La Vita è immateriale.

Terra x Blog + Nero 2015

La Vita è del tutto immateriale.

Sembra un’affermazione forte. Eppure è la verità. La vita è uno stato d’animo. Un modo di decodificare gli avvenimenti, che ci porta a sentirci bene o male, secondo come interpretiamo la realtà.

Un evento in sé non è né buono né cattivo. Ma il nostro vissuto interiore determina profonde differenze nella percezione di ciò che accade.

Stare rinchiusi in una camera di tortura, dove manca l’aria, il caldo umido toglie il respiro, la nebbia impedisce di distinguere i contorni delle cose, mentre getti di aria rovente e di acqua gelata sferzano il corpo privo di vestiti, può essere un’esperienza angosciante o un benessere esclusivo (chiamato sauna), che le persone scelgono di vivere per ritemprarsi dopo una giornata di lavoro e sentirsi in forma nel corpo e nello spirito. La differenza è nello stato d’animo con cui sperimentiamo l’esistenza.

Nel film “La vita è bella” un padre, deportato insieme al suo bambino, descrive a quest’ultimo la dura realtà dei campi di concentramento e delle torture inflitte agli ebrei in un modo poetico e capace di fargli attraversare quella terribile esperienza come se fosse un gioco. Il film, premiato con numerosi oscar, ci mostra in modo semplice ed efficace l’importanza della dimensione immateriale, evidenziando quanto la lettura degli avvenimenti determini la nostra verità.

Viviamo nella cultura dell’indifferenza e del cinismo e abbiamo perso il contatto con l’intimità dei sentimenti. Questa lobotomia interiore genera innumerevoli sofferenze, psicologiche e fisiche, di cui non conosciamo la cura, perché abbiamo nascosto le cause dietro una pericolosa anestesia emotiva.

Il pensiero materialista ci spinge a focalizzare l’attenzione solo sugli aspetti concreti, facendoci perdere di vista l’importanza di ciò che non si può toccare. In questo modo, la morte diventa una grande nemica, l’enigma con cui siamo costretti a confrontarci, senza mai trovare risposte adeguate, il mistero che ci atterrisce perché ne abbiamo perso il valore intimo e profondo. Ai nostri occhi, abbagliati dalla materialità, sembra assurdo che un corpo amato possa sparire nel nulla, inghiottito dalla vecchiaia, da un incidente o da una malattia di cui non si conosce la cura.

Quando muore una persona cara, ci sentiamo disperati e impotenti, e non ci aiutano i valori della fisicità, né la certezza di essere l’unica specie intelligente sul pianeta, l’unica razza creata da Dio a propria immagine e somiglianza. Nonostante la nostra proclamata superiorità su tutte le altre creature viventi, in quei momenti difficili il dolore annichilisce ogni ragione, costringendoci a scoprire di aver perso le chiavi interiori dell’esistenza.

Gli animali possiedono una cultura differente dalla nostra e si affidano a un potere più grande, accogliendo con umiltà la fine del corpo. Lasciano che la vita faccia il suo corso e nella morte riconoscono la potenza della Totalità. Per loro l’immaterialità è un valore. L’ascolto dei sentimenti e delle sensazioni intime è un codice di comunicazione, senza il cui aiuto non potrebbero nemmeno sopravvivere. Le specie diverse dalla nostra usano con naturalezza la telepatia, il sesto senso e l’istinto. E in questo sono profondamente diverse da noi. Sanno intuitivamente, senza bisogno di parole, che esiste una dimensione invisibile agli occhi, ma pregnante e indispensabile per la qualità della vita.

È uno spazio della coscienza, in cui i legami affettivi intrecciano una realtà fatta di sensazioni che la ragione non comprende. Gli scienziati la chiamano non località. I mistici preferiscono parlare di Legge Universale, Dio, Estasi, Illuminazione… o altre cose del genere. I pranoterapeuti lo definiscono campo energetico. Il buon senso comune li addita come fenomeni paranormali. Ognuno utilizza una diversa terminologia. Ma tutti sono d’accordo nel dichiarare l’esistenza di una verità che non si percepisce con i sensi fisici e che esiste in una dimensione immateriale della realtà. Una dimensione intangibile e importante, perché dal suo riconoscimento dipendono il nostro benessere e la possibilità di vivere una vita appagante.

La morte ci mette bruscamente in contatto con la profondità della Totalità, costringendoci a riconoscere il valore dei legami emotivi. Ma nei momenti in cui il dolore annichilisce il pensiero, è difficile articolare una comunicazione efficace e capace di individuare il senso profondo dell’esistenza. Nella sofferenza non è possibile sperimentare le dimensioni immateriali, perché il dolore impedisce l’ascolto dei messaggi interiori.

Per ritrovare chi abbiamo amato, anche in assenza del corpo fisico, occorre permettersi un contatto quotidiano col mondo intangibile dell’emotività. Solo nell’unione intima, infatti, diventa possibile riconoscersi senza la concretezza a cui siamo abituati e sperimentare il legame al di là dei cinque sensi che chiamiamo realtà.

Per muoversi nelle dimensioni rarefatte della coscienza è necessario imparare a distinguere i vissuti interiori e accogliere la propria sensibilità, fino a concedersi la fiducia nella soggettività. Fiducia e soggettività, infatti, sono i codici che ci consentono di andare oltre il corpo e di incontrarci fuori dalle coordinate dello spazio e del tempo.

Per potersi abbandonare al potere magico delle dimensioni più rarefatte è necessario abituare la mente alla verità del mondo interiore. Occorre aprirsi a una cultura nuova, fatta di sensazioni più che di azioni, di ascolto partecipe e attento, di empatia e di abbandono. Per esplorare le dimensioni immateriali bisogna avere la possibilità di sorprendersi e permettere che l’ignoto si riveli in tutta la sua multiforme verità.

Nella Totalità valgono leggi diverse da quelle della fisicità. Un amore privo di possesso, libero dai contratti e dalle pretese imposte dalle nostre tradizioni, dispiega le sue infinite potenzialità rivelandoci le leggi di un mondo che cammina, da sempre, affianco alla nostra fatica quotidiana, fatta di impegni, di fretta e di concretezza. È un amore colmo di reciprocità, di rispetto e di attenzione per la verità dell’altro. Anche quando questa verità non soddisfa le nostre aspettative. È un amore fiducioso e innocente, come quello che hanno gli animali. Qualcosa che bypassa la razionalità e ci connette con le profondità della vita.

Gli scienziati stanno ancora cercando di capirlo. La ragione non se lo permette. Il cuore lo riconosce d’istinto. Senza bisogno di spiegazioni.

Carla Sale Musio

Fonte del Post: http://carlasalemusio.blog.tiscali.it/2016/12/24/la-vita-e-del-tutto-immateriale/

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