Elémire Zolla: L’esperienza metafisica.

Terra x Blog + Nero 2015

L’esperienza metafisica.

“Quando la psiche che percepisce e le cose percepite, soggetto e oggetto, si fondono e assorbono a vicenda, avviene ciò che si può definire ‘esperienza metafisica’. […]

La psiche in samadhi, unificata, può affermare ‘Sono’, ma non più ‘Sono questo’, ‘Sono quello’. Non perchè abbia subìto una perdita; al contrario, ha ottenuto un vertiginoso accrescimento. Si è detto finora che essa si è distaccata, distolta, internata, ritratta: non ha sofferto una diminuzione, si è anzi arricchita, ha conosciuto via via una dilatazione, un affrancamento sempre maggiori.

‘Sono’ è anteriore, più vasto di ‘Sono questo’ o ‘Sono quello’; indica l’essere nella sua massima potenzialità, non compromesso, non confinato da una denotazione limitativa e contrastiva. Quando ‘io sono’ si può lecitamente completare in ‘io sono l’essere’, si vive l’esperienza metafisica: le sensazioni del mondo esterno sussistono, ma la mente non le subisce e non le contrasta, nota semplicemente come affiorino e come dileguino, senza intervenire con sentimenti e giudizi, senza contaminarle con chiacchiere e commenti. Esse allora cessano di sembrare aliene, ne splende la qualità aurorale, originaria.

La persona che sta vivendo l’esperienza metafisica può sembrare a chi la osservi da fuori tutta presa dagli eventi e di fatto li affronta lucidamente e con prontezza. L’essere ritirata in se stessa, insegnano i maestri, la dispone ai colpi d’intuizione, agl’interventi fulminei: indovina giusto, imbrocca la via, porta il tocco ispirato all’opera da compiere […]

Eppure per multiformi che siano le attività che una mente assorta svolge, esse non la toccano, non la frammentano, perchè di tutto si occupa ma di nulla si preoccupa, né si immedesima con il risultato delle sue azioni, essendo identificata con se stessa. E càpita che di questa sua libertà e di questo suo interno tripudio all’esterno non traspaia niente. Si può vivere a fianco d’un uomo in samadhi senza notarlo: sbriga le sue faccende e lo si crede coinvolto, si proiettano su di lui i comuni sentimenti e non si ricevono smentite”.

Tratto da: “Archetipi”, di Elémire Zolla.

Fonte del Post: http://www.meditare.net/wp/spiritualita/l-esperienza-metafisica-elemire-zolla/

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