Osservare è importante.

Terra x Blog + Nero 2015

Osservare è importante.

Se qualcuno mi chiedesse come arrivare a riconoscere la Verità, come s-coprire (nel senso di togliere i veli che coprono ciò che è già presente) l’unica Realtà esistente, il mio invito sarebbe quello di osservare la propria esperienza, senza mai stancarsi di farlo, per poter riuscire a distinguere tutti i pregiudizi che condizionano e impediscono il riconoscimento di ciò che è vero, nella sua presente semplicità.

E allora ecco il mio invito.

Vi invito ad osservare le percezioni sensoriali (immagini, suoni, odori, gusti, sensazioni tattili), i pensieri che si presentano nella vostra mente, le emozioni che provate, per accorgervi che c’è “qualcosa” in voi, qualunque cosa sia, che percepisce, prova, conosce e che voi siete essenzialmente “Quello”.

Tutto ciò che viene percepito è in continuo movimento: i pensieri si presentano uno dopo l’altro, le emozioni variano, più o meno velocemente, le percezioni sensoriali si susseguono. Ma Ciò che ne è consapevole, qualunque cosa sia, è stabilmente e permanentemente presente.

La fisica ci insegna che il movimento può essere visto soltanto da qualcosa di fermo.

Osservate per accorgervi che, in ogni momento dell’esperienza, c’è qualcosa in voi, qualunque cosa sia, che è presente, fermo e consapevole di ciò che accade e che si muove continuamente.

Osservate per riconoscere che “siete” essenzialmente Quello.

Rendetevi conto di come la vostra attenzione sia costantemente rivolta a ciò che viene percepito, provato, conosciuto (che soltanto in un secondo momento dell’indagine verrà identificato come anch’esso parte dell’unica Realtà esistente) e quasi mai a Ciò che percepisce. Questo riconoscimento è il primo fondamentale passo in direzione della s-coperta della nostra vera natura. Compiendolo, realizziamo la disidentificazione da ciò che pensiamo di essere e che, essenzialmente, non siamo: un’entità corpo/mente individuale e separata, in altre parole una persona.

Interroghiamoci su cosa intendiamo quando diciamo “io”, a cosa ci riferiamo realmente, proviamo a porci la domanda, senza dare per scontata la risposta. Soltanto attraverso questa indagine arriveremo a riconoscere la nostra vera Realtà e sarà sorprendente rendersi conto di averla sempre trascurata, nonostante fosse costantemente presente ed evidente.

L’invito ad osservare il mondo dei fenomeni, è importante anche per arrivare a renderci conto che non esistono reali differenze tra ciò che riteniamo interno e ciò che crediamo esterno: un pensiero, che avvertiamo come fenomeno “interiore”, accade ed è percepito esattamente come un suono, un odore, un’immagine, o qualsiasi altro fenomeno del mondo che giudichiamo “esterno” a noi. Se osserviamo, liberi dai pregiudizi costruiti nel corso della nostra intera esistenza, arriveremo facilmente a renderci conto che i pensieri, le emozioni, le sensazioni (fatti che riteniamo “interiori”), si manifestano e vengono percepiti come ogni altra forma fenomenica cosiddetta “esterna” e che noi siamo “essenzialmente” quel qualcosa, qualunque cosa sia, che percepisce.

Potremmo indicare quel “qualcosa” con le parole “Coscienza” o “Consapevolezza”, a condizione di sapere però, fin da ora, che nessun nome o definizione potrà mai descriverlo compiutamente, non essendo quel qualcosa, come ci si potrà rendere conto proseguendo l’indagine, un oggetto. Questo è il primo fondamentale movimento verso la scoperta del nostro vero Sé: riconoscersi in Ciò che osserva, conosce, percepisce.

Osservare ci permetterà un’ulteriore importante realizzazione: ci renderemo conto che, a differenza di quanto crediamo, non siamo i creatori dei nostri pensieri e delle nostre emozioni.

Semplicemente osservando, potremo facilmente renderci conto di non poter determinare e scegliere i nostri pensieri e le nostre emozioni per come li desideriamo. Eppure, senza nemmeno esserne consapevoli, questa è proprio la nostra convinzione. E’ sufficiente una semplice, quasi banale riflessione su questa errata e mai veramente analizzata credenza, per poterla smantellare: se potessimo realmente scegliere cosa appare nella nostra mente, o quali stati d’animo provare, chi o cosa potrebbe impedirci di avere soltanto pensieri gradevoli ed emozioni felici? Ma non va così vero?

I pensieri, ovunque abbiano origine, arrivano nella nostra mente senza che sia possibile sceglierli, e lo stesso accade per le emozioni (sia quando sono connesse ai pensieri, sia quando sono causate da avvenimenti definiti impropriamente “esterni”). Ma mentre l’impossibilità di decidere, per esempio, il funzionamento degli organi interni del nostro corpo è evidente a tutti, per quanto riguarda l’attività mentale ed emotiva, cresciamo con la convinzione di esserne i creatori e molto difficilmente la mettiamo in discussione, analizzandola senza pregiudizi.

Vi esorto ad osservare come sorgono i pensieri nella vostra mente (da qualsiasi “luogo” provengano), come a essi si associno stati emotivi (nel caso in cui, questi ultimi, non siano collegati ad accadimenti ed eventi “esterni”) e come tutto avvenga indipendentemente dalla vostra volontà. Osservare tutto questo, senza mai stancarsi di farlo, è davvero importante per riconoscere la Realtà.

Vedere che i pensieri arrivano alla nostra percezione esattamente come arriva un suono, che le emozioni si formano e vengono percepite non differentemente da ogni altra percezione sensoriale, ci può aiutare a distogliere l’attenzione da ciò che viene percepito (sia esso un pensiero, un’immagine, un’emozione, una sensazione, una percezione sensoriale, etc.) e indirizzarla a ciò che percepisce.

Ciò che percepisce, quel “qualcosa”, qualunque cosa sia, che è consapevole di tutto, è la nostra più evidente e certa Realtà. Non dobbiamo crederlo perché qualcuno ce lo dice, non è qualcosa di concettuale che possiamo imparare perché lo leggiamo in un libro, in un blog o lo ascoltiamo in una conferenza, è Ciò che siamo e sappiamo di essere quando chiediamo a noi stessi “sono consapevole?”

L’assenza del minimo dubbio sulla risposta affermativa a questa domanda è conseguenza del fatto che il nostro “sì” non è una conoscenza della mente, ma proviene direttamente dalla nostra Essenza, dall’unica Realtà sempre presente, quel senso di “esistenza” e di “presenza consapevole” che, nonostante sia la nostra più chiara e manifesta certezza, tendiamo, paradossalmente, a trascurare, dirigendo la nostra attenzione quasi esclusivamente verso gli oggetti della percezione, siano essi ritenuti appartenenti al mondo esterno (percezioni sensoriali), siano essi identificati come interiori e personali (pensieri, emozioni, sensazioni corporee).

Noi siamo, essenzialmente, ciò che osserva e percepisce ogni cosa. Rendercene conto è il primo importante passo verso la scoperta della Realtà.

Il secondo passo, immediatamente conseguente al primo, e altrettanto fondamentale, sarà quello di riconoscere la natura di Ciò che essenzialmente siamo.

Progrediremo nella s-coperta della Presenza consapevole che essenzialmente siamo, quando riconosceremo che tale Presenza non è personale, non è “racchiusa” all’interno del corpo, non ha bordi o limiti, non è individuale, non è separata, non ha caratteristiche oggettive come forma, colore, nome, peso, età, etc.

Riconosceremo che Ciò che siamo è universale, senza confini, senza separazioni. S-copriremo di essere Consapevolezza infinita ed eterna.

Monica

Fonte del Post: http://www.ilsognodellessere.it/osservare-e-importante/

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