prammatica, mi alzai, andai verso la porta e mentre la stavo aprendo lui mi chiamò per nome. Mi girai e lui disse: “Hai paura?” e io risposi “in realtà per niente”. Poi disse :”Hai paura della morte?” e io risposi “Non più” e non me ne ero nemmeno reso conto fino a che lui non me lo fece notare. In qualche modo sapeva che tutta la paura era scomparsa dal mio sistema, paura della morte, paura della vita, qualunque paura.

Come questo sia accaduto attraverso quella successione di sogni ancor oggi non posso spiegarlo e come lui conoscesse la domanda giusta nemmeno. Ma so che non c’è nessuna spiegazione per una buona domanda, perché la domanda buona si chiede da sola, non importa da chi viene. Avevo pensato che quello che era reale fosse il muro che potevo battere, il cuscino che potevo toccare, l’interruttore della luce che potevo accendere e il sentiero verso la sala di meditazione su cui potevo camminare etc. Questo, avevo pensato prima, forma la base della realtà: se posso bussarci su e sentirlo e vederlo questo è reale. E all’improvviso sono stato rivoltato da dentro a fuori e da sotto a sopra e senza nemmeno saperlo c’era stata una rivalutazione di quello che è realmente reale.

Mi resi conto che a sembrare reali sia nel sogno sia nel cosiddetto stato di veglia sono le stesse cose e l’esterno non ha nessuna capacità di provarmi che cosa sia reale, che io stia sognando o sia nel cosiddetto stato di veglia. Realizzai che quello che avevo usato prima come conferma non era per niente una conferma valida.

Quello che è definitivamente reale è quello che è comune, che tu stia dormendo o che tu sia nello stato di veglia, quello ordinario. C’è qualcosa di comune ad entrambi, che non cerca nessuna conferma né da muri né da interruttori o da corpi o cuscini o dalla mente o da quello che accade. In realtà ci inganniamo cercando la realtà dove non è. Potrei dire di più ma talvolta dire di più è già dire troppo….

Dalla registrazione del Ritiro di Mount Madonna del 2009 con Adyashanti, disco 11.

Fonte del Post: http://laclassedelrisveglio.blogspot.it/2016/01/sto-sognando-adyashanti.html


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