La rivelazione.

Terra x Blog + Nero 2015

Natura sensoriale: La rivelazione.

La rivelazione è sinonimo di risveglio e vengono percorse due vie per il raggiungimento. La prima, che è anche la più comune deriva dall’esperienza diretta della vita sull’individuo con conseguente apprendimento e successiva consapevolezza, la seconda è di natura sensoriale. La prima non possiamo altro che acquisirla col vissuto, la seconda riguarda il potenziamento sensibile con la finalità di divenire uno strumento di notevole supporto.

Natura sensoriale – intima tensione spirituale.

Rivelazione o risveglio sono indicativi di uno stato elevato di coscienza, ma oltrepassare una soglia dimensionale comporta conoscere il limite che lo impedisce. Riconoscerlo può portare delusione, come ritardi e incertezze spiegano quanto quella apertura avuta, sia ancora cosa rara e frammentaria nel ripresentarsi e per di più non riproducibile a comando, come, non potrebbe mai presentarsi niente del genere. Questo in senso generale.

Il sonno e la veglia sono due stati di coscienza naturali e tra i due, nel mezzo si configura un particolare stato di coscienza predisponente alla trance (deriv. latino transire-oltrepassare).

Tutto il tema del possibile incremento sensoriale ruota intorno a questa zona. Essa confina tra il ritmo Alpha e il ritmo Theta, quando le onde elettromagnetiche cerebrali dell’Alfa, nella loro più bassa scala di frequenza, si intersecano nelle Theta registrando un ulteriore abbassamento dei cicli al secondo. E’ uno stato ipnotico, protratto, in questo caso autoprodotto ma senza perdita di coscienza, il risveglio. Culture animistiche e sciamaniche, servendosi di suoni ripetuti e ciclici, attivano tale ritmo cerebrale.

Come tanti, dopo quasi trentacinque anni di vicinanza all’argomento, pareri ne ho sentiti tanti e francamente penso che guardare con la dovuta obiettività i propri risultati non comporta nessuno scoraggiamento, semmai mitiga l’aspetto troppo mitizzato. Una onesta valutazione di ciò che è possibile e di ciò che ancora non lo è, aiuta a mantenere vivo il desiderio di approfondimento in termini realistici.

Cosa possiamo intendere per “intima tensione spirituale” e per ”rivelazione”?

Il termine rivelazione, che sta per scoprire ciò che è nascosto all’ordinaria percezione, nella sua complessità racchiude numerosi “sentire” e, per gradi, ogni piccola rivelazione è un accostamento al piano sovrasensibile. La dimensione superiore che a mano a mano si mostra avviene con parsimonia. L’ingresso in altre realtà è possibile mediante l’utilizzo del potenziale sensibile a disposizione e questo è conseguenza dell’evoluzione. Aperture spontanee sopraggiungono in maniera naturale, oppure si introducono attraverso la meditazione, ma spesso c’è difficoltà nel saper decifrare il risultato prodotto, quando c’è. Questa è una circostanza che genera il fraintendimento tra quello che si crede di avere visto e quello che invece è. Siamo circondati dalle nostre proiezioni, che è naturale siano le prime a manifestarsi, anche mediante espressioni astratte e confuse. D’altronde il mondo spirituale è strutturato con criteri completamente diversi dalla nostra dimensione terrena. Quello che qui c’è come forma condensata, lì si esprime con un altro metodo e andrebbe tenuto presente perché è molto faticoso intercettare l’emanazione prima che si aggreghi nella forma tridimensionale.

Ogni essere è così diverso ed unico e i segnali uditivi, visivi, tattili, cinetici e olfattivi variano per predisposizione di sensibilità di un senso. E’ corretto però basarci su un comune denominatore: la contiguità dei corpi sottili è per tutti uguale. Uno avvolge l’altro e scopriamo sempre, inizialmente, il velo di quello più vicino e l’astrale emotivo sarà il primo incontro. Questa regola naturale offre l’opportunità di sviluppo dei sensi relativi a quel piano, incominciando così un processo di espansione.

Ognuno, attraversando il proprio piano astrale prima e mentale dopo, capterà ciò che è contenuto in esso e trattandosi di realtà interiori, ogni iniziale rivelazione avrà carattere solamente soggettivo. Deve rallegrare il fatto che portare alla luce e quindi svelare il potenziale proprio, serve per accorgersi di cosa c’è in potenza. In potenza significa tutto ciò che esiste in maniera latente, senza attivazione né consapevolezza.

Solo successivamente, esiste lo stato di illuminazione, dove sconfinata la propria soggettività, il piano akasico, liberato dall’influenza della personalità, permetterà una visione più oggettiva e trans-personale. E’ il caso eccezionale attribuibile a quell’individuo dotato di perfetta conoscenza, capace di cogliere informazioni fisiche, emotive e di pensiero, sia passate che future di un altro individuo vicino o lontano che sia, essendo la sua coscienza fuori dalla linea spazio-temporale.

Ma tornando ad una più plausibile nostra posizione, le realtà interiori ancora vergini, sono spazi immensi, propri mondi da attraversare e per quanto è possibile, è augurabile cominciare a viverli nella sequenza che la giusta “tensione spirituale” permetterà la loro possibile rivelazione, a volte anche con letizia e stupore.

Però, il banco di prova è sempre nella vita materiale. Affinchè sia produttivo, l’elemento in più che dal mondo archetipale viene “carpito” e portato alla consapevolezza della persona e considerato che da lì in poi ne dispone come conoscenza, la deve verificare nel tangibile. Altrimenti rimane una bella esperienza, senza possibilità di verifica. Questo è un punto cruciale. Sarà un accertamento continuo che spesso fa riconoscere quanti sono i limiti da superare, non riuscendo a tradurre l’ermetismo spirituale che, tramite un segnale, invia un’informazione che contiene un senso profondo e preciso, ma che necessita di una codifica per essere compreso. E’ il caso dei simboli, delle forme geometriche, dei colori, delle luci, oppure di informazioni astratte, semplici suoni o singole parole.

Ma l’intima tensione, cos’è, come possiamo in parole semplici tradurre quel giusto stato che permette il manifestarsi della rivelazione?

A questo proposito, nonostante sia stato scritto molto, aggiungerei un estratto che forse in diversi conosceranno già. Una parte di un brano di Roberto Assagioli, concisa e chiara può fare luce, soprattutto nell’essere particolarmente precisa nello spiegare bene la differenza tra tensione spirituale e tensione personale.

“Anzitutto: raccoglimento dalla periferia al centro. E’ importante traversare rapidamente, per così dire, il livello emotivo e immaginativo per non disperdersi nelle impressioni psichiche che possono venire quando ci soffermiamo in esso. La coscienza deve essere tenuta ad un alto punto di tensione interna. Questa tensione – che è una consapevolezza vigile, una “presenza” Spirituale a noi stessi – è la condizione essenziale per ogni conquista Spirituale. Essa può essere considerata una combinazione dell’ Intenzione e dell’ Attenzione.

L’ Intenzione è quella che ci sospinge a penetrare a livelli più alti di coscienza; l’Attenzione è la concentrazione o “accentramento” e il mantenerla fissa al livello raggiunto.

Si noti che la tensione spirituale è diversa dalla tensione personale. Sono anzi due condizioni opposte. La seconda ostacola la prima, mentre la tensione spirituale può meglio venire attuata e mantenuta in uno stato di rilasciamento fisico e di calma emotiva e mentale. Questa tensione è seguita dal silenzio, un silenzio vivente che crea le condizioni necessarie per ogni rivelazione. […]”. (Roberto Assagioli – Archivio Assagioli Firenze)

La seconda ostacola la prima: la tensione personale ostacola la tensione spirituale. La tensione spirituale, deve quindi essere totalmente esente di: resistenza fisica, enfasi emotiva e pensiero che scorre. In questa quiescenza sensoriale l’Essere deve però essere vigile e presente a sé.

Talvolta, uno stato di elusione dei sensi, avviene in maniera spontanea prima di addormentarsi, raggiungendo un ritmo cerebrale di onde Alfa a ridosso delle Theta. La sensazione di vuoto, espansione o precipitazione che può sopravvenire in quel momento, se non ci si addormenta e permane la vigilanza e la presenza a sé, concede qualcosa. Il suono udibile, scricchiolìo, rombante rumore metallico, forte vibrazione, indica l’accesso in altra dimensione. Il passaggio dimensionale è sempre avvertibile, a volte anche con senso di ovattamento dell’udito fisico, che aprendosi sul livello superiore, scansa per un attimo la frequenza tridimensionale, facendola risultare assente.

Può capitare anche di vedere l’ambiente circostante con altri occhi, cosa che si differenzia dalla proiezione di coscienza o visione psichica. All’inizio l’immagine sarà sempre nitida al centro e sfumata d’intorno come se la messa a fuoco fosse intensificata nel centro del campo visivo, ma permettendo una veduta molto ravvicinata degli oggetti che esalta i minimi dettagli, come sotto una lente di ingrandimento.

Tante ancora sono le variabili possibili e confrontandosi con gli altri, condividiamo la diversità della rivelazione personale.

Ogni raggiungimento sensoriale non teme retrocessione, l’acquisizione stabilisce che un potenziale si è attivato ed è in uso alla persona che lo svilupperà. Ma la vera utilità è comprendere che, nella vita quotidiana, il “rivelato” si traduce come elemento in più di intuizione, discernimento, capacità di vedere oltre l’apparenza delle cose, riconoscimento del nesso causale delle situazioni. Come una divinazione in senso pratico, la natura sensoriale diviene uno strumento di supporto. Questo è il risultato augurabile a tutti.

Lucia

Fonte del Post: http://www.liberamente.co/cms/articles/2015/10/21/natura-sensoriale-la-rivelazione

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