I fiumi, le montagne, la meditazione.

Terra x Blog + Nero 2015

I fiumi, le montagne, la meditazione.

Paesaggio, Montagne, Lago, Panorama, Natura, Alberi

Uno dei detti più significativi dello zen. Fin quando un individuo vive nel mondo, fermamente aggrappato al suo ego, le montagne sono montagne e i fiumi sono fiumi. Allorché ci s’inoltra sulla via della meditazione le montagne non sono più montagne e i fiumi non sono più fiumi.

Quando non sei più abbarbicato, ossia identificato con le tue montagne, con i fiumi, con le circostanze – persino le più intime – della tua pur semplice vita; allorquando la percezione del tuo panorama esistenziale si fa più intensa, chiara, trasparente; il che, per inciso, non implica rinunciare a un bel nulla, né tanto meno resettare la propria coscienza, ma solo essere via via sempre più presenti; quando persino i cosiddetti insegnamenti, i consigli, le più svariate opinioni che in passato ascoltavi o leggevi con riverente rispetto diventano futili; mentre prima regnava un ordine, che seppur relativo dava la possibilità di orientarsi, … ora subentra una sorta di caos, ossia un limbo di calma apparente, ma di fondamentale incertezza.

Infine, quando la medesima persona intuisce – realizza – pressoché d’improvviso, ma senza verbalizzare alcunchè, la superflua ridondanza e incongruenza di suoi ricorrenti stati mentali, viene colta dal satori – l’estasi spirituale –; i fiumi ritornano ad essere fiumi e le montagne appaiono di nuovo come montagne. Ti sei riconosciuto, hai incontrato il tuo essere, sei tornato a casa, la dimora della consapevolezza.

Ebbene, per i comuni mortali, cioè coloro che hanno già rinunciato a qualunque teoria, persino a quella non appena accennata… come procedere? Ne sapremo qualcosina di più nel prosieguo. Questi sono solo piccoli passi sulla via che prelude alla meditazione.

Fonte del Post: http://www.meditare.it/wp/passi-sulla-via-della-meditazione/i-fiumi-le-montagne-la-meditazione/

La storia dei tre amici e del monaco.

C’è una storia che narra di tre persone che guardano un monaco in piedi sulla cima di una collina. Dopo averlo osservato per un po’ uno dice: “Dev’essere un pastore che cerca di una pecora che ha perduto”. E il secondo: “No, non si guarda intorno. Credo che stia aspettando un amico”. Infine il terzo dice: “Sembra un monaco. Scommetto che sta meditando”.

Così cominciano a discutere su che cosa stia facendo il monaco e, alla fine, per vedere chi ha ragione, salgono fino in cima alla collina e gli si avvicinano.

“Stai cercando una pecora?”

“No, non ho pecore da cercare”.

“Oh, allora stai aspettando un amico”.

“No, non sto aspettando nessuno”.

“Allora stai meditando”.

“Beh, no. Sono solo qui in piedi. Non sto facendo niente di niente”. …

La natura di Buddha richiede di essere totalmente presenti al momento, così che qualunque attività in cui si sia impegnati – che si sia alla ricerca di una pecorella smarrita o in attesa di un amico o in meditazione – si sta in piedi proprio qui e ora a far niente di niente.

Charlotte Joko Beck

Commento:

Molla tutto, ogni aspettativa, pensiero o desiderio e vivi ogni attimo per quello che è?

Sì ma … che vita sarebbe senza desideri o sogni? Senza nessuna prospettiva? Non ci vedo alcun senso … E poi … siamo davvero sicuri che tutti i desideri siano da eliminare? Non ce ne sono alcuni un po’ più appropriati degli altri? … che so … veder sorridere la persona che ami …

Ovviamente nel racconto non s’intende che tu debba abbandonare i tuoi desideri, ma smettere di subirli passivamente, divenendo l’artefice, il realizzatore dei tuoi sogni. Oltre tutto, quando si dice “rimani senza far niente” non significa che devi indugiare inattivo per sempre, ma solo lì per lì, quando ti rilassi con te stesso, o quando mediti.

Siamo rimasti così tanto lontani da noi stessi, con l’attenzione rivolta prevalentemente alle circostanze esteriori, che per acclimatarci all’interiorità è indispensabile del tempo. Gli occhi, abbacinati dallo sfavillio estrinseco, necessitano un ulteriore intervallo prima di scorgere l’aurora ancestrale, prima d’avvertire la sorgente del suono cosmico.

Durante l’esercizio di meditazione vero e proprio, rinuncio a voli pindarici, escursioni immaginifiche, ecc. Poi, la soddisfazione è grande dopo, quando mi accorgo di esser divenuto spontaneamente più calmo e di star meglio …

Fonte del Post: http://www.meditare.it/wp/racconti/la-storia-dei-tre-amici-e-del-monaco/

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