Daniel Odier: Nella presenza non c’è ego.

Nella presenza al mondo non c’è ego.

“Una stanza del Vijnanabhairava tantra ci dice chiaramente: «Là dove trovi soddisfazione, l’essenza della beatitudine suprema ti è rivelata, se tu rimani in questo luogo senza fluttuazione mentale». […]

Scegliete ogni giorno, secondo la vostra sensibilità ed il vostro umore, di entrare in comunicazione totale con gli oggetti del vostro desiderio, o più semplicemente con gli stati che si presentano spontaneamente e che celano il potere di donarvi una soddisfazione che sottovalutate.

A partire dal risveglio, entrate con coscienza nel vostro corpo […], osservate le variazioni fisiologiche (sensazione della respirazione, delle tensioni, dei battiti cardiaci, della circolazione sanguigna, del diaframma, dei visceri, ecc.), il mentale che si mette in moto, il flusso delle sensazioni e delle emozioni. Fatelo per venti o trenta secondi, come un lungo viaggio attraverso i paesaggi interiore poi, coscientemente, ritirate l’attenzione e tornate al vostro modo abituale di fare le cose, ovvero col pilota automatico.

Un po’ piů tardi, ad esempio mentre vi alzate, portate la stessa attenzione nuda e priva di giudizio sui movimenti del vostro corpo, dei vostri muscoli. Dopo qualche secondo ritirate l’attenzione. Un po’ piů tardi, state camminando a piedi nudi sul pavimento, siate presenti ai vostri piedi per quattro o cinque passi, al vostro movimento, alle vostre sensazioni e poi tornate al corso abituale delle cose. Siate presenti a qualche sorso di ciò che bevete e ritornate all’automatismo. Poi, il tempo di imburrare una fetta di pane, fate ancora questa andata e ritorno alla presenza. E quando mangiate la vostra fetta imburrata tornate di nuovo alla presenza e poi lasciate andare. […]

Continuate così ad entrare nella presenza e ad uscirne consapevolmente. Siate presenti ad un viso, ad uno sguardo, a trenta secondi di conversazione, durante i quali ascoltate tutto l’essere che vi sta parlando, non soltanto le sue parole. Se riuscite ad arrivare a questa attenzione leggera, aperta, in uno spirito […] libero da qualsiasi idea religiosa o spirituale, farete sin dal primo giorno una serie di scoperte fondamentali, che vi aiuteranno ad essere totalmente vivi.

Non avete bisogno di essere buddhisti […], non avete neppure bisogno di interessarvi alla spiritualità. Si tratta soltanto di una realtà, il vostro desiderio di essere al mondo, totalmente, senza inibizione, senza paura, senza angoscia. Il desiderio di essere totalmente disponibili alla vita è sufficiente. Non dovete impegnarvi, né praticare, né credere in qualcosa. Le realtà ultime si presentano in modo così semplice, che è sufficiente farne esperienza da sé. […]

Vedrete che ogni volta in cui riuscirete a cogliere la vita nella sua immediatezza, la vostra respirazione si rilasserà armoniosamente. Questa sensazione vi porterà un piacere profondo […].

La cosa più banale, una tazza di tè, qualche passo, l’aprire una porta, uno sguardo verso il cielo, può essere sufficiente a rendervi felici per la durata della vostra presenza e ben oltre. […]

La vostra gioia non dipende più da circostanze eccezionali […], ma dalla semplice realtà. […] Guadagnerete un’immensa autonomia rispetto ai piaceri intensi che vi aspettavate dalla vita per essere soddisfatti.

Molto rapidamente ne deriverà che la vostra ricerca e la vostra attesa non saranno più rivolte a degli oggetti ipotetici ed aleatori, ma a ciò che la vostra esperienza vi rivela della banalità quotidiana. […]

Scoprirete che il vostro corpo e la vostra mente amano questa comunicazione, al punto di unirsi per domandarvene di più e che la scissione abituale tra il corpo e la mente andrà progressivamente riducendosi.

Vi accorgerete che nella presenza al mondo non c’è ego, quindi non c’è separazione, non c’è dualità. […] Non essere nulla è accedere alla totalità e in questa attenzione nuda voi siete il mondo. Il vostro corpo ritroverà una sensazione di pienezza e di calma […].

Se vi piace questa pratica e perseverate […], scoprirete che non c’è piů «pratica», ma semplicemente un piacere, […] un piacere della presenza, sempre più seguito”.

Tratto da: “Desideri, passioni e spiritualità”, di Daniel Odier.

Fonte: http://www.lameditazionecomevia.it/odier4.htm

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