Jiddu Krishnamurti: Cosa ci separa dalla realtà?

Che cosa ci separa dalla realtà?

“Siete di fronte a qualcosa che accade realmente, oppure vi state soltanto immaginando qualcosa? Questo è un punto molto importante da capire. Le nostre menti sono state condizionate in ogni occa­sione ad avere a che fare con delle idee, invece che con dei fatti”.

L’altro giorno abbiamo parlato dei milioni di anni di evoluzione, attraverso i quali sono passati gli esseri umani. Evoluzione implica tempo, non solo tempo fisico, ma anche tempo interiore, psicologico.

Fin dal principio del suo esistere sulla terra, l’essere umano è cresciuto passando attraverso esperienze di ogni genere: sventure, disgrazie, ansie, paure. Così il nostro cervello ha assunto una determinata struttura, venendo modificato e plasmato dalle condizioni di vita in cui si è trovato ad evolvere.

La struttura del cervello è il risultato di quel processo nel tempo che chiamiamo evoluzione.

Ora la mente e il cervello, che sono una sola e unica cosa, non potranno mai essere liberi.

Stiamo cercando di scoprire per quale motivo gli esseri umani, pur avendo ormai dietro le spalle milioni di anni di esperienze di dolore, di piacere, di paura, continuino a vivere tuttavia sempre allo stesso modo.

Ci siamo chiesti l’altro giorno quale potrebbe essere la causa di questa situazione terrificante di incertezza, di con­fusione, di sofferenza. E abbiamo detto che una causa potrebbe essere il fatto che l’essere umano non ha mai rinunciato, nemmeno per un momento, alla ricerca della propria sicurezza, sia esteriormente, nella sua relazione con l’ambiente, sia interior­mente, sul piano psicologico.

Questa potrebbe essere una delle cause che hanno de­terminato l’attuale miserevole situazione.

Abbiamo parlato anche dell’idea della propria individualità, che gli esseri umani si sono formata durante tutto il periodo della loro evoluzione; l’idea che «io» sono se­parato dagli altri e che devo lottare contro di loro per so­pravvivere. Anche questa potrebbe essere una causa della sventura­ta situazione attuale di spaventoso disordine.

Poi abbiamo detto: una delle cause più determinanti potrebbe essere proprio il pensiero. E abbiamo sottolineato il fatto che dove c’è una causa, esiste anche la possibilità di eliminarla. Una causa, un motivo che producono i loro effetti, con­tinuano nel tempo. Ma si può porre fine alla causa. È un fatto evidente, che, credo, possiate vedere facil­mente se ci pensate un momento.

Se c’è dolore fisico, esiste anche una causa che lo deter­mina. E il dolore finisce quando ne viene eliminata la causa. In modo del tutto analogo, le nostre sofferenze psicolo­giche, le angosce, le paure, potrebbero avere una causa che le determina. Ma, allora, l’eliminazione della causa porrebbe fine al dolore.

Ora, la nostra situazione ha diverse cause? Oppure ce n’è una sola, fondamentale, che le compren­de tutte quante? Capite?

Dicevamo prima che una causa potrebbe essere il co­stante desiderio di sentirci sicuri, protetti, senza incer­tezze, appoggiati a qualcosa di stabile. Una seconda causa potrebbe essere l’individualismo, che ha portato l’essere umano a considerarsi separato dal resto dei suoi simili e a creare tra sé e gli altri una barriera in­sormontabile. Un’altra causa potrebbe essere proprio il Pensiero stesso.

L’uomo, il suo cervello, la sua mente, si sono formati in un periodo di evoluzione durato milioni di anni, ma il tempo non ha portato la libertà agli esseri umani. Può essere stata raggiunta una parvenza esteriore di libertà. È possibile viaggiare da un paese all’altro, è possibile cambiare lavoro e fare diversi mestieri; evidentemente non in un paese dove ci sia un regime dittatoriale, ma nei paesi cosiddetti democratici esiste una certa libertà di mo­vimento.

Tuttavia, interiormente, sul piano psicologico, la mente, che include in sé anche il cervello, è un prodotto del tem­po e quindi non potrà mai essere libera. Forse è questa una delle ragioni per le quali l’essere umano si è ridotto, psicologicamente, a vivere come un pri­gioniero, privo della libertà di aprirsi e di fiorire.

Se mi consentite di ricordarvelo, vi prego, pensiamo insieme! Dovete usare la vostra mente, il vostro cervello, il vostro cuore, se volete scoprire la causa di quanto sta acca­dendo nel mondo; perché se non faremo una scoperta si­mile, finiremo per distruggerci tutti quanti.

È esattamente quello che sta succedendo. Una nazione vuole essere più importante di tutte le al­tre, una tribù pretende di avere il sopravvento sulle altre. Si producono armi di ogni genere. Lo sapete, vero? Quat­trocento miliardi di dollari spesi ogni anno per la guerra.

Capite la follia di tutto questo?

Tratto da: “La fine del dolore”, di Jiddu Krishnamurti. Discorso dell’8 luglio 1980 – Saanen.

Fonte: https://www.meditare.net/wp/consapevolezza/che-cosa-ci-separa-dalla-realta-j-krishnamurti/

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