Riflessioni: “Io Sono”… Parole o Sostanza?

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“Io Sono”… Parole o Sostanza?

Hai mai sentito la tua mano affermare: “io sono la mano” ? No, vero?

Hai mai sentito il corpo affermare: “io sono il corpo” ? Nemmeno, non è vero?

Cos’è, allora, che afferma: “io sono” ?

La voce che senti nella testa, non è così? Solamente nel caso in cui tale voce sia presente può essere presente quella affermazione, ti risulta?

E da dove viene, come viene, quando viene in essere quella voce? Ci hai mai fatto caso? Hai indagato? O non te ne è mai importato nulla, perchè hai dato per scontato che quella voce sia naturale e sia innegabilmente la “tua” stessa voce? Con questo, non voglio affermare che la voce sia o non sia la tua, vorrei sotanto sollecitare una ricerca: non sei nemmeno un pò curioso o curiosa?

Senza curiosità, ciò che resta è la monotonia, l’insoddisfazione, l’assuefazione, la rassegnazione allo status quo, nonchè l’attaccamento al conosciuto, cioè al passato e la paura di poterlo perdere, perdendo così anche se stessi.

Le parole possono definire e possono indicare, ma in ogni caso, non saranno mai nè ciò che definiscono, nè ciò che indicano, perchè la parola è memoria, è passato e il passato è, per sua stessa natura, ciò che è già finito. Con il passato, cioè con la parola, non si può certo definire il presente, poichè il presente, in quanto tale, è un movimento “attuale”, in dispiegamento continuo, proprio qui, proprio adesso, che nulla ha a che vedere con la staticità di un processo che si è già concluso, come il passato è.

Tutto ciò che segue alle parole “io sono” e che definisce quello che si ritiene di essere è una colossale bugia. Tutto ciò che segue alle parole “io sono” non varrebbe neppure la pena che venisse pronunciato, vista la totale vacuità di ciò che dipinge: un’immagine mentale arbitraria e, per giunta, infondata.

Ma, senza spirito di avventura o di scoperta, anche tutto quello che è stato appena detto resta puro e semplice esercizio di parola… chiacchiere da bar sport, senza nulla togliere al bar sport.

Se perdi un braccio… tu ci sei ancora? Se perdi la memoria… tu ci sei ancora? Se perdi la facoltà di parlare o di vedere… tu ci sei ancora? Se perdi ogni tuo avere, ogni tuo affetto, ogni tua sicurezza… tu ci sei ancora? Ma allora, che cos’è che ti dà la certezza di esserci? Perchè, di sicuro, “tu” ci sei. Da dove viene quella certezza?

Qualcosa, in te, ti rende certo di esistere… che cos’è? E’ sempre presente, pur nell’inconsapevolezza della sua presenza; è un sottofondo onnipresente, è qualcosa di così scontato che nemmeno vi si pone l’attenzione e che, per ciò, quasi sempre sfugge: da qui nasce la ricerca per trovare quello che già è presente e che lo è sempre stato… senza nemmeno rendersene conto; da qui nasce ogni conflitto.

Gli alieni, quelli veri, siamo “noi”… alieni a noi stessi… alienati dalla perdita del contatto con l’Essenza di ciò che siamo sempre stati, che siamo e che saremo per sempre. Siamo come un uomo che guarda in uno specchio e non riconosce il proprio volto, che nemmeno si rende conto di avere uno specchio davanti ai propri occhi. Ciò che vede gli risulta estraneo e rovesciato, ciò che vede gli pare la realtà, mentre ciò che è reale non è certo l’immagine specchiata, bensì la Sostanza che si specchia.

Ci siamo convinti di essere un’immagine, una storia, un ruolo, delle parole; ci siamo convinti che la vita sia un insieme di concetti, convinzioni e credenze… cioè altre parole e storie. Ci siamo convinti che gli oggetti siano la realtà e che il soggetto sia un mito antidiluviano; non si riconosce più ciò che è oggetto di esperienza, ciò che è contenuto della coscienza e ciò che Testimonia tutto ciò che, adesso, E’. Ci siamo convinti che senza le parole nulla possa esistere od essere fatto. Senza le parole non sappiamo nemmeno più chi o che cosa siamo. Siamo diventati parole, con le parole abbiamo costruito immagini per ogni cosa e per ogni aspetto della vita, ci siamo persi l’Essere.

Nulla di grave! E’ solo il cammino dell’ego, fatto di immagini, parole, storie, convinzioni, immaginazione, retorica e condizionamento; ognuno ha la sua storia, ognuno ha il suo cammino… non ne esiste uno migliore o uno peggiore, uno più veloce o uno più lento, uno più giusto o uno più sbagliato… e ogni cammino porta ad un’unica meta… la Vita, creazione continua di Tutto Ciò che E’, o il Miracolo, allorquando si manifesta, magari inattesa, una consapevolezza inequivocabile che Quello che è non può essere diverso da Ciò che E’, nell’Istante chiamato “adesso”.

Imbocca il sentiero che più ti risuona, tanto niente e nessuno potrà darti la certezza di non sbagliare, anzi, niente e nessuno potrà mai darti alcuna certezza. Ciò che è Certo, Integro e Vero è davanti a te, è in te, è Quello che è te, che dà forma a te e a tutti i mondi possibili, completamente estraneo ad ogni limite e concetto.

Rilassati, chiudi gli occhi e abbandonati a Quello che c’è: lascia che i pensieri scorrano, che le immagini si presentino, che le sensazioni ti accarezzino, che le emozioni si palesino… lascia che qualsiasi cosa sia esattamente così com’è… non c’è bisogno di fare niente, non c’è bisogno di cambiare niente, non c’è bisogno di ottenere niente… sia quello che sia… chissà, forse un’intuizione potrebbe rivelarsi, forse una sensazione potrebbe risvegliarsi… forse “qualcosa” potrebbe acquisire consapevolezza di sè… non certo “tu”.

“Tu vedi il tuo corpo, perchè ti fa piacere vederlo; noi vediamo ciò che scegliamo di vedere”  Al di là dei Sogni, 1998.

“Oh, signore del mio ego, tu sei pura illusione, tu non esisti”  Siddharta, il Buddha, da: Piccolo Buddha, 1993.

Con affetto, Sid… Love*

Fonte del video: www.youtube.com

Fonte del video: http://www.youtube.com/watch?v=Yauv5KlEx3s

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