Osho: L’Amore. Parte 2.

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 L’Amore. Parte 2.

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Coloro che non cercano il potere ma sono alla ricerca dell’amore, che distribuiscono amore dappertutto e ovunque, vivono in una beatitudine esaltata. Più una persona è colma d’amore, più profondi sono l’appagamento, la soddisfazione, la gioia, il senso di realizzazioe che egli troverà nell’intimo del cuore. Una persona così illuminata non si preoccuperà del sesso; non dovrà neppure sforzarsi di non guardare da quella parte. E questo perché l’appagamento e la beatitudine che si possono trovare nel sesso gli saranno sempre disponibile attraverso l’amore.

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La vita è un flusso continuo, tutto cambia, si muove. Nulla è statico, nulla è permanente. Ti è stata data l’idea di un amore permanente, che finirà con il distruggerti la vita. Ti aspetterai amore eterno dalla povera donna, e lei si aspetterà amore eterno da te. L’amore diventa secondario, la sua permanenza diventa primaria. E l’amore è un fiore così delicato che non può venire obbligato a essere permanente. Puoi avere fiori di plastica; ed è quello che abbiamo – matrimonio, famiglia, figli, parenti, tutto è di plastica. La plastica ha una qualità spirituale: è permanente. L’amore vero è incerto, come incerta è la vita. Non puoi dire che domani sarai qui. Non puoi nemmeno dire che sopravviverai il prossimo momento. La vita cambia costantemente – dall’infanzia alla giovinezza, alla mezza età, alla vecchiaia, alla morte, continua a cambiare. Un amore reale cambierà allo stesso modo. È possibile che se sei illuminato il tuo amore sia andato oltre le leggi ordinarie della vita. Non è né mutevole né permanente, semplicemente è. Non è più questione di come amare – tu sei diventato amore, e tutto quello che fai è amore. Non è che tu faccia qualcosa di particolare che si chiama amore – tutto quello che fai trabocca del tuo amore. Ma prima dell’illuminazione il tuo amore sarà come tutto il resto: continuerà a cambiare.

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Il vero amore è sempre nuovo. Non diventa mai vecchio perché non è cumulativo, non è possessivo. Non sa nulla del passato; è sempre fresco, fresco come una goccia di rugiada. Vive momento per momento, atomo per atomo. Non ha continuità, non conosce tradizioni. Muore ogni momento, e ogni momento rinasce. È come il respiro: inspiri ed espiri; e poi di nuovo inspiri ed espiri. Non accumuli il respiro dentro di te. Se lo facessi moriresti, perché diventerebbe stantio, morto. Perderebbe vitalità, perderebbe la qualità della vita. L’amore è la stessa cosa: è un respiro che si rinnova in ogni momento. Quando il tuo amore si blocca e smette di respirare, la vita perde ogni significato. Questo è proprio ciò che accade con le persone: la mente prende un tale predominio da influenzare persino il cuore e farlo diventare possessivo! Il cuore non conosce la possessività ma viene contaminato dalla mente, ne viene avvelenato. Quindi ricorda: ama l’esistenza! Lascia che l’amore sia come il respiro: inspira, espira, ma fa’ che sia l’amore che entra ed esce. A poco a poco devi creare con ogni respiro la magia dell’amore. Fanne una meditazione: quando espiri, senti che stai riversando il tuo amore nell’esistenza; quando inspiri, l’esistenza riversa il suo amore dentro di te. Vedrai come molto presto la qualità del tuo respiro cambierà, come diventerà completamente diversa da tutto ciò che hai provato finora. Per questo in India chiamiamo il respiro “prana”, vita: non è solo respiro, non è solo ossigeno. Qualcos’altro è presente: la vita stessa.

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Il vero amore dona una libertà totale, è incondizionato, non chiede nulla, dona, condivide. Ed è felice per questo. E ti è grato perchè l’hai accolto. Non chiede nulla. Molto giunge a lui, ma in sè non chiede nulla. Non fai che preoccuparti se l’altro ti ama e quanto ti ama. Non porti mai simili domande. Chiediti sempre se tu ami, perchè solo questo conta. Sei TU che devi amare.

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L’umanità è tuttora allo stato barbarico, non sappiamo ancora cos’è l’amore. Se io amo una persona, mi sento grato perché mi ha permesso di amarla, ha accettato il mio amore e non l’ha respinto. Questo è tutto. Ma non divento la sua prigione – lei mi ha amato e, come ricompensa, io le creerei una prigione intorno – io l’ho amata e lei, come risultato, lei creerebbe intorno a me una prigione. Ci scambieremmo davvero grandi ricompense! Io amo una persona e le sono grato: la sua libertà rimane intatta. Non gliel’ho data io. La libertà è un suo diritto acquisito con la nascita e il mio amore non può togliergliela. Come potrebbe l’amore togliere la libertà a una persona, in particolare alla persona amata? La libertà è un diritto di ogni essere umano. Tu non puoi neppure dire: “Io le do libertà”. Innanzitutto, chi sei tu? Sei solo un estraneo. Vi siete incontrati lungo il cammino, per caso, accidentalmente, e lei è stata tanto gentile da non rifiutare il tuo amore. Siile riconoscente e lascia che viva come vuole la sua vita e tu vivi come vuoi la tua. Il tuo stile di vita non deve interferire con il suo. Questa è la libertà. Allora l’amore ti aiuterà a essere meno teso, meno in ansia, meno angosciato e più gioioso. Ma ciò che accade nel mondo è l’esatto contrario. L’amore crea infelicità e dolore immensi, tanto che ci sono persone che alla fine decidono di non amare più: chiudono le porte del cuore perché hanno imparato che l’amore non è altro che un inferno. Ma chiudere le porte del cuore significa chiudere le porte alla realtà, all’esistenza: perciò non è una via che sostengo. Vi dirò: “Cambiate il modo di amare! Avete costretto l’amore in una situazione sgradevole – cambiate questa situazione!”. Fate in modo che l’amore diventi un aiuto alla vostra crescita spirituale. Fate in modo che l’amore diventi un nutrimento per il cuore, che diventi il coraggio capace di aprirvi il cuore – non solo a una persona ma a tutto l’universo.

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L’amore non deve obbligatoriamente avere qualcosa a che fare con la sessualità. La sessualità può far parte dell’amore o può anche non farne parte. Puoi essere innamorato di una persona senza avere con lei alcun rapporto sessuale. Questo è ciò che noi chiamiamo amicizia. E’ scomparsa dal mondo perché noi conosciamo solo un tipo d’amore, quello sessuale. L’amore privo di sessualità è ormai inesistente. Di fatto, quello è l’amore! L’amicizia è un amore più profondo, rispetto a una relazione sessuale, perché l’amicizia dà senza chiedere niente in cambio. La relazione sessuale è uno sfruttamento reciproco: tu sfrutti il corpo dell’altro e l’altro sfrutta il tuo. Entrambi vi usate a vicenda. Ma dichiarare che questo è un rapporto di pura sessualità ci sembrerebbe brutto, perciò lo chiamiamo amore.

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Un giorno t’innamorerai e capirai che l’amore non è solo un fatto fisico, un’attrazione chimica; è qualcosa di più alto, di più elevato: sono due vibrazioni che cadono in sintonia, due spiriti che si sentono vicini, due esseri che si sentono in armonia. Il mio parere è questo: se due corpi si sentono attratti reciprocamente, è sesso; se due menti si sentono attratte reciprocamente, è amore; se due anime si sentono attratte reciprocamente, è preghiera. La preghiera è la forma più elevata. Il sesso è la forma più bassa.

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Crescete fino a toccare la pienezza dell’amore. Dovremmo adorare l’amore; dovremmo donare amore; dovremmo vivere in amore. Ma il solo amare gli altri non è ancora una realizzazione; dedicarsi all’amore significa colmare la nostra intera personalità d’amore. Parlo di un’educazione totale nell’amare. Dovremmo saper sollevare un sasso come se sollevassimo un amico; dovremmo saper stringere la mano di un nemico come se tenessimo la mano di un amico.

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Quando un essere umano è in grado di stare solo ed essere felice come quando è insieme a qualcuno, non cadrà mai più prigioniero dell’altro. Non avrà più la sensazione che “qualcuno mi ha in suo potere.” In quel caso sarete due persone indipendenti che condividono la propria indipendenza, condividono la propria infinita libertà. Ma quella condivisione non ha altri bisogni, non ha altre motivazioni: si tratta solo di sovrabbondanza. Per cui non ti senti ferito, non hai la sensazione di essere diventato uno schiavo. E nessuno dei due possiede l’altro: ogni possessività scompare.

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Il vero amore non è un tentativo di combattere l’isolamento. Il vero amore è aiutarsi reciprocamente a trasformare il senso di isolamento in solitudine: se ami una persona, l’aiuterai a essere sola; non cerchi di riempirla, non cerchi di completarla in qualche modo con la tua presenza. Aiuti l’altro a essere solo e talmente appagato con il proprio essere che tu non sarai necessario. Quando una persona è totalmente libera, da quello spazio di libertà può condividere, e condividere moltissimo, ma non per bisogno. Dona in pienezza, ma non è un baratto: dona in abbondanza perché ha moltissimo, dona perché donare le dà gioia.

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L’amore può concentrarsi troppo sull’oggetto, sull’amato. Così inizi a soffrire, diventi dipendente, e nessuno ama essere dipendente. L’alternativa è che l’amore non sia indirizzato a una persona in particolare o a un oggetto particolare, ma prenda la direzione diametralmente opposta – non verso l’oggetto ma verso la propria soggettività. E così si diventa amore. Non si tratta di amare qualcuno, di essere innamorato di qualcuno. E’ una trasformazione della consapevolezza: l’amore diventa la tua stessa fragranza. Non ha niente a che fare con nessun altro al mondo.
Prima o poi arriva un momento – se sei silenzioso, pieno di gioia e di fiducia – in cui l’attesa diventa un luogo profondo dell’anima. E proprio perché non stai aspettando qualcuno in particolare, diventi tu l’attesa – una silenziosa attenzione. E proprio perché non sei fissato su un obiettivo in particolare, tutto ciò che accade ti dà la sensazione di essere proprio quello che stavi aspettando. I fiori sbocciano proprio per te e le stelle in cielo brillano per te. Non focalizzandoti su nessun fiore in particolare, ti ritrovi semplicemente aperto, pieno d’amore: una consapevolezza in attesa. Questo non vale solo per l’attesa, ma per tutte le qualità spirituali: possono venire dirette verso un oggetto oppure verso il proprio essere. Quando l’oggetto non è presente, l’energia deve necessariamente spostarsi all’interno – l’energia non può rimanere statica. L’energia è movimento. Quando all’esterno non c’è nulla, le forze vitali si rivolgono all’interno, verso la sorgente stessa del suo essere.
C’è un amore che non è amore come lo conosci tu, anche se per te questo sarà difficile da capire. Il tuo amore, per quanto puro possa essere, porta in sé una certa inconsapevolezza di tipo biologico. Non sei libera di amare chiunque. Un giorno, all’improvviso, ti innamori di qualcuno. Non sei tu a farlo, dipende da una tua parte inconscia: la tua chimica, la tua biologia, la tua fisiologia – cospirano tutte insieme per darti l’idea dell’amore. Io non posso amarti in questo modo. Il mio amore non può assolutamente diventare un legame per te. Il mio amore ha una qualità differente: ti amo non perché tu ispiri amore, ma perché non posso farne a meno. Non si tratta di amare “qualcuno” – l’amore si irradia da me spontaneamente, nello stesso modo in cui inspiro ed espiro, proprio come il battito del mio cuore. A volte potrai vedere che amo qualcuno di più, qualcuno di meno… Perché tu pensi sempre in termini quantitativi: di più o di meno. Le tue conclusioni possono anche avere una certa validità, ma tu non guardi le cose dal giusto punto di vista, e così le capisci all’incontrario.
Il mio amore è come la luce: non ce n’è di più per qualcuno e di meno per qualcun altro. Eppure, per un cieco non ci sarà alcuna luce. Per chi ci vede poco, la luce sarà fioca. E per chi vede con chiarezza, avrà una intensità molto diversa. La luce è sempre la stessa, ciò che può variare è quanta ne ricevi. Se sei completamente aperto la riceverai tutta. Qui non si tratta di quantità – è solo pura qualità e quindi indivisibile – per questa ragione io posso donare a te tutto il mio cuore e non avere alcun problema nel donarlo anche a molte altre persone. Posso dare tutto il mio cuore al mondo intero, a ogni singolo individuo – ed avere ancora un cuore intero da donare a ogni persona che arriva qui per la prima volta. Perché c’è sempre qualcuno che arriva!
Forse per te è difficile comprendere certi aspetti di questa situazione, di quando tu stessa sei amore. Ad esempio, quando sei amore, questo amore non sarà caldo, passionale. In questo mondo, la gente vuole un amore passionale. Panini caldi da mangiare e amore caldo da godere, e il loro paradiso è completo! Il mio amore non è né caldo né freddo. E’ fresco e cristallino. Finché non diventerai limpida e calma, non sarai in grado di comprenderlo. Finora hai conosciuto solo questo tipo d’amore, caldo, ma ricorda: con l’amore passionale c’è il rischio che, prima o poi, tenda a raffreddarsi. Tutto ciò che è caldo prima o poi si intiepidisce e alla fine diventa freddo. Non è qualcosa che puoi prevenire, è un processo naturale. Per questo ogni amore, all’inizio bollente, si trasforma in un freddo odio. Ma tu sei abituata alla passione – che si tratti di amicizia o di ostilità, basta che siano infuocate. Sei così poco sensibile che se qualcosa non è bollente, non riesci nemmeno a percepirla. Il mio è un amore fresco e cristallino. Per comprenderlo, devi arrivare alla stessa temperatura. E questo amore, con la sua freschezza, non è solo amore, è molto di più. Proprio per questa sua freschezza diventa meditazione, silenzio, serenità, tranquillità, centratura. Non si tratta di una cosa da nulla.
Io ti amo più di quanto tu possa mai essere amata. Ma il mio amore e la tua esperienza dell’amore sono così diversi che avrai bisogno di cambiare prospettiva. Dovrai imparare un po’ di più, sperimentare un po’ di più riguardo all’amore, questo amore che è privo di oggetto: amore non nel senso di relazione ma di stato dell’essere. Ne rimarrai sorpresa: è fresco, non bollente. Non è possessivo, non è geloso, non ha desideri – consci o inconsci che siano – di dominare l’altro. Il vero amore non mendica, non chiede “amami”. Il vero amore condivide la pienezza del suo essere, tutta la sua gioia, i canti, i fiori, le stelle. E’ una celebrazione. Non ti chiede nulla in cambio, anzi ti è grato che tu hai partecipato alla celebrazione, che gli hai permesso di entrare nel tuo essere, ti è grato per la tua fiducia.
Nell’amore, abbandona la ricerca dell’oggetto.
In meditazione, non meditare su qualcuno o qualcosa, abbandona l’oggetto. In tutto il mondo, quando dici a qualcuno di meditare, ti chiedono immediatamente: “Su che cosa?”, perché, come parola, la meditazione è un’azione, un’attività. Su che cosa si deve meditare? La meditazione inizia solo quando non c’è nulla su cui meditare, quando c’è una pura consapevolezza – tu sei consapevole – ma non ti stai concentrando su qualcosa in particolare.
Appena inizi una rivoluzione interiore, trasformando l’amore per gli oggetti esterni e riversandolo nel tuo intimo – nella tua sorgente originaria – ti sorprenderà subito scoprire che il tuo amore è così grande da poterlo donare al mondo intero. Ma il tuo amore sarà puro, sarà più simile alla compassione, all’amicizia. Il tuo amore sarà libero dai condizionamenti biologici, ormonali e chimici del passato. Per la prima volta sarà al di là della materia. Per la prima volta non sarai spinto dalla forza cieca della natura: sarai tu a decidere. E quando hai così tanto da dare – e scopri inoltre che più dai, più hai – l’amore non è più una relazione, ma una pura condivisione, priva di qualunque desiderio di ottenere qualcosa in cambio. L’amore è andato al di là delle leggi di mercato, non è più una cosa che si scambia. Per la prima volta è puro gioco, leela.
L’esistenza intera è fatta di quella sostanza chiamata amore. Quando comprendi la tua realtà, hai compreso in scala più piccola la realtà dell’esistenza intera: è costituita della sostanza chiamata amore. Viviamo, senza accorgercene, in un oceano di amore. Ma è possibile, in qualche modo, crescere e diventare consapevoli delle estasi meravigliose che possono accaderti. Già quando ami una persona ti senti così felice… pensa come potrebbe essere quando tu stessa diventi amore. L’esistenza stessa diventa il tuo amore: gli alberi che danzano nel sole e nel vento, le nuvole che si rincorrono nel cielo, un bel tramonto… Quando arrivi a comprendere che sei parte, una parte intrinseca di questa esistenza colma di amore – di quest’esistenza in un continuo stato di celebrazione – abbandoni ogni limite e confine, sia nell’amore che nella tua comprensione. Nascerai di nuovo: rinascerai nei panni di un buddha, di una consapevolezza pienamente risvegliata. La tua esperienza ti ha condotto verso la sorgente giusta. Seguila – rilassata e tranquilla. E una pioggia di fiori – più di quanto immagini, molto di più – si riverserà su di te… rose e rose e rose.

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Nel momento in cui uno si innamora di una donna, esiste una certa verità – se si è innamorato in modo assolutamente inconsapevole, se non l’ha in qualche modo “fabbricato”, se non è stata una sua azione, una sua realizzazione, se non ci aveva mai neppure pensato. Improvvisamente uno vede una donna, la guarda negli occhi e qualcosa scatta. Egli non è colui che agisce, ma è semplicemente preso, si trova innamorato. Egli non c’entra, il suo ego non è coinvolto, quantomeno non proprio all’inizio, quando l’amore è vergine. In quel momento c’è la verità e non c’è alcuna interpretazione. Ecco perché l’amore rimane indefinibile. Ben presto subentra la mente, comincia a manovrare le cose e si impossessa di lui. Egli inizia a pensare alla ragazza come alla sua innamorata, comincia a pensare al modo per arrivare a sposarla, comincia a pensare alla ragazza come a sua moglie.
Ebbene, queste sono cose reali: l’innamorata, la moglie – queste sono cose. Ora la verità non c’è più, si è tirata indietro. Ora le cose diventano più importanti. Il definibile è più sicuro, l’indefinibile è incerto. In questo modo si inizia a uccidere, ad avvelenare la verità. Presto o tardi ci saranno una moglie e un marito: due realtà. Ma la bellezza se n’è andata, la gioia è scomparsa, la luna di miele è finita. La luna di miele è finita nel momento esatto in cui la verità diventa realtà, quando l’amore è diventato un rapporto.
La luna di miele è assai breve, sfortunatamente – e non sto parlando della luna di miele che segue il matrimonio. La luna di miele è assai breve. Forse è durata un solo istante, ma la sua purezza, la sua purezza cristallina, la sua divinità, il suo essere trascendente – appartengono all’eternità, non al tempo. La sua purezza non fa parte delle cose del mondo, è come un raggio di luce che entra in un buco nero. Proviene dal trascendente. Definire divino l’amore è assolutamente appropriato, perché l’amore è verità. Nella vita comune l’amore è la situazione più vicina alla verità.

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La fiducia è un mistero: questa è la prima cosa che si deve capire della fiducia. Per cui non la si può spiegare. È la forma più elevata di amore, è l’essenza stessa dell’amore. L’amore in sé è già un mistero, è qualcosa di indefinibile, ma l’amore è simile a una circonferenza e la fiducia ne è il centro, l’anima. L’amore è un tempio e la fiducia ne è il tabernacolo, là dove dimora dio.

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Le dimensioni dell’amore. Una è la dipendenza, nella quale vive la maggioranza della gente. La moglie dipende dal marito, il marito dipende dalla moglie: si sfruttano e si dominano a vicenda, si possiedono a vicenda e riducono l’altro ad una merce. Questo è ciò che accade nel mondo nel 99% dei casi. Ecco perché l’amore, che dovrebbe aprire le porte del paradiso, apre soltanto le porte dell’inferno.
La seconda è l’indipendenza. Questo accade una volta ogni tanto. Ma anche questa possibilità porta infelicità, perché il conflitto è costante. Nessun accordo è possibile: entrambi sono assolutamente indipendenti e nessuno dei due è pronto a scendere a compromessi. Essi danno libertà all’altro, ma essa è più simile all’indifferenza che alla libertà. Entrambi vivono nei propri spazi e il loro rapporto sembra solo superficiale. Entrambi hanno paura di penetrare la profondità dell’altro, perchè entrambi sono più attaccati alla propria libertà che non all’amore.
La terza possibilità è l’interdipendenza. Accade assai raramente, ma ogni volta che accade, una parte di paradiso cade sulla terra. Accade tra due persone: né dipendenti, né indipendenti, ma in profonda sincronia tra loro; come se respirassero uno per l’altra, un’anima in due corpi: ogni volta che accade, accade l’amore. Solo in questo caso è amore.

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Per quanto potenti possano essere le forze inumane, per quanto potente possa essere il lato crudele, orribile e animale nell’uomo, non è in grado di distruggere i valori più elevati. Non può distruggere l’amore, non può distruggere la compassione, non può distruggere la verità. Al massimo può distruggere il corpo fisico.
E qui con me la lezione fondamentale da imparare è che non siamo corpi, siamo anime immortali. La casa può essere bruciata, il corpo può essere bruciato, ma la consapevolezza rimarrà intatta.
E attraverso questi atti di violenza il lato inumano e crudele non fa che autocondannarsi. Ogni volta che un Socrate è avvelenato, o un Gesù crocifisso, o un Mansoor ucciso, nulla è perduto, solo il lato inumano diventa più debole, si sente in colpa, diventa un criminale ai suoi stessi occhi.
Mi viene in mente Giuda. Giuda ha tradito Gesù, lo ha venduto ai nemici per soli trenta denari d’argento. Ma nel momento in cui Gesù è stato crocifisso, Giuda se ne stava in mezzo alla folla. E quando Gesù ha detto: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”, ha subito un terribile shock. Giuda non è riuscito a vivere più di ventiquattro ore… erano passate ventiquattro ore, e lui penzolava da un albero sulla montagna. Si era ucciso, e quei trenta pezzi d’argento erano sparsi a terra.
Il lato oscuro non può vincere. Non è il potere che vince, sono la pace, l’amore, la consapevolezza che continuano a vincere.
Guarda l’intera storia: i potenti non hanno avuto alcuna rilevanza per la crescita umana, e non sono riusciti a ostacolare nulla che avesse un valore autentico. Quindi non preoccuparti. L’unica cosa che puoi fare è essere più amorevole, perché devi combattere le armi nucleari con l’amore, le pallottole con le rose. E non preoccuparti di qualche piccola battaglia. In una guerra puoi perdere molte battaglie minori, non è un fattore decisivo; decisiva è la vittoria finale, e noi ci stiamo avviando verso la vittoria finale. E ogni giorno, nella vita dell’umanità, ci stiamo avvicinando a Gautama il Buddha, non a Gengis Khan, a Nadir, a Tamerlano, a Hitler, a Reagan. Loro possono avere il potere, ma l’esistenza non è con loro, l’esistenza sostiene in modo assoluto la consapevolezza e tutto ciò che porta più consapevolezza nel mondo. L’esistenza è un esperimento straordinario di sviluppo della consapevolezza, e l’uomo è il vertice di tale esperimento. Ci sono problemi, e ci sono difficoltà, ma sono solo sfide, ci mantengono vigili. In ultima analisi non sono contro di noi, ma forse sono necessari per tenerci svegli.
L’esistenza ha scommesso molto sull’uomo. Di base l’uomo è solo ciò che indica la parola stessa: umano deriva da ‘fango’, deriva da humus. Che differenza c’è tra l’uomo e il fango? C’è una differenza non di quantità, ma di qualità. L’uomo non solo è vivo, ma è anche consapevole, e ha il potenziale per divenire pienamente consapevole.
Prova compassione per quelli che vivono ancora nel buio, che ancora strisciano a terra come animali, che pensano in termini inumani. Nient’altro li può aiutare. Ma ti sarà possibile amarli solo se non li condanni. Puoi essere compassionevole solo se senti pietà per le loro anime non evolute. Questo è l’unico modo per aiutare loro e per aiutare il mio lavoro.

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L’uomo rimane coinvolto nel sesso perché in esso c’è una piccola quantità d’amore. Potrebbe essere l’uno per cento, e il novantanove per cento potrebbe essere semplicemente desiderio sessuale, ma questo un per cento d’amore dà al sesso un’aura di bellezza che non gli appartiene, che ha preso da un’altra parte. Ricopre la bruttezza del sesso e gli dà un’apparenza di bellezza. Ricopre la futilità del sesso e le dà una parvenza di significato. Così come il sesso ha in sé una piccola parte d’amore, l’amore ha in sé una piccola parte di sesso: i due sono collegati. Quindi anche l’amore non è puro, in esso c’è qualcosa di estraneo, c’è un certo desiderio sessuale. La devozione è la forma suprema d’amore, pura e incontaminata. Solo l’amore rimane, nella sua purezza assoluta. Non c’è neppure una briciola di desiderio sessuale. Quando l’amore diventa assolutamente puro, diventa bhakti, devozione.

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La mente si lamenta in continuazione. Dalla culla alla tomba, è tutto un viaggio di lamentele. Ecco come ci perdiamo la grande opportunità di crescere, di amare, di esistere, di godere delle cose. Ci sarebbe talmente tanto per cui danzare, cantare, amare. Dobbiamo modificare quest’abitudine di lamentarci. Invece di lamentarvi, imparate l’arte della gratitudine. Ecco cos’è la meditazione, l’arte della gratitudine. Se vi spostate dalla lamentela alla gratitudine, dall’infelicità alla felicità, tutta la vostra visione della vita cambia, l’intera prospettiva. Improvvisamente la primavera sboccia nel vostro essere, migliaia di fiori sbocciano nella vostra coscienza e il primo fiore a sbocciare è quello dell’amore. Chi è contento non è altro che amore. Non è neppure colui che ama, è amore e basta. Ama per l’amore in sé, perché è questo il modo in cui manifesta la propria gratitudine all’esistenza. Questa è la sua gratitudine, la sua preghiera. Ama il mondo intero e non chiede nulla in cambio. Dà semplicemente perché ha ricevuto così tanto dall’esistenza che pensa di doverne condividere un po’. Il miracolo sta nel fatto che più condividiamo e più ci torna indietro. Quando impari il segreto e la matematica del condividere, non puoi essere avaro: continui semplicemente a condividere sempre di più, perché più condividi e più ottieni in cambio. Condividi la tua beatitudine, condividi il tuo amore, condividi la tua comprensione. Condividi tutto ciò che possiedi, tutte le tue ricchezze interiori. È proprio questo tipo di condivisione che intendo quando dico che l’uomo felice diventa l’amore stesso. Cambia il tuo stato mentale dall’infelicità alla felicità e osserva il miracolo: l’amore inizia a fluire dentro di te in migliaia di fiumi, in una miriade di dimensioni e di prospettive diverse. La vita diventa un tale splendore, incomprensibile all’intelletto, insondabile per la mente, un grande mistero, l’estasi suprema.

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Essere soli è la più grande conquista; di solito si ha sempre bisogno dell’altro. Esiste un profondo bisogno dell’altro perché dentro di noi manca qualcosa; abbiamo dei buchi nel nostro essere e li riempiamo con la presenza dell’altro. L’altro, in qualche modo, ci rende completi, altrimenti non lo siamo. Senza l’altro non sappiamo chi siamo e perdiamo la nostra identità. L’altro diventa uno specchio dove possiamo vedere il nostro volto riflesso. Senza l’altro, all’improvviso veniamo spinti con forza all’interno di noi stessi; a quel punto nasce un profondo disagio, siamo infastiditi, perché non sappiamo chi siamo. Quando siamo soli, ci troviamo in una compagnia strana, una compagnia imbarazzante: non sappiamo con chi siamo. Con l’altro, le cose sono chiare e definite. Ne conosciamo il nome, ne vediamo la forma, conosciamo l’uomo o la donna: esistono modi per definire l’altro. Come definite voi stessi? Nel profondo c’è un abisso indefinibile, c’è un vuoto abissale; quando iniziate a sciogliervi in esso, siete colti dalla paura: vi spaventate e desiderate correre verso l’altro. L’altro vi aiuta a restare all’esterno, a temporeggiare. Quando non c’è nessun altro, siete lasciati soli con il vostro vuoto. Nessuno vuole stare da solo. La più grande paura al mondo è di essere lasciati soli. Le persone fanno mille cose per non essere sole – imitate i vostri vicini, così siete simili a loro e non siete lasciati soli. Perdete la vostra individualità, perdete la vostra unicità, diventate degli imitatori perché se non imitate sarete lasciati soli. Essere soli è davvero il più grande miracolo. Significa che ora non appartieni a nessuna chiesa, a nessuna organizzazione, a nessuna teologia, a nessuna ideologia – non appartieni, semplicemente sei e hai appreso come amare la tua realtà indefinibile e ineffabile. Sei arrivato a imparare come stare con te stesso. I tuoi bisogni per l’altro sono scomparsi: non hai più dei vuoti, non hai delle falle, non ti manca nulla – sei semplicemente felice di essere te stesso. Non hai bisogno di nulla, la tua beatitudine è incondizionata. Certo, questo è il più grande miracolo al mondo. Ma ricorda, il maestro dice: “Sono qui, solo con me stesso”. Quando voi siete soli, in realtà non siete soli: vi sentite soli, ed esiste una differenza fondamentale tra l’essere soli e il sentirsi soli. Quando vi sentite soli, pensate all’altro, vi manca l’altro. Sentirsi soli è uno stato negativo. Sentite che sarebbe meglio se ci fosse l’altro: l’amico, la moglie, la madre, l’amato, il marito. Sarebbe meglio se ci fosse l’altro, ma l’altro non c’è. Sentirsi soli è l’assenza dell’altro. Essere soli è la presenza di se stessi; essere soli è estremamente positivo. È una presenza, una presenza traboccante. Sei così colmo di presenza che puoi riempire l’intero universo con la tua presenza… e non hai bisogno di nessuno. Ciò non significa che un illuminato, arrivato a casa, non viva con gli altri. In realtà, solo lui è in grado di vivere con gli altri; perché con la capacità di stare con se stesso ha acquisito la capacità di stare con gli altri. Se non sei in grado di stare con te stesso, come puoi stare con gli altri? È una semplice affermazione: “Sono seduto qui, solo con me stesso”. Provaci, sentine l’effetto. Siedi da solo. Questa è meditazione: stare semplicemente seduti da soli, senza fare nulla. Provaci. Se incomincerai a sentirti solo, vuol dire che manca qualcosa nel tuo essere, vuol dire che ancora non sei riuscito a comprendere chi sei. E correndo di qua e di là, inseguendo sempre un futuro, andando da una persona all’altra, non arriverai mai a comprendere te stesso. Se incomincerai a sentirti solo, vuol dire che manca qualcosa nel tuo essere, vuol dire che ancora non sei riuscito a comprendere chi sei. E correndo di qua e di là, inseguendo sempre un futuro, andando da una persona all’altra, non arriverai mai a comprendere te stesso. Va’ invece in profondità in questo stato di solitudine, fino a raggiungere uno strato in cui all’improvviso il sentirsi solo si trasforma in essere solo con te stesso. Si trasforma: l’isolamento è l’aspetto negativo della solitudine. Se andrai in profondità in questo stato, all’improvviso arriverà il momento in cui inizierai a percepire l’aspetto positivo, è inevitabile. Sei diventato troppo abitudinario: l’idea dell’altro è così radicata, è un’abitudine meccanica tale che, quando ti manca l’altro, ti senti vuoto, solo e cadi in un abisso. Ma se ti permetti di cadere dentro quell’abisso, ben presto ti renderai conto che l’abisso è scomparso e con esso sono scomparsi anche tutti gli attaccamenti illusori. A quel punto accade il miracolo più grande: sei felice senza alcun motivo. Ricorda, quando la tua felicità dipende dagli altri, anche la tua infelicità dipenderà dagli altri. Se sei felice perché una donna ti ama, diventerai infelice quando non ti amerà più. Se sei felice per un qualsiasi motivo, in qualsiasi momento quel motivo potrà scomparire, e allora diventerai infelice. La tua felicità sarà sempre in bilico e ti sentirai sempre nella tempesta. Non sarai mai sicuro di essere felice o infelice, perché in qualsiasi momento la terra può scomparire sotto i tuoi piedi. Non potrai mai essere sicuro di nulla. La donna che ti sorrideva un attimo fa, ora è in collera; il marito che ti parlava così dolcemente, all’improvviso è andato su tutte le furie. Dipendere dagli altri è dipendenza, è una schiavitù, e non ti potrai mai sentire veramente colmo di beatitudine. La beatitudine è possibile solo in uno stato di libertà totale e incondizionata.

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Non ho mai detto che l’amore viene distrutto dal matrimonio. Come può il matrimonio distruggere l’amore? Certo, è vero, viene distrutto nel matrimonio, ma è distrutto da voi, non dal matrimonio. È distrutto dalla coppia.
Come può il matrimonio distruggere l’amore? Siete voi che lo distruggete, perché non sapete cos’è l’amore. Credete solo di saperlo, sperate e sognate di saperlo, ma non lo sapete davvero.
L’amore deve essere appreso: è la più grande arte che esista.
L’amore è danzare con qualcun altro. È necessario anche l’altro per conoscere cosa sia la danza. Adattarsi a qualcuno è una grande arte; creare un’armonia tra due persone… due persone significano due mondi diversi. Quando due mondi si avvicinano è inevitabile che si scontrino, se non sapete come creare armonia. L’amore è armonia. E la felicità, il benessere e l’armonia fioriscono solo dall’amore. Imparate ad amare. Non abbiate fretta di sposarvi, imparate ad amare. Diventate prima grandi amanti.
E qual è il requisito? Un grande amante è sempre pronto a dare amore, e non gli interessa che venga ricambiato o meno. Sarà sempre contraccambiato perché è nella natura stessa delle cose. È come andare in montagna e cantare una canzone: la valle vi risponderà. Avete mai sentito l’eco in montagna o in una valle? Gridate e la valle grida, cantate e la valle canta. Ogni cuore è una valle: se ci riversate amore, risponderà.
La prima lezione d’amore è non chiedere amore, ma dare. Diventa un donatore.
Ma le persone fanno esattamente l’opposto. Anche quando donano, lo fanno solo con l’idea che l’amore dovrebbe tornare indietro: è un commercio. Non condividono, non condividono in libertà, ma con una condizione. Con la coda dell’occhio osservano se c’è un ritorno oppure no. Persone molto misere… non sanno come l’amore funzioni naturalmente. Limitati a riversarlo, e ritornerà.
E se non è ricambiato, non c’è da preoccuparsi – un amante sa che amare significa essere felice. Se arriva, bene; in questo caso la felicità sarà moltiplicata. Ma anche se non è mai ricambiato, nell’atto stesso di amare diventi così felice, così estatico che non ti interessa essere ricambiato.
L’amore possiede una felicità intrinseca: accade quando amate. Non è necessario attendere il risultato: inizia ad amare e pian piano vedrai che una quantità d’amore sempre più grande ritornerà a te. Si ama, e solo amando si arriva a conoscere cos’è l’amore; così come si impara a nuotare solo nuotando, amando, si ama.
Ma le persone sono molto avide: attendono il grande amore per amare e rimangono chiuse, si rattrappiscono in se stesse. Sono in attesa. Un bel giorno arriverà Cleopatra e allora apriranno il loro cuore, ma quando sarà il momento, avranno completamente dimenticato come aprirlo.
Non perdere alcuna occasione per amare. Persino camminando per strada puoi essere amorevole, con un mendicante puoi essere amorevole. Non è necessario che tu gli dia qualcosa, almeno sorridi; non costa nulla, ma il tuo sorriso ti aprirà il cuore, lo renderà più vivo. Prendi qualcuno per mano: un amico o un estraneo.
Non aspettare di amare solo quando comparirà la persona giusta perché, così facendo, la persona giusta non arriverà mai. Continua ad amare. Più amerai e più avrai la possibilità che la persona giusta arrivi, perché il tuo cuore inizierà a fiorire e un cuore che sboccia, attrarrà molte api, molti amanti.
Nulla può distruggere l’amore. Se esiste, crescerà.
Cosa intendo dire con “davvero amore”? Voglio dire che, se alla semplice presenza dell’altro ti senti improvvisamente felice, stando semplicemente insieme a lui ti senti estatico, la sua semplice presenza appaga qualcosa nel profondo del tuo cuore… qualcosa inizia a cantare nel tuo cuore e ti immergi nell’armonia. La presenza dell’altro ti fa sentire integro, diventi più individuo, più centrato, sei più radicato… allora è amore.
L’amore non è una passione, l’amore non è un’emozione. L’amore è una comprensione profonda del fatto che in qualche modo l’altro ti completa. Qualcuno ti rende un cerchio perfetto; la presenza dell’altro rinforza la tua presenza. L’amore dà la libertà di essere se stessi, non è possessività.
L’amore è eternità. Se è presente, continuerà a crescere all’infinito. L’amore conosce l’inizio, ma non conosce la fine.

Dun’intervista di Enzo Biagi a Osho, anno 1986.

Link alla Parte 3 >>>

Link all’ intervista di Enzo Biagi

Fonte articolo completo: http://oshorajneesh.jimdo.com/l-amore/

Fonte del video: www.youtube.com

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