Il corpo di dolore.

Terra x Blog + Nero 2015

Il corpo di dolore.

“State attenti all’apparire in voi di ogni segno di infelicità in una qualunque forma: può trattarsi del risveglio del corpo di dolore. Può prendere la forma d’irritazione, impazienza, uno stato d’animo oscuro, un desiderio di ferire, rabbia, furia, depressione, un bisogno di avere un pò di dramma nella vostra relazione e cosi via. Afferratelo nel momento in cui si risveglia dal suo stato latente.

Il corpo di dolore vuole sopravvivere, proprio come qualunque entità esistente. E può sopravvivere solamente se inconsciamente vi identificate con lui. Può allora venir su, possedervi e vivere attraverso di voi. E si nutrirà di ogni esperienza che risuoni del suo proprio tipo di energia, qualunque cosa crei nuovo dolore sotto qualunque forma: rabbia, distruttività, odio, lutto, dramma emozionale, violenza e persino malattia.

Cosi il corpo di dolore, quando vi ha posseduto, creerà nella vostra vita una situazione che riflette la sua propria frequenza energetica, perchè se ne possa nutrire. Il dolore può solo nutrirsi di dolore. Il dolore non può nutrirsi di gioia: la trova veramente indigesta!” Eckhart Tolle

Per quanto mi riguarda, mai come in questi giorni la suddetta dinamica mi è chiara. Esistono in noi – annidate in qualche profondo anfratto della nostra psiche – delle emozioni represse, non elaborate, delle aspettative deluse, dei desideri frustrati, dei bisogni inappagati che muovono i fili della nostra esistenza senza che noi ce ne rendiamo conto.

Come magistralmente descritto da Eckhart Tolle, la nostra pressochè totale identificazione con i contenuti emotivi e mentali cristallizzati al nostro interno, non fa che produrre circostanze e situazioni funzionali al nutrimento e al rafforzamento di tali contenuti, instaurando un circolo vizioso sempre più difficile da scardinare e sciogliere.

Il pensiero da solo non basta, il ragionamento, la razionalità non possono nulla sulle emozioni inconsce. E’ il corpo emozionale non integrato a farla da padrone in molti aspetti della nostra vita, poichè è nell’età infantile e intrauterina che abbiamo assimilato determinati schemi comportamentali, determinati traumi emotivi, e ad un bambino che piange disperato perchè la mamma è al lavoro, o perchè non può avere il giocattolo tanto costoso che invece il suo amichetto ha, o perchè il papà l’ha sgridato facendolo sentire inadeguato non puoi acquietarlo con un’analisi della situazione, per quanto logica e lineare questa possa essere.

Per non sentire questo dolore, per evitarlo e non entrarci in contatto, ci riempiamo l’esistenza di palliativi, che il più delle volte diventano dipendenze. Si va dalle sigarette agli alcolici, dalle droghe al gioco d’azzardo, passando per sentieri meno evidenti e plateali, ma spesso altrettanto dannosi come il bisogno d’approvazione, di riconoscimento, di emozioni forti. Le relazioni stesse diventano un modo e una maniera per mettere a tacere il dolore interno, utilizzando l’altro come strumento utile al raggiungimento di un fine. Eppure non c’è scampo, nessuna salvezza arriverà dall’esterno fintanto che questa sarà la nostra configurazione interna, poichè possiamo attrarre soltanto delle realtà in linea con la nostra frequenza energetica… l’esterno è interno.

“Mai prima d’ora le relazioni sono state così problematiche e conflittuali come lo sono adesso. Come probabilmente avete notato, non sono fatte per rendervi felici o per completarvi. Se continuate a cercare la salvezza nelle relazioni, ne sarete delusi ancora ed ancora. Ma se accettate che la relazione sia qui per rendervi consapevoli invece che felici, allora la relazione vi offrirà la salvezza, e voi allineerete voi stessi con la consapevolezza più alta che vuole venire alla luce in questo mondo. Per coloro che si afferrano ai vecchi schemi, vi sarà un aumento di sofferenza, di violenza, di confusione e di follia.” Eckhart Tolle

La stessa spiritualità diviene spesso l’ennesima scappatoia, un’altra via di fuga dal dolore non affrontato. Si fa meditazione, ci si dedica alla recitazione di mantra, si cambia alimentazione e si pratica una qualche disciplina olistica cambiando vestito senza prima aver trasformato realmente colui che lo indossa.

Il successo di molte vie orientali è la naturale conseguenza del fraintendimento di base riguardo il ruolo dell’ego nella vita dell’essere umano. E’ infatti alquanto diffusa la tendenza a pensare che: “se l’ego è il responsabile principale di tutte le miserie umane, va da sè che basterà dissolverlo per vedere risolte di colpo tutte le cause che stanno alla base di ogni sofferenza”.

Se da un lato tutto ciò è assolutamente vero, dall’altro non possiamo pensare di trasmutare o di rinunciare a qualcosa che in realtà ancora non possediamo. Non è partendo dall’insoddisfazione di un ego frustrato che potremo auspicare un autentico cambiamento ed una reale trasformazione, poichè l’energia che sottintende l’intero movimento è un’energia di frustrazione, dunque di non accettazione e quindi di conflitto.

Posso cambiare qualcosa solo se prima lo accetto e lo accolgo. Combattendolo non faccio che fornire energia al conflitto che lo ha generato, non alla sua dissoluzione. Il miglior strumento a nostra disposizione resta sempre e comunque la consapevolezza di ciò che accade al nostro interno e la capacità di “sentirlo” senza negarlo, senza sopprimerlo o nasconderlo.

Dice ancora Tolle a tal proposito:

“NON CERCATE LA PACE – Non cercate nessun altro stato che quello nel quale siete ora, altrimenti metterete in piedi un conflitto interiore ed una resistenza inconscia.
Perdonate voi stessi per non essere in pace. Il momento in cui accettate completamente il vostro non essere in pace, la vostra non pace viene trasmutata in pace. Qualunque cosa accettiate completamente vi porterà lì, vi porterà nella pace. Questo è il miracolo dell’ arrendersi. Quando accettate ciò che è, ogni momento è il miglior momento. Questa è l’illuminazione.Quando avete eliminato i due fattori che distruggono le relazioni, quando cioè il corpo di dolore è stato trasmutato e voi non vi identificate più con la mente e con le posizioni mentali, e se il partner ha fatto la stessa cosa, avrete esperienza della beatitudine del fiorire della relazione. Invece di riflettervi reciprocamente il dolore e l’inconsapevolezza, invece di soddisfare le esigenze dell’ ego reciprocamente dipendenti, vi rifletterete l’un l’altro l’amore che provate in profondità dentro di voi, l’amore che accompagna la realizzazione dell’unione con tutto ciò che è. Questo è l’amore che non ha contrario. La felicità che ha origine da cause secondarie, non è mai molto profonda. È solamente un pallido riflesso della gioia dell’Essere, della pace vibrante che trovate in voi, quando entrate in uno stato di non resistenza.” Tratto da “Il potere di adesso” E. Tolle

Esistono poi molti strumenti pratici ed efficaci per andare a lavorare direttamente sull’inconscio, che accompagnati ad un corretto e costante lavoro di presenza e di attenzione ai propri processi interni può condurre davvero l’individuo ad un’autentica liberazione da tutto ciò che gli impedisce di manifestare sè stesso al pieno delle sue facoltà e potenzialità.

Roberto Senesi

Fonte del Post: http://www.robertosenesi.it/news/il-corpo-di-dolore/

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