Intervista a Ramesh Balsekar.

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Ramesh Balsekar, l’ultimo saggio Advaita.

Un doveroso riconoscimento ad un “grande vecchio”, dal pensiero leggero e giovane… Ramesh Balsekar, uno dei più grandi saggi indiani di questo secolo, che come pochi ha contribuito a portare in occidente il pensiero dell’Advaita. La sua umiltà, grazia e chiarezza restano nei cuori di chi lo ha conosciuto e lasciano una eredità inestimabile per tutta l’umanità.

Lo ricordiamo con questa intervista.

Madhukar ─ Ti ho già raccontato che Osho affermava di potere utilizzare la propria mente a piacimento, come uno strumento, perché dopo l’illuminazione ne era divenuto il padrone. Nel tuo libro ‘La Coscienza parla’, ho letto che i pensieri arrivano dall’esterno. L’insorgere dei pensieri è un evento impersonale?

Ramesh ─ Sì, non può che essere impersonale. Nessuno può bloccare l’insorgere di un pensiero, perché i pensieri non nascono dall’organismo corpo-mente, ma arrivano dall’esterno, dalla Coscienza. Il cervello reagisce a un pensiero in base alla propria programmazione genetica e culturale. È l’ego che lo personalizza, creando il ‘mio’ pensiero, la ‘mia’ idea o la ‘mia’ azione. Un pensiero è uno stimolo esterno impersonale, al quale segue una reazione da parte delle cellule cerebrali. In tal caso, ‘chi’ può essere il padrone della mente?

Madhukar ─ Ieri abbiamo parlato del ricercatore. Oggi puoi parlare della ricerca?

Ramesh ─ Ogni tipo di ricerca si svolge seguendo un processo assolutamente impersonale, che inizia nell’istante in cui il neonato cerca intuitivamente il seno della madre. La vita non è altro che una continua ricerca, qualsiasi sia l’oggetto della ricerca.

Madhukar ─ E la ricerca spirituale?

Ramesh ─ La ricerca spirituale inizia con un ‘io’ che crede di cercare qualcosa e termina con l’annientamento del ricercatore. È un processo che parte dall’identificazione e termina con la fine dell’ illusione e, per un particolare organismo corpo-mente, può arrivare al culmine attraverso la totale dissoluzione dell’ego. La ricerca inizia, procede, e termina, secondo la Volontà della Sorgente. È molto importante comprendere che l’ego non distruggerà sé stesso, ma viene azzerato dalla Coscienza.

Madhukar ─ Durante la meditazione, sovente mi accade di entrare in conflitto con il mio ego. All’inizio, l’insorgere di pensieri indesiderati mi rende irrequieto, poi mi trovo a giudicare me stesso perché condanno e combatto tali pensieri, anziché accettarli come sono.

Ramesh ─ L’ego trae il proprio nutrimento proprio dalla dinamica dell’opposizione nei suoi confronti. Sottraendo nutrimento all’ego, lo si indebolisce, e la propria comprensione si espande. Per questa ragione, io consiglio di accettare l’ego, e di non combatterlo. Molte persone hanno difficoltà ad accettare il proprio ego, perché gran parte dei libri e dei maestri affermano che è l’ego il problema principale e che voi dovete distruggerlo. Il mio concetto, invece è di non combatterlo, ma di accettarlo. Perché? Perché non lo avete creato voi. La Sorgente ha creato l’ego, e la Sorgente stesso è in procinto di distruggerlo.

Madhukar ─ Sembra che il primo passo sia quando all’inizio si diventa ricercatori – e la ricerca ha inizio. Nel mio caso,e’ stata l’esperienza del satori con Osho.

Ramesh ─ Sì. Il processo della ricerca ha inizio con un individuo che è convinto che si possa ottenere l’illuminazione attraverso i propri sforzi e varie pratiche spirituali.

Madhukar ─ A questo punto non solo il ricercatore desidera l’illuminazione, ma lo ritiene quasi un suo diritto: “Otterrò l’illuminazione, perché mi sto impegnando con costanza”. Io stesso ho creduto di poter forzare l’illuminazione. [ridendo]

Ramesh ─ Lo sforzo e la disciplina spirituale possono andare avanti per anni fino a che il processo della ricerca – la disentificazione – raggiunge lo stadio in cui il ricercatore realizza che l’illuminazione può avvenire ma anche non avvenire. In pratica si arriva alla comprensione intellettuale che non esiste altro che la Coscienza, e non esiste un autore individuale delle azioni. Ma se questa comprensione è totale grazie ad una intuizione nel cuore, dipende soltanto dal volere di Dio.

Madhukar ─ Intendi dire che, a un certo punto, il ricercatore comprende di non potere influenzare in alcun modo l’esito della propria ricerca?

Ramesh ─ Certamente! Il successo della ricerca dipende esclusivamente dalla Volontà di Dio, e dal destino dell’organismo corpo-mente. ‘Nessuno’ diventa illuminato; l’illuminazione avviene in un organismo corpo-mente, grazie alla totale comprensione, intuita nel cuore, che esiste soltanto la Coscienza.

Madhukar ─ Allora il ricercatore dovrebbe sapere quando si avvicina al traguardo? Esistono segni o sintomi grazie ai quali possiamo capire che stiamo per giungere la termine del nostro cammino?

Ramesh ─ È una buona domanda. Vi è un penultimo stadio, che precede la realizzazione finale. Se mi chiedi quali sono i segni di essere vicini o sulla soglia dell’illuminazione, io ti rispondo che è lo stadio in cui, con distacco da qualsiasi esito, uno si domanda: “L’illuminazione? Che importanza ha? Non ha alcuna importanza”. A questo punto l’illuminazione può avvenire in qualsiasi momento.

Madhukar ─ Come si fa a sapere che siamo prossimi a tale stadio, che precede di poco l’illuminazione?

Ramesh ─ Saprai di essere sulla strada giusta se, nella vita di tutti i giorni, ti scoprirai più tollerante nei confronti delle azioni degli altri. In effetti, se non esistono azioni ‘tue’, come puoi condannare le azioni degli altri? In tal modo la vita si semplifica, perché diventa priva di orgoglio, di giudizio, odio e invidia. Raggiunto questo stadio, saprai che la tua comprensione dell’insegnamento è andata più in profondità.

Fonte del Post: https://ascoltiprofondi.wordpress.com/2011/07/16/ramesh-balsekar-lultimo-saggio-advaita/

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