Nisargadatta Maharaj: Nel sonno, che fate?

Nisargadatta Maharaj: Nel sonno, che fate?

D.: Domanda
M.: Maharaj

D.: Nel sonno, che fate?
M.: So di dormire.

D.: Il sonno non è uno stato d’incoscienza?
M.: Certo. So di essere incosciente.

D.: E quando siete sveglio o sognate?
M.: So di essere sveglio o di sognare.

D.: Non capisco. Vorrei precisare i miei termini: per “addormentato”, intendo non-cosciente; per “sveglio”, cosciente; per “stato di sogno”, cosciente della mente, non dell’ambiente esterno.
M.: Per me è lo stesso, con una sola differenza. Tu, in ognuno dei tre stati, sei dimentico degli altri due, mentre per me c’è un solo stato, che include veglia, sogno e sonno profondo.

D.: Il mondo va in una direzione, ha uno scopo?
M.: Il mondo è il riflesso della mia immaginazione. Tutto ciò che voglio vederci, vedo. Perché dovrei inventare modelli di creazione, evoluzione e distruzione? Non mi servono. Il mondo è in me, è me. Non lo temo e non desidero racchiuderlo in un quadro mentale.

D.: Tornando al sogno, voi sognate?
M.: Certo.

D.: Che cosa sono i vostri sogni?
M.: Echi della veglia.

D.: E nel sonno profondo?
M.: La coscienza cerebrale è sospesa.

D.: Allora non siete cosciente?
M.: Ignoro ciò che è intorno, questo sì.

D.: Lo ignorate del tutto?
M.: Resto consapevole di essere incosciente.

D.: “Consapevole” e “cosciente” non significano la stessa cosa?
M.: La consapevolezza è primordiale; è lo stato originale, senza inizio, senza fine, non causato, non sostenuto, senza parti, né mutamento. La coscienza è per contatto, il riflettersi su una superficie, uno stato di dualità.

Non può esserci coscienza senza consapevolezza, ma può esserci consapevolezza senza coscienza, come nel sonno profondo. La consapevolezza è assoluta, la coscienza è relativa al suo contenuto; la coscienza è sempre di qualcosa: è parziale e mutevole. La consapevolezza è totale, immutevole, calma e silenziosa. La matrice comune a ogni esperienza.

D.: Come si penetra oltre la coscienza nella consapevolezza?
M.: Poiché è la consapevolezza che rende possibile la coscienza, c’è consapevolezza in ogni stato della coscienza. Perciò proprio la coscienza di essere consapevole è già un movimento verso la consapevolezza. La tua attenzione al flusso della coscienza, ti porta alla consapevolezza. Non è un nuovo stato. È subito riconosciuto come lo stato originale e fondamentale, che è la vita stessa, e anche gioia e amore.

D.: Se la realtà è sempre con noi, in che consiste l’autorealizzazione?
M.: La realizzazione è il contrario dell’ignoranza. Prendere il mondo per reale e il sé per irreale, è ignoranza, che provoca il dolore. Cogliere il sé come l’unica realtà, e la fugacità di tutto il resto, è libertà, pace e gioia. È molto semplice.

Invece di vedere le cose come se le immaginassi, impara a vederle come sono. Quando saprai vedere tutto com’è, vedrai anche te stesso come sei. È come pulire uno specchio. Lo stesso specchio che ti mostra il mondo com’è, ti mostrerà anche il tuo vero volto. Il pensiero “Io sono” è lo straccio che pulisce. Usalo.

Tratto da: “Io Sono Quello”, di Nisargadatta Maharaj

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