Chiudere gli occhi, per poter vedere.

Terra x Blog + Nero 2015

A volte bisogna chiudere gli occhi per poter vedere.

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A volte, per poter vedere, bisogna chiudere gli occhi e aprire il cuore. È allora che saremo in grado di capire ciò che importa davvero, ciò che conta, ciò che non è falso. Perché solo quando apriamo la nostra vista interiore e la nostra anima è in pace, possiamo ampliare i nostri orizzonti e contemplare nuove possibilità.

Stando a ciò che spiegano i neurologi, ogni giorno formuliamo circa 50.000 pensieri. Nonostante ciò, molti di essi sono meccanici e ripetitivi. Un altro aspetto da prendere in considerazione è che, in seguito al sovraccarico di informazioni, alle nuove tecnologie e alle esigenze dell’ambiente che ci circonda, soffriamo sempre più di stanchezza mentale. Siamo così proiettati verso l’esterno da esserci dimenticati completamente di ciò che abbiamo dentro.

“Ecco il mio segreto. È molto semplice: non vedo bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Il Piccolo Principe, di Antoine de Saint-Exupéry

A volte ci lasciamo trasportare dal treno dei pensieri ossessivi e stancanti, a tal punto, da dimenticarci delle nostre priorità. Non sappiamo più ascoltare noi stessi. Ci siamo sforzati tanto di focalizzare i nostri occhi sull’esterno che ora è come se fossimo emotivamente miopi, in cerca degli occhiali della felicità.

Oggi vi proponiamo di riflettere su questo argomento:

Quando gli occhi sono troppo stanchi per vedere e sorge il rumore mentale.

Che ci crediate o meno, la nostra mente tende sempre al conflitto interno. Ciò si deve al fatto che una delle necessità vitali del cervello è quella di adattarsi in continuazione ai diversi contesti e ad ogni stimolo che riceviamo. Le pressioni del lavoro, i problemi familiari, le nostre aspirazioni, le nostre relazioni sociali… Ci sono sempre dei dubbi da risolvere, ansie da calmare, vuoti da colmare e “incendi” da estinguere.

Il rumore mentale può diventare incessante e spietato. È allora che lo stress lascia le proprie impronte sul nostro cervello e, semplicemente, i nostri occhi si perdono e non sanno più dove andare. Si dimenticano di riposare nel libro interno delle nostre necessità, nelle linee della nostra consapevolezza ed introspezione, per vedere ciò che importa davvero.

È curioso sapere che l’amigdala, quella zona del cervello che si occupa della paura e delle emozioni, si restringe se viviamo lunghi periodi dominati dallo stress e dall’ansia. Questo cambiamento della sua struttura si ripercuote direttamente sulla corteccia prefrontale, che si occupa di funzioni cerebrali superiori, come la coscienza, la concentrazione o la presa di decisioni.

Ciò spiega perché, quando attraversiamo momenti difficili, dominati dalla preoccupazione, dallo stress e dal fastidioso rumore mentale, ci è così complicato entrare in contatto con noi stessi. Abbiamo tagliato quel nastro invisibile che ci lega alla nostra coscienza, a causa di un piccolo cambiamento della nostra struttura cerebrale.

Tuttavia, non dobbiamo sottostimare il potere della neuroplasticità e della nostra incredibile capacità di ristrutturare l’architettura interna della nostra coscienza. Grazie ad esercizi come la meditazione, il mindfulness o altre strategie delle quali parleremo, è possibile reindirizzare gli occhi verso il nostro Io interiore.

Una mente grata è una mente riposata.

Una mente grata è una mente riposata, che ci permetterà di vedere cosa è davvero importante. Forse questa frase vi sembrerà un po’ poetica o fuori contesto, perché… come possiamo essere grati, se in questo momento ci sentiamo così insoddisfatti, desolati o tristi? Il primo passo è, ovviamente, liberarsi di tutti i conflitti interni.

Una volta messe a tacere tutte le battaglie emotive, allora sorgerà quella serena energia che ci permetterà di liberarci di tutte le influenze esterne. Vediamo come è possibile riuscirci.

Tutti desiderano la felicità senza il dolore, la calma, quando si è in mezzo ad una tempesta o il benessere, quando tutto ciò che si prova è il rancore. Nonostante ciò, è importante capire un concetto fondamentale: l’arcobaleno non spunterà mai senza un po’ di pioggia.

Chiudere gli occhi per poter vedere.

Il primo passo da fare è imparare a controllare i propri pensieri. Non possiamo certo dimenticare che un pensiero è il conduttore diretto di un’emozione che, a sua volta, è una scultrice che ci fa percepire la realtà in un modo o in un altro. Per questo motivo, è importante ricordare i seguenti punti:

• Chiudete gli occhi e iniziate a capire che, da adesso in poi, nei vostri pensieri non ci saranno più i tempi verbali al condizionale o le frasi ipotetiche: “se fossi stato lì”, “se avessi fatto” o “quando mi dirà che mi ama, allora sarò felice”, “quando avrò questo o quello, allora mi sentirò meglio”, ecc.

• Tenendo sempre gli occhi chiusi, promettetevi che inizierete a comunicare con voi stessi usando i verbi al presente: “io voglio, “io posso”, “io faccio…”

Per chiudere gli occhi e riuscire a vedere ciò che è davvero importante nella vostra vita, non dovete lasciare la mente in bianco. Oltre ad essere impossibile, non è nemmeno utile. Bisogna “fertilizzare” la propria mente con pensieri positivi, ispiratori e benefici. Valutare e riflettere in modo positivo. Di certo, pensando in questo modo, non chiuderete gli occhi di fronte alla realtà o alla verità. Si tratta, semplicemente, di ridare vita alla propria mente e alla propria anima per aumentare la fiducia in se stessi, interrompendo il rumore dei pensieri negativi o limitanti.

Che ne dite di provarci? Abbiate il coraggio di chiudere gli occhi per riuscire a vedere, per accendere la luce del vostro cuore e rispondere a quelle necessità che, a volte, ignoriamo, come se fossero vecchi giocattoli.

Valeria Tiziano

Fonte del Post: http://www.amadeux.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=19465

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