In bilico tra due mondi.

Terra x Blog + Nero 2015

In bilico tra due mondi.

L’essere umano, in questa epoca, cammina in bilico fra due mondi, ma non se ne rende conto. Le nuove frontiere della fisica azzardano teorie che sembrano provenire da sceneggiature fantascientifiche, eppure l’uomo e la donna comuni proseguono la loro vita come se esistesse solo ciò che possono vedere e toccare con mano. In totale controtendenza, moltissime persone fanno quotidiana esperienza di sfere di coscienza alternative (ed estranee) ai sensi fisici, talvolta non facendoci caso e, altre volte, ignorandole per timore.

Nei secoli passati non era così, come non lo è ancora oggi per alcune micro-culture, tutt’ora collegate alle loro antiche tradizioni.

L’uomo vive costantemente in bilico fra due mondi. La sua corporeità e la sperimentazione dei sensi fisici lo ancorano concretamente alla materia densa e, contemporaneamente, egli vive in ogni istante nello spazio della mente e delle emozioni (entrambi rarefatti e immateriali).

Pensiero ed emozioni sono così antitetici alla densità della materia fisica, da condurre spesso la natura umana ad astrarsi dalla realtà concreta attraverso il sogno ad occhi aperti, o percorrendo immaginari sentieri di speranze e paure. Se l’uomo dovesse vivere dei suoi soli sensi fisici, probabilmente impazzirebbe; proprio dalla sfera immateriale, connessa alla coscienza, noi traiamo la maggior parte degli stimoli connessi alla vita. Il solo desiderio, che muove gran parte delle umane energie, affonda le sue radici nell’impalpabile. Possiamo desiderare, perché siamo in grado di immaginare; e l’immaginazione è una funzione astratta, sottile, immateriale. Essa crea il profilo di ciò che potrebbe essere, ma ancora non è. Sebbene nasca spesso da quello che possiamo osservare coi sensi fisici, è in realtà una proiezione di ciò che non esiste, creata dalla mente e nutrita dall’energia emozionale (entrambe estranee alla densità della materia).

L’uomo moderno, come quello antico, è costantemente in contatto con una realtà immateriale. Gli antichi, però, ne riconoscevano la presenza ovunque: in se stessi e nella natura che li circondava. Attraverso scienze specifiche ricercavano una maggiore consapevolezza delle sfere immateriali e osservavano quanto di non materiale esisteva in loro.

Una frase come questa: “Il Regno dei Cieli è dentro di voi”, attribuita nei Vangeli a Gesù, non era interpretata come un simbolo, ma identificata in una realtà concreta che poteva essere sperimentata direttamente.

Il misticismo e lo sciamanesimo, tanto diffusi nel passato della storia umana, originavano dalla convinzione che l’uomo è prevalentemente un “essere spirituale”, che la natura che ci circonda è principalmente spirituale e che acquisire la consapevolezza oggettiva del “sovrasensibile” (ciò che non è percepibile ai sensi fisici), è una condizione indispensabile per la comprensione della realtà (e per il conseguimento di un concreto equilibrio nel rapporto con le forze universali da cui derivano le Leggi che regolano l’esistenza).

Secondo questa visione l’essere umano non può trovare completezza – e quindi felicità -, se non diventa consapevole di tutta la realtà (che lo circonda e di cui è composto) e non solo di quella percepibile attraverso i cinque sensi conosciuti.

Mistici e sciamani non erano quindi strani personaggi dediti a incomprensibili ed oscure pratiche, ma persone che “sentivano” ed esploravano nella loro quotidianità il mondo del sovrasensibile, alla ricerca di una maggiore completezza umana.

Le scienze esoteriche e quella “magia” di cui molto spesso si è parlato a sproposito, per altro presenti anche nella cultura giudaico-cristiana (a noi tanto vicina), definivano un percorso di ricerca e studio della realtà nel suo complesso, condotto tramite gli strumenti introspettivi considerati più idonei, così come la ricerca scientifica nell’ambito materiale ha usato gli strumenti ad essa più congeniali.

L’uomo e la donna moderni si sono talmente distanziati dalle concezioni dei loro predecessori, da considerare le scienze antiche – che hanno dato origine a molti dei percorsi in seguito evolutesi nell’odierna ricerca scientifica -, alla stregua di vecchie superstizioni. Questa affrettata valutazione, però, non ha mutato la realtà che ci circonda, la quale è identica ai tempi in cui il pensiero umano era più “olistico”. Così l’uomo moderno vive una spaccatura in se stesso, causa di nevrosi e paure del tutto sconosciute ai nostri antenati.

Senza un equilibrato rapporto tra spirituale e materiale, il pensiero umano si è impoverito ed anche la sfera emozionale è stata depauperata di forza e calore. Noi viviamo quotidianamente un vasto mondo di percezioni, intuizioni, sensitività, a cui non facciamo più caso, perdendo in questo modo la possibilità di accedere a emozioni, stati d’animo e comprensioni, che renderebbero la nostra vita più interessante e ricca.

Oggi, più che mai, un avvicinamento alla sfera profonda del nostro essere è diventata necessaria. Perfino nei più semplici rapporti quotidiani, col decadimento della capacità di percepire gli strati sottili della natura umana, le relazioni sono divenute più fredde e difficili, con una considerevole menomazione delle facoltà empatiche, indispensabili nella sfera affettiva.

I ritmi frenetici e la diminuita capacità di comunicare (paradosso dell’era della comunicazione), portano l’uomo moderno ad un bilancio poco gratificante della propria vita.

Avvicinarsi alla scienza della Meditazione e in generale alle scienze introspettive, è certamente la via più sicura per riconquistare quel contatto con la Bellezza e i segreti della natura, che sono andati perduti nel passaggio all’era moderna; per ritrovare, in un mondo sempre più freddo, il calore di una spiritualità autentica, che prescinda dalle teorie e dalle fedi specifiche, ma rappresenti semplicemente l’unificazione di due mondi che (nella realtà oggettiva) sono uno da sempre: lo spirituale e il materiale.

Fonte del Post: http://www.accademiahorus.it/bilico-tra-due-mondi/

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