Mooji: “Colui che fa” è un mito.

Terra x Blog + Nero 2015

“Colui che fa” è un mito.

In molti templi dell’ India, si può vedere gente bruciare la canfora. Quando la canfora brucia, la fiamma è di un colore acceso e brillante e, quando si esaurisce, non rimane residuo. Questa canfora rappresenta la tua identificazione ed il fuoco, è il Satsang. Esso rimuoverà tutte le tue identificazioni; non verrà lasciato niente. Sii come questa canfora.

Infatti, se tu lasci la canfora a contatto con l’ aria, dopo un paio di settimane sarà evaporata. Una volta comprai una scatola di canfora e non ne sapevo molto a riguardo a quel tempo. Avevo messo da parte questa scatola nella mia stanza e poi me ne ero dimenticato. Dopo alcuni mesi, quando andai ad aprire la scatola non c’era più niente, era svanita. Che meraviglia!

Così come la canfora, anche tu svanisci. Cosa significa che tu svanisci? Che svaniscono via tutte le idée che avevi accumulato su te stesso. Persino in questo momento, cosa è rimasto?

Sapete cosa… Guardo ad alcuni di voi e posso vedere. Guardo nei vostri occhi. In alcuni di voi non c’è niente dietro quegli occhi. Niente. C’è soltanto un guscio vuoto che siede quà. Vuoto. Avete lo sguardo di quei polli quando stanno nel pollaio, uno sguardo che sembra rivolto verso dentro, come quando il pollo sta seduto sull’uovo. Avete quello stesso sguardo vuoto: non c’è nessuno lì. Allo stesso tempo queste parole stanno semplicemente manifestandosi nella coscienza. Sono ascoltate. La percezione è attiva. L’atto di percepire è percepito. Ma cosa mi dite di voi, i ‘percettori’ ? Che immagine puoi presentare come te stesso in questo momento? Dove sei tu in tutto questo? E allo stesso tempo vedo che non c’è ansia. Non c’è turbolenza. Stai quì. Stai quì. E non intendo dire ‘siediti tranquillo, chiudi il mondo là fuori e nasconditi’. Questa è soltanto un’ altra idea.

Satsang non è contrario all’ attività. L’ attività si manifesta. Ed inoltre si può vedere come un certo potere crea questa attività. Essa si dispiega e questa attività è inoltre manifesta attraverso questa forma, il corpo. L’identificazione e tutto quanto è l’attività di un qualche potere. Com’è possible questo? L’attività si manifesta nella coscienza. Che cos’è che è consapevole di questo? Tu sei la consapevolezza in cui tutto questo si sta semplicemente manifestando. Lascia che sia così. Non c’è bisogno di interferire. E alla presenza di una certa sensazione, inclinazione, l’urgenza a reagire si manifesta ugualmente; e questo è molto naturale.

Abituati a te stesso come vuoto.

Non è che sto quì a sostenere che dovresti interpretare un nuovo ruolo! In realtà sto rimuovendo tutti i tuoi ruoli. Chi è colui che interpreta questo ruolo? Il senso di essere ‘colui che fa’ è un mito. La forza vitale che è inerente alla coscienza si sta manifestando spontaneamente e c’è l’osservazione di ciò. Ma tu non sei l’ osservatore. L’ osservazione si manifesta spontaneamente.

Allora, che cosa sei tu? Abituati all’ idea di te stesso come vuoto – vuoto al di là del concetto di vuoto. Come posso toccarti? Che cosa c’è lì che io posso vedere di te? Dove ti trovi? Non sei anche tu non altro che un’ idea in tutto ciò?

Adesso, arriva la paura. La paura si manifesta. “Oh, se io non esisto, come posso andare avanti?” Anche questo è inoltre un pensiero. Nell’ essere non c’è continuità o discontinuità. Questi sono semplicemente pensieri. Tu sei abbastanza a tuo agio quì. Rilassamento totale nell’ essere. Presenza totale. Quì è dove tu non sei. Di questo tipo di pazzia noi ne parliamo soltanto quì, eppure tutto ciò risuona con verità totale e chiarezza in te. Non potrai mai formulare questo in maniera efficace. Non c’è parola che possa trasmettere questo. Semplicemente tu sei. Onora questo. Come? Tenendo a bada la tendenza a farti trasportare dai tuoi pensieri.

I pensieri si manifestano. Lasciali sorgere, non aver paura. Resta solo come vuoto. Tieni la mente neutrale. E allora ciò che è chiamato la mente sarà soltanto il Sè. Resta quì. Tu sei già tutt’uno con questo. Ma hai soltanto sognato che tu eri altro che questo.

Ti rammento che una delle tendenze più endemiche della coscienza, quando è identificata, è di manifestarsi come ‘io sono colui che agisce’. Non toccare questa sensazione di essere colui che agisce, e sarai libero. Tocca colui che agisce, sii questo che agisce e il karma sarà lì per te e tu raccoglierai i frutti del karma. Quando sei colui che agisce, tu ti prendi la responsabilità della tua identificazione. Non toccare questa sensazione di essere l’attore, e starai come libertà. L’attività non implica credere di essere colui che agisce. L’attività si manifesta da sè, spontaneamente. Tocca invece l’azione e tu comincerai a navigare nel mondo della manifestazione: cominci ad evitare, scegliere, giudicare; vai nel campo dello stento, dell’arroganza, orgoglio – le malattie dell’ umanità, direi. Resta localizzato solo come vuoto e guarda.

Allora si manifesterà il pensiero “ma, come posso stare soltanto come questo quando ho tanti doveri da dover adempiere?”. Alcune persone hanno detto: “sì, va bene venire al Satsang ed avere tutte quelle belle sensazioni, ma adesso devo ritornare indietro nel mondo reale”. Che cos’è che è il mondo reale? Allora intendi dire che devi ritornare al mondo irreale. Resta come reale. Che cos’è il reale? Il reale non è mancanza. Tutto questo, tutto ciò che tu percepisci, ricordi, pensi, è una rappresentazione nella coscienza. Quando noi diciamo ‘mondo reale’, noi spesso intendiamo il ritornare indietro all’insanità dell’identificazione. Tu hai quest’impressione che senza trattenere quello che percepisci e concepisci come il tuo ruolo, come i doveri di colui che agisce, che allora tu possa essere come morto.

Ma ti dico che qualsiasi ruolo questa espressione corpo-mente è venuta a mettere in scena, essa verrà fatta. Se tu pensi che ascoltare e onorare quello che hai sentito quì significhi semplicemente sedere nella tua stanza e non andare da nessuna parte e non vedere nessuno, allora ti stai tristemente sbagliando. La vita continua, ed infatti, essa si metterà in atto molto più riccamente, molto più bella, ma tu non vorrai scambiare la tua pace per essa. Quando tu resti focalizzato come vuoto, tu vedrai che ogni cosa è lì.

Se tu vedi la personalità soltanto come un ruolo che la coscienza gioca in questa forma, allora va bene. Tu non devi andare da nessuno e dire “non sono più John adesso, io sono l’IO”. Quello non è vero. Tu puoi dire ‘io,me e mio’, o ‘sto facendo questo’, ‘sto andando lì’, ma non lascerà nessuna forte impressione nella coscienza. È meraviglioso quando è visto dal posto della non identificazione; con l’ identificazione diventa molto caotico.

Prendi esempio da me. Anch’io sono quì. Alcune persone potrebbero dire “ma tu vai in giro viaggiando e parli alla gente. Questo è quello che fai tu”. Ma ci sono molte diverse espressioni per me pure. Anch’ io faccio il mio piccolo chai shop e a volte l’ energia è invece per fare giardinaggio, o per viaggiare o qualsiasi altra cosa. Succede. Non interferisco con questo. Lascio che questa cosa si manifesti, e va bene. E sono lì presente in tutto quanto. La mia gioia non è diminuita, la mia pace non è diminuita.

Naturalmente ci sono volte che il corpo è quì, la mente è quì, la coscienza è quì, e tutto ciò si rappresenta nella coscienza, e la coscienza non è una brava persona. Buona, cattiva, indifferente, c’è tutto ciò. Io non mi identifico con la coscienza. Osservo soltanto che questo è un ruolo, in qualche modo tutto questo sta emanandosi, danzando, in accordo con la sua natura. Ma in essenza, la coscienza è pura. Quella coscienza pura è la coscienza Io Sono, in tutto questo è la radice, pervade ogni cosa, ma è l ‘ultima cosa ad essere vista. Piochè una volta che la coscienza prende su un’identificazione, questa essenza in qualche modo è eclissata dai suoi propori interessi, le sue prefenze, i suoi gusti e le sue tendenze. Essi la ricoprono. E così cade nella confusione. È ipnotizzata da quello che percepisce. Prende le semplici percezioni per se stessa, e la sua pace intrinseca, gioia, vuoto, calma, silenzio e amore diventano oggetti in essa, e sono ricercati attraverso le relazioni o negli altri, piuttosto che riconoscerli come il suo stato connaturato. Questo viene mancato. Chi è che lo manca? La coscienza in identificazione che noi chiamiamo “te, me , Harry, John, Susan”. Giusto vedere questo è abbastanza. Vedi questo profondamente, non in maniera intellettuale, ma con l’urgenza e il desiderio di essere liberi. Vederlo con l’onestà fino alla radice, consegna rapidamente questa coscienza confusa al suo puro essere, essenza, gioia.

Non imparerai questo nella tua università, non lo imparerai nei café, e non te lo ricorderai nel mercato. Questo è il tuo momento. Afferra questo momento. Sii completamente aperto, presente, disponibile, onesto. Lascia che questa sia la vera scoperta, questa la ricognizione che ti lascia come sei sempre stato. È per la tua buona fortuna che sei quì adesso. E quì adesso non sono le 7:30 di sera a l numero 12 di Fairview House, sedendo con Mooji. Quì è al di là del posto. Adesso è fuori dal tempo. E questo quì adesso tu non puoi mai andare via. Che cosa farai per andare via? Tu sei in unità totale con il tuo proprio essere.

Assorbi profondamente quello che ti sto dicendo. Lascia che venga assorbito completamente dalla tua coscienza. Dopo di che, e da se stessa, la tua visione e il tuo approccio alla vita saranno radicalmente differenti. Lascia che la tua mente e le tue tendenze siano pienamente battezzate in questa comprensione. Satsang per la mente è un bagno d’acido sulfurico, la tua identificazione viene messa a mollo. Conduci la tua coscienza a riposare in se stessa. Lascia che questa coscienza incameri in se stessa questo senso ‘io sono solo quello che sono’. Resta solo come ‘io sono’, resta soltanto come consapevolezza; resta soltanto come vuoto. Mantieni la tua mente neutrale. È abbastanza. Questo è tutto.

Questo è al di là del dire: questo è. Quello che ti ho detto è tutto ciò che tu hai bisogno di sapere. È tutto ciò che tu hai bisogno di sentire. CIò nonostante lo ripeterò ancora ed ancora. È il sapone che lava via tutte le impressioni. Poichè tutte le impressioni viste dal vero te sono non vere. Questo ti lascierà come il ‘te senza te’. Sii questo te-meno di te. Resta come ciò. Questo è il glorioso stato senza stato. L’Assoluto. Quì ti sei incontrato e dissolto con la tua natura di Buddha, con la tua coscienza di Cristo, con la tua coscienza di Krishna. Quì tu sei tutt’ uno con te stesso. Tu hai sentito dire dalla gente “L’amore soltanto”; questa unità è amore. Resta come amore. Riposa in questo amore.

Non ci sono sforzi, nè ginnastiche spirituali o religiose da praticare – soltanto il cammino dalla mente al cuore. Non aspettare che questo succeda. Questo non è un viaggio. Ma è dove tutti i viaggi finiscono. La Verità non è un nucleo di concetti. Tutti i concetti si dissolvono in questo, lasciandoti così come sei. Abituati a te senza l’informazione di te. In questo, come questo, non c’è CV, nè album dellle foto dellle esperienze passate. Non ci sono storie. Stai così. Da quì tu vedrai molto chiaramente, con freschezza, l’ attività della mente e l’identificazione si manifesterà. E sarà vista. Il tuo potere di vedere con distacco è la tua gioia, la tua libertà.

Mooji

Fonte del Post: http://mooji.org/lang/it/dialogue_04_it.html

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