Ansia…

Terra x Blog + Nero 2015

L’ ansia e la mente catastrofica.

La società attuale stima particolarmente la mente, spesso a esclusione degli altri aspetti dell’essere: spirituali, emozionali e fisici. Quando però la mente non è in equilibrio con il resto del nostro essere, il risultato è la paura. Invece di rivolgersi all’interno, per attingere alle risorse dello spirito, delle emozioni e del corpo, la mente cerca convalide esterne, nelle cose o nelle persone, per ricavarne stabilità e sostegno. Ma qualsiasi cosa troviamo al di fuori di noi, ci darà un senso di sicurezza solo temporaneo, che può esserci tolto in qualsiasi momento. Il risultato del cercare sostegno fuori di noi è una mente ansiosa.

La mente deve ritrovare l’equilibrio con tutti gli altri aspetti del sé, soprattutto quando tende a creare uno scenario esagerato di pericoli e di paure. È la cosiddetta “mente catastrofica”. Chiamata anche mente negativa o mente che pensa sempre al peggio; la mente catastrofica è alla continua ricerca di tutto ciò che va male. Alimenta il giudizio, il paragone, la paura e la mancanza. Vive nel passato e nel futuro, ma mai nel momento presente.

Potete iniziare a riconoscere la natura della vostra mente, mediante un semplice gioco.
Per farlo, prendetevi una giornata e dedicatela ad ascoltare la mente negativa e catastrofica. Notate tutte le volte in cui giudicate voi stessi e gli altri. Scoprite i tanti modi in cui vi sentite maltrattati dal mondo, i tanti modi in cui vi giudicate non all’altezza. Permettete alla mente negativa di parlarvi. Quali sono i campi in cui vi giudicate? Come vi trattate quando fate uno sbaglio? La vostra mente vive nel passato, nel presente o nel futuro? In che situazioni non avete fiducia in voi stessi o vi sentite inadeguati?

La mente è bloccata nella convinzione che tutto ciò sia vero, ma in realtà sta solo guardando attraverso le lenti di accordi errati. Una mente catastrofica, una mente imprigionata nei vecchi accordi, non vede la realtà. Il risultato è una mente confusa e distorta, che percepisce ogni sorta di non realtà prendendola per vera.

Il primo elemento del cambiamento è dunque la chiara visione o chiara percezione. Abbiamo alimentato per tanto tempo pensieri negativi che, forse, la mente è una delle parti più difficili da cambiare. Con la pazienza, la pratica e un cambiamento cosciente di atteggiamento è possibile passare da una mente piena di paure a una mente chiara.

Un corretto utilizzo delle parole è una valida strategia per disinnescare la pericolosità della mente catastrofica. Come quasi tutti, probabilmente anche voi avete la tendenza a usare frasi fatte e a dare un giudizio dopo l’altro. Poi c’è la preoccupazione per i giudizi degli altri e il continuo fare confronti. “Questi pantaloni non mi stanno bene, ho le coscie troppo grosse, se avessi la forza di smettere di mangiare zuccheri le mie cosce e i miei glutei non sarebbero così grossi, se riuscissi a fare come X avrei un corpo bello come il suo, il suo è così affascinante e il mio così brutto che non attiro nessuno, quindi perché dovrei comprare dei pantaloni nuovi, sono brutta e nessuno mi ama, sono sola e nessuno mi apprezza per quello che sono, perché vivo in una società che giudica negativamente le donne che superano la taglia 40 e io non sono mai stata una taglia 40, ma forse sarebbe meglio mettermi a dieta così non avrei le cosce così grosse e non sarei così infelice…”.

Quando vi scoprite a giudicarvi o a paragonarvi agli altri, mettete un punto, appena potete. “Questi pantaloni non mi stanno”. Punto. Poi pensate a una nuova frase che esprima un nuovo pensiero: “Le mie cosce sono quelle di una donna matura, non di una ragazzina”. Oppure: “Seguirò un programma per rimettermi in forma”. Osservate l’effetto che il vostro giudizio ha prodotto su di voi. “Mi sono giudicata perché quei pantaloni non mi entravano e ho finito con l’odiare me stessa”. Immaginate di essere un genitore amorevole, che incoraggia il figlio a fare un altro passo e spostate il focus dal giudizio all’accettazione e all’amore.

Tratto da: Heather Ash, ” I quattro elementi del cambiamento “.

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