Plotino: Sophia.

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Sophia.

L’insegnamento giunge solo a indicare la via, ma la visione sarà di colui che avrà voluto vedere. (Qui Sophia potrebbe essere quindi la saggezza di colui che osserva con l’occhio singolo, lo stesso che talvolta si scorge durante la meditazione – ndr).

Se non ti vedi ancora interiormente bello, fa come lo scultore di una statua che deve diventare bella. Egli toglie, raschia, liscia, ripulisce, finché nel marmo appaia la bella immagine: come lui, anche tu leva il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica il fosco e rendilo brillante.

E’ necessario che l’occhio si faccia uguale all’oggetto per accostarsi a contemplarlo. L’occhio non vedrebbe mai il Sole se non fosse già simile al Sole, né un’anima vedrebbe il bello se non fosse bella.

Quando parliamo di Lui, non riusciamo che a balbettare qualche frase sconnessa …. Dobbiamo certamente parlare di Lui, ma non possiamo esprimere quello che Egli è. In realtà, noi diciamo quello che non è, perché quello che è non siamo capaci di dirlo.

Il nostro generale istinto di cercare e di imparare ci spingerà, com’è ragionevole, a indagare sulla natura dello strumento che usiamo per ricercare.

La nostra patria è il luogo da cui siamo venuti, e nostro padre è là. Cosa sono dunque questo viaggio e questa fuga? Non lo compiremo con i nostri piedi, perché non si tratta di passare da una terra ad un’altra, ma si tratta di distogliere lo sguardo dalle realtà sensibili e, chiusi gli occhi dinnanzi ad esse, cambiare questa maniera di guardare con un’altra. Si tratta quindi di risvegliare in noi un’altra facoltà, che tutti possediamo, ma ben pochi usano.

Il tuo occhio interiore ha dinnanzi a se una grande bellezza. Ma se cerchi di contemplarla con un occhio ammalato o non pulito, o debole, avrai troppa poca energia per vedere gli oggetti più brillanti e non vedrai nulla, anche se sei dinnanzi ad un oggetto che può essere visto.

Plotino, nell’alveo della Tradizione misterica che dall’Orfismo si estende a Pitagora, Parmenide e Platone, ha ripensato i grandi problemi della filosofia in modo del tutto “originale” attuando al tempo stesso una grandiosa sintesi dell’intero pensiero antico. La sua filosofia presenta notevoli affinità con quella orientale contenuta nelle Upaniṣad o Vedānta.

Fonte del Post: http://www.meditare.net/wp/consapevolezza/sophia-plotino/

Biografia di Plotino: (greco Plōtînos; latino Plotīnus). Filosofo (Licopoli, Egitto, 205-Minturno 270). Massimo esponente della scuola neoplatonica, fu discepolo di Ammonio Sacca ad Alessandria d’Egitto; seguì poi l’imperatore Gordiano III nella sua campagna contro i Persiani per conoscere alla fonte le filosofie indiana e persiana. Dopo la sconfitta di Gordiano III riparò a Roma, dove fondò una scuola. Visse gli ultimi anni nella pace agreste in Campania. I suoi scritti vennero raccolti dal discepolo Porfirio in sei Enneadi (sei libri, ciascuno contenente 9 trattati).

Filosofia: il pensiero di Plotino.

Al centro della filosofia plotiniana è l’idea di trascendenza, ereditata da Platone, ma da Plotino arricchita di altri elementi, che egli raccoglie con acuto senso sincretistico dalle varie scuole filosofiche greche: mutua infatti il concetto di Uno da Parmenide, di Pensiero da Aristotele, di Spirito da Eraclito e dagli stoici e li fonde in una nuova triade: Uno, Intelletto, Anima.

In questo processo di pensiero però si scolorano la problematica platonica, gli argomenti scientifici e le finalità strettamente filosofiche per dare prevalenza al carattere religioso, in cui l’Uno è la realtà assoluta (cioè Dio), dal quale ogni molteplice si deduce: impossibile è infatti per Plotino concepire la natura senza riferimento all’Uno, perché ogni essere è tale in quanto a esso legato. Ma se tutte le cose rimandano all’Uno come a loro origine, questa realtà è per ciò stesso diversa da tutti gli altri esseri e nella sua entità rientra tutto ciò che noi non vediamo nel mondo. È quindi una realtà inconoscibile, tanto assoluta da essere inesprimibile.

Diverso dal mondo, l’Uno può essere in relazione con esso solo, in quanto realtà superiore. In questa relazione l’unità e la trascendenza dell’essere assoluto sono salvaguardate da Plotino, mediante l’introduzione del concetto di emanazione: Dio, nella pienezza del suo essere, trabocca da sé e si espande sugli esseri inferiori con la stessa veemenza con cui la luce emana dal sole, il calore dal fuoco, l’acqua dalla fonte. Ma emanazione non significa creazione nel tempo, perché questa sovrabbondanza dell’essere divino è da sempre e quindi eterna è pure l’emanazione come sua conseguenza.

Dio però non opera direttamente sul mondo, ma si serve di sussistenze intermedie, l’una inferiore all’altra e tutte inferiori a Dio: prima emanazione è l’intelletto (o Lógos di Dio), seconda l’anima e, ai suoi confini, ma tutt’uno con essa, la materia. L’anima infatti da una parte prende alimento dall’intelletto e dall’altra lo offre alla natura dominandola e governandola. Partecipe del mondo della natura, l’uomo tuttavia è chiamato a superarlo per identificarsi nella luce di Dio: egli compie la sua ascesa per gradi fin quando giunge all’estasi, lontano da ogni finalità pratica, ma solo percorrendo la strada della conoscenza, nel distacco dal molteplice per ascendere verso l’Uno. Alla conclusione di questo processo è evidente che il grado più alto spetta alla visione di Dio, mentre la filosofia siede su di un gradino inferiore: è la posizione che le assegneranno anche i mistici, che ripercorreranno questa strada pur con il viatico della parola di Cristo.

Filosofia: la teoria dell’arte e del bello.

Per l’influsso notevole esercitato da Plotino sul pensiero europeo, è interessante conoscere la sua teoria dell’arte e del bello: accantonato il disprezzo di Platone per l’arte, Plotino ritiene che la materia di cui si compone l’opera d’arte non è bella in sé, ma in quanto manifestazione di Dio e l’uomo, ammirandola, si compenetra di luce divina e procede verso la sua elevazione spirituale; questo però avviene quando l’uomo si è distolto dalla realtà materiale e si è già mosso sul sentiero della virtù: un altro passo cioè verso la catarsi finale, che si compirà nella luce di Dio.

Il neoplatonismo di Plotino è l’ultima grande filosofia pagana, complesso di elementi del pensiero greco, ma anche orientale, estremo tentativo della filosofia classica di fronteggiare la sfida cristiana. La sua elevatezza intellettualistica lo riservò soltanto a un’eletta schiera di seguaci. Di vaste proporzioni è l’influsso sull’intera cultura occidentale: a Plotino si ispirarono spesso i filosofi e i grandi mistici cristiani (Agostino, Meister Eckhart, Nicola Cusano, Marsilio Ficino ) e alcuni fra i più grandi pensatori moderni (Schelling, Novalis, Hegel e i romantici tedeschi).

Fonte

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