Jiddu Krishnamurti: Sull’Inconscio.

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La mente inconscia è irrilevante quanto quella conscia.

Si è scritto tanto della mente inconscia, specialmente in occidente. Ad essa è stato attribuito un significato straordinario, ma in realtà è irrilevante e di poca importanza come la mente conscia. Lo potete costatare da soli. Se osservate, comprenderete che ciò che è chiamato inconscio è il residuo della razza, della cultura, della famiglia, delle vostre motivazioni e desideri. E’ lì, nascosto.

E la mente conscia è occupata con la routine quotidiana, l’andare in ufficio, il sesso e così via. Dare importanza all’una piuttosto che all’altra sembra una cosa assolutamente sterile. Entrambe hanno assai scarso significato, con l’eccezione che la mente conscia deve avere una conoscenza tecnologica per guadagnarsi da vivere. Questa continua battaglia, sia interiore, negli strati profondi, che a livello superficiale, è il nostro modo di vivere; un modo pieno di disordine, confusione, contraddizione, infelicità e, per una mente imprigionata in tutto ciò, cercare di meditare non ha senso, è una cosa puerile.

Krishnamurti, This Light in Oneself, p 20.

C’è qualche altra parte della mente?

Vedete, finora abbiamo agito esclusivamente all’interno dell’area del pensiero, inteso come conoscenza, giusto? C’è qualche altra parte, qualche altra area della mente, che include il cervello, che non è toccata dalla lotta umana, dal dolore, dall’ansia, dalla paura, e da tutta la violenza, da tutte le cose che l’uomo ha creato con il pensiero? La scoperta di quest’area è meditazione.

Meditare implica scoprire se il pensiero può avere fine, pur funzionando quando è necessario, nel campo della conoscenza. Abbiamo bisogno della conoscenza altrimenti non saremmo in grado di funzionare, non saremmo capaci di parlare, di scrivere, e così via. La conoscenza è necessaria per funzionare, e il suo funzionamento diviene nevrotico quando lo status diventa l’unica cosa che conta, ovvero quando il pensiero entra in scena come il “me”, come status. Dunque la conoscenza è necessaria e tuttavia la meditazione è scoprire, incontrare, osservare, un’area in cui non c’è alcun movimento del pensiero. Possono le due cose coesistere in armonia nella vita di ogni giorno?

Jiddu Krishnamurti – Talks in Saanen 1974, p 69.

Una mente meditativa.

Una mente meditativa è silenziosa. Non quel silenzio che può essere concepito dal pensiero; non il silenzio di una placida sera; ma quel silenzio che sorge quando il pensiero, con tutte le sue immagini, tutte le sue parole e tutte le sue percezioni, è interamente cessato. Questa mente meditativa è la mente religiosa: la religione in cui non vi sono chiese, templi, canti.

La mente religiosa è l’esplosione dell’amore: l’amore che non conosce separazione. Per questo amore il lontano è vicino. Non è l’uno né i molti, bensì quello stato di amore in cui cessano tutte le divisioni. Come la bellezza, non è a misura delle parole. Solo a partire da questo silenzio agisce la mente meditativa.

Jiddu Krishnamurti

Fonte dei Post: http://www.meditare.net/wp/citazioni/la-mente-inconscia-e-irrilevante-quanto-quella-conscia-j-krishnamurti/

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