Finta Spiritualità e addormentamento della Coscienza.

Finta Spiritualità e addormentamento della Coscienza.

Ogni volta che pubblico un post “provocatorio” sul tema della spiritualità trovo molti consensi, ma anche numerose critiche. Questo è il senso del mio scrivere: far riflettere sulla natura dell’anima e i meccanismi della mente. Due cose completamente differenti… distinte ma non separate.

La spiritualità è diventata la nuova moda. In un periodo storico in cui le persone sono disorientate e in crisi si cercano risposte al proprio malessere, spesso nei posti o con gli operatori “sbagliati”, prendendo per buono tutto ciò che passa il convento.

Come funziona? Dove c’e un target di mercato c’e’ qualcuno che crea un prodotto. Proprio come dove c’e’ un drogato c’e’ uno spacciatore e dove c’e’ una prostituta c’e’ un cliente. Entrambi non possono vivere l’uno senza l’altro. Dipendenza. Credete sia molto diverso nell’ambiente della spiritualità o dell’olismo? No, non lo è affatto.

Ho conosciuto persone chiudersi a riccio appena provi a confrontarti sulle diverse tradizioni spirituali (eventualmente conoscevano solo la loro… che chiaramente è la migliore) o inalberarsi per aver “criticato” il maestro di turno, come se gli avessi toccato il proprio cantante o attore preferito, peggio ancora, come se avessi cercato la mamma. Infatti, molte di queste persone tendono a creare dinamiche di dipendenza proprio perché hanno speso conflitti irrisolti con le figure genitoriali. Il loro bisogno di proiettare sulla figura “idealizzata” di un maestro, il genitore (sufficientemente buono) che non hanno mai avuto, le spinge ad occultare i lati oscuri della personalità e del maestro stesso. E il maestro, spesso inconsciamente (altre volte no), cerca di attirare quanti più discepoli che confermino la sua natura di essere superiore e che ha trasceso gli aspetti materiali (tranne quando non paghi la quota mensile delle sue lezioni o preferisci un altro maestro).

Siamo nel campo della psicologia e della psicoterapia. Come ci insegna il Buddhismo, dove c’è un fastidio c’è un attaccamento e dove c’è un attaccamento non riconosciuto, c’è un demone, c’è un ombra, per usare la terminologia della psicologia del profondo, che chiede di essere pacificato e non di edulcorare la realtà fingendo che non esista.

Nascono come funghi corsi e seminari, libri e scuole, che con la vera spiritualità, che è un cammino di gioia, ma spesso anche di dolore, nulla hanno a che fare. Risvegliarsi non è proprio una passeggiata. Chi vorrebbe essere svegliato bruscamente, quando sta dormendo così bene? In fondo è un sogno così piacevole quello che sto credendo di vivere.

Tante persone si definiscono spirituali perché meditano (o credono di meditare), sono vegetariani e odiano (loro che sono evoluti) chi mangia carne, si vestono solo di bianco e parlano (e basta) di pace e amore incondizionato. Hanno tatuaggi di divinità indiane (perché mai uno di Padre Pio o di Gesù Cristo?). Ben venuto nel club della New age. Se non rispetti queste caratteristiche e le loro regole, l’etichetta “spirituale” non ti sta bene addosso e non sei dalla parte degli eletti e dei “giusti”, degli illuminati e i risvegliati (noi contro gli altri).

Ma questo è solo un aspetto della spiritualità: Il più superficiale e essoterico. Tutte le tradizioni esoteriche e misteriosofiche ci dicono invece che lo spirito e’ in ogni cosa.

Dividendo l’aspetto spirituale dall’aspetto materiale noi ci poniamo nella dualità (un altro mantra tanto di moda). Non siamo nell’unita’. Bè, io direi che c’è gente che sta proprio nella frammentazione della personalità. Più che illuminati, fulminati! Ma se “tutto è Uno” significa TUTTO. Nel tutto ci sono anche le persone e le cose che ti danno fastidio e che ti creano disagi, anzi, sono proprio quelle che ti fanno evolvere. Secondo voi perché Gesù avrebbe invitato ad amare i propri nemici e pregare per i propri persecutori? … per autolesionismo?

Essere “spirituali” significa entrare nel mondo di Ade, nel mondo dei demoni e delle ombre. Il cammino dantesco inizia dall’inferno e non dal paradiso. Al paradiso si arriva dopo essersi purgati (purgatorio). Spiritualità significa fare esperienze umane, significa ogni minuto, ogni ora, ogni giorno, fare i conti con la propria natura inferiore, i propri difetti, le proprie paure, la rabbia, la tristezza, le frustrazioni, i limiti. Non significa fare finta che non ci siano, o allontanare continuamente le persone che portano a galla questi aspetti. Significa fare: se non fai, non sei.

Questo significa essere veramente risvegliati. Fare più errori possibili, incazzarsi, piangere e non fingere di essere felice come un ebete, ma sentire ogni emozione e accettarla, per trasmutarla in virtù e compassione, verso se stessi e gli altri. Essere un osservatore distaccato dei propri meccanismi mentali e conoscere, prima ancora di come funziona l’anima, quali sono gli inganni della mente.

Spirituale è colui che si mette in discussione continuamente, prendendo coscienza che l’anima va nutrita e accudita, come si fa con un bambino che diventa adolescente e poi adulto. Spirituale e’ un’etichetta che non mi piace. C’è una bella differenza tra Essenza spirituale ed Ego spirituale. Accorgitene.

Tiziano Cerulli

Fonte: http://risveglioedizioni.blogspot.it/2017/07/finta-spiritualita-e-addormentando.html?spref=fb&m=1

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