Heinrich Zimmer: L’incontro tra Oriente e Occidente.

L’incontro tra Oriente e Occidente.

«Proprio come una brocca d’acqua si dissolve nella terra, un’onda nel mare e un bracciale nell’oro, nello stesso modo l’universo si dissolverà in me. Che meraviglia sono! Adoro me stesso! Infatti, quando il mondo, dal suo più alto dio al più piccolo filo d’erba, si annienterà, questa distruzione non mi toccherà».

Qui è evidente una totale disgiunzione tra il sé fenomenico (la personalità ingenuamente conscia che, insieme con il suo mondo di nomi e di forme, si dissolverà a tempo debito) e quell’altro Sé trascendente (atman), profondamente nascosto, essenziale ma dimenticato, che, quando viene ricordato, lancia un possente ruggito capace di annientare il mondo: «Che meraviglia sono!».

Il Sé trascendente non è qualcosa di creato, ma il substrato di tutte le cose create, di tutti gli oggetti, di tutti i processi. «Le spade non lo tagliano, il fuoco non lo brucia, l’acqua non lo bagna, il vento non lo secca.»

Le facoltà sensoriali, solitamente rivolte all’esterno, mentre apprendono e reagiscono agli oggetti, non entrano in contatto con la dimensione di questa realtà permanente, ma solo con le evoluzioni transitorie, con le trasformazioni periture dell’energia. Il potere della volontà, quindi, pur portando al raggiungimento degli obiettivi mondani, non può essere di grande aiuto all’uomo.

I piaceri e le esperienze dei sensi non possono iniziare la coscienza al segreto della pienezza della vita. Secondo il pensiero e l’esperienza dell’India, la conoscenza delle cose mutevoli non conduce a una visione realistica, poiché queste realtà mancano di sostanzialità, periscono, nè conduce a una visione idealistica, poiché le cose in divenire sono incoerenti, si contraddicono e si negano continuamente a vicenda.

Le forme fenomeniche sono, per loro natura, illusorie e fallaci. Chi si basa su di esse, ne sarà confuso. Si tratta semplicemente di particelle di una vasta illusione universale, che è toccata dal maleficio della dimenticanza del Sé, che è sostenuta dall’ignoranza e che viene portata avanti dalle passioni ingannevoli. L’ingenua inconsapevolezza della verità nascosta del Sé è la causa primaria di tutti i falsi valori, di tutti gli atteggiamenti errati e di tutti i conseguenti tormenti che questo mondo illuso si auto infligge.

Ovviamente, in questa intuizione, è implicita una diminuzione di interesse non solo per tutti i normali mezzi e i fini degli abitanti del mondo, ma anche per i riti e i dogmi della religione di tali individui illusi. Il creatore mitologico, il Signore dell’universo, non è più così interessante. Soltanto la consapevolezza interiore, diretta verso le profondità della propria natura, può raggiungere quella linea di confine in cui i fenomeni transeunti incontrano la loro fonte immutabile.

E questa consapevolezza può, alla fine, condurre l’intera coscienza oltre il confine, facendola fondere in una morte che la rende imperitura ‑ con l’onnipresente substrato di tutte le sostanze, che è il Sé (atman), la fonte ultima, eterna e basilare dell’essere.

Il Sé è ciò che crea tutte queste manifestazioni particolari, tutti questi cambiamenti di forma, tutte queste deviazioni dal vero essere, tutte queste trasformazioni (vikara) ed evoluzioni del gioco cosmico. E non è attraverso la lode e la sottomissione agli dei, ma attraverso la conoscenza, la conoscenza del Sé, che il saggio passa dal coinvolgimento in ciò che si manifesta alla scoperta della causa prima.

Tale conoscenza si ottiene con una delle due seguenti tecniche: 1) la svalutazione sistematica dell’intero mondo come illusione, o 2) la comprensione/realizzazione, altrettanto completa, della semplice materialità del tutto.

Il bene supremo.

Qui riconosciamo proprio la Posizione non teistica e antropocentrica che oggi stiamo per raggiungere o abbiamo già raggiunto in Occidente. Infatti, dove si trovano gli dèi cui tendere le mani, inviare preghiere e presentare offerte?

Al di là della Via Lattea, nello spazio infinito, si trovano soltanto altri mondi, altre galassie, non regni di angeli, non palazzi celesti, non cori di beati che circondino il trono divino del Padre e che si muovano in uno stato di beatitudine intorno al mistero centrale della Trinità.

C’è forse lassù, tra quegli immensi regni, qualche regione in cui l’anima possa aspettarsi di giungere ai piedi di Dio, dopo essersi spogliata dei propri affanni mortali? O non dobbiamo piuttosto volgerci ora all’interno, cercare il divino dentro di noi, al livello più profondo, ascoltare la segreta voce interiore che, nello stesso tempo, comanda e consola, e attingere là dentro la grazia che supera ogni comprensione?

Alla fine, anche noi occidentali moderni siamo pronti a cercare e ad ascoltare la voce che l’India ha udito. Però, proprio come il cucciolo di tigre, dobbiamo ascoltarla non da un maestro, ma dalla nostra interiorità.

Oggi, il Cristianesimo rivelato si trova in una situazione simile a quella del pantheon vedico nel periodo della sua svalutazione. Il cristiano, come dice Nietzsche, è un uomo che si comporta come tutti gli altri. La nostra professione di fede non ha più nessuna influenza discernibile né sul nostro comportamento pubblico, né sul nostro privato stato di speranza.

Su molti di noi, i sacramenti non operano più una trasformazione spirituale; siamo confusi e perplessi, e non sappiamo dove volgerci. Nel frattempo, i nostri filosofi accademici si occupano più dell’informazione che della trasformazione redentrice necessaria alle nostre anime. Questa è la ragione per cui uno sguardo alla situazione dell’India può aiutarci a scoprire e a ricuperare qualcosa di noi stessi.

Lo scopo basilare di qualsiasi serio studio del pensiero orientale dovrebbe essere, non semplicemente la raccolta e l’ordinamento del maggior numero possibile di informazioni, ma l’accoglimento di qualche influenza significativa. […] Così ci uniremo, dalla nostra transoceanica distanza, al ruggito della sapienza indiana che risuona nel mondo.

Tratto da: “Filosofie e Religioni dell’India”, di Heinrich Zimmer

Fonte: https://www.filippofalzoni.com/filosofie-religioni-dellindia-zimmer/

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