I programmatori ombra. Parte 2.

I programmatori ombra. Parte 2.

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L’inconscio è la sede dei nostri istinti, tra cui quello sessuale e di sopravvivenza, e i programmatori ombra possono essere attivati dalla sessualità o dalla paura.

Per questo i media sono saturi d’immagini di nudo o di subliminali che, inconsciamente, ti fanno associare il sesso ai loro prodotti, oppure di informazioni che generano paura e una sensazione di futuro incerto. Un altro subdolo modo di agganciare i programmatori ombra avviene nei discorsi dei politici o dei telegiornali in cui è utilizzato un linguaggio atto a comunicare direttamente con l’inconscio, al fine di manipolare l’ascoltatore.

La modalità pilota automatico può attivarsi in qualsiasi istante; se intraprendi la strada dell’auto-osservazione ti sorprenderai nel renderti conto di quanti momenti, nell’arco della giornata, accadono in questa modalità, da quando ti siedi in auto fino a quando proponi il sermone ideologico inculcato dalla tua religione, partito politico, famiglia, società, ecc.

L’autorun con cui l’inconscio ti scavalca è chiamato memoria associativa. Qualsiasi input che riceviamo dall’ambiente è elaborato, di default, dal nostro cervello che lo paragona agli input del passato archiviati nel database dell’inconscio.

Se, ad esempio, nel database c’è un particolare tono di voce, una frase, un gesto, ecc., associato a un forte stato emotivo e nell’ambiente si ripresenta nuovamente qualcosa di analogo, le memorie inconsce o i programmatori ombra si attivano e fanno scattare una reazione. Se il tono della voce che senti in questo momento è associato a un ricordo triste, ora ti sentirai nuovamente in questo stato emotivo, senza saperlo e, semmai ti rendessi conto di come quello stato emotivo si sia innescato, potrebbe continuare a persistere se non intervenissi con una volontà ed energia sufficienti a spezzare il feedback emozionale.

Questa risposta emotiva è una reazione inconscia e la tua coscienza viene bypassata da un programma mentale, che manda in loop i pensieri e le sensazioni del passato.

Affinché tu non diventi succube di questa mente associativa, è essenziale riprendere in mano il tuo stato emotivo, altrimenti sarai soggetto a uno stato di coscienza parziale e, in quei momenti, l’inconscio o i programmatori ombra manipoleranno i tuoi stati d’animo e la tua realtà.

Per farlo è fondamentale bloccare l’innesco emotivo con un atto di volontà, staccare la memoria associativa/emotiva e recuperare la tua centratura, senza essere così affetto della comparazione dei dati del passato con quelli presenti. Non essere mai condizionato dalla tua risposta immediata all’evento, fermati e valuta il presente, senza tener conto del fattore emotivo o fisiologico, altrimenti non sarai diverso dal cane di Pavlov, vittima del riflesso condizionato (v.).

Fare quanto suggerito non significa che dobbiamo reprimere le emozioni; l’atto di reprimere qualcosa genera una sorta di rimozione conscia, che trasporta il fattore emotivo squilibrato a livello inconscio e questo, in un futuro, può generare delle pulsioni incontrollate.

Reprimere è come nascondere lo sguardo a un rubinetto gocciolante, che riempie una vasca intasata; in poco tempo l’acqua traborderà e non mancheranno i danni. Per “staccare” la spina all’emotività, senza reprimerla, è indispensabile un atto di pura volontà, rivolto al non voler essere l’effetto di essa. Puoi impiegare la stessa energia, che ti rende triste, per essere felice; non costa nulla se non un pensiero carico di volontà, ossia un pensiero di potere.

Da come sono stati rappresentati fin qui i programmatori ombra e l’inconscio, potrebbe sembrare che questi siano i cattivi di turno, ma la questione non sta in questi termini almeno per il secondo.

L’inconscio ha enormi responsabilità nei confronti dell’organismo, espleta le sue innumerevoli funzioni basilari, necessarie alla nostra sopravvivenza, senza di “lui” il corpo fisico morirebbe in poco tempo.

Il nostro corpo è composto di circa cento bilioni di cellule e in ognuna di esse accadono cento milioni di reazioni ogni singolo secondo, contemporaneamente muoiono dieci milioni di cellule e ne nascono altrettante. Da questi numeri si comprende come il corpo umano e le sue funzioni siano troppo numerose e complesse da poter essere monitorate dalla nostra mente conscia. Il regista dietro tutto questo è l’inconscio e la sua potenza di calcolo è impressionante. Dei quattrocento miliardi di bit di informazione che l’inconscio elabora ogni singolo secondo, siamo consapevoli, a malapena, di duemila segnali e solitamente essi riguardano il corpo, l’ambiente e il tempo.

L’inconscio è un mega computer biologico che programma il corpo umano e contiene in un campo coerente i trilioni di atomi che formano la nostra struttura fisica. Ci sono miliardi di acidi nucleici che costituiscono i geni di una cellula e l’inconscio li fa lavorare sinergicamente tra loro e ne cambia le mutazioni per tenerci in vita.

Ogni nostro pensiero produce una specifica neurochimica (ormoni e neurotrasmettitori), generando una determinata reazione all’interno del corpo. Ogni pensiero è un messaggio che va all’inconscio e ai programmatori ombra, pensieri che possiamo definire negativi sono informazioni che l’inconscio trasformerà in risposte chimiche negative e in situazioni reali negative.

Mentre gestisce la nostra salute, l’inconscio ascolta i nostri suggerimenti. Il problema nasce nel momento in cui abbiamo pensieri di odio, rabbia, paura, autodisapprovazione, ecc. poiché questi pensieri suggeriranno all’inconscio di darci una risposta neurochimica negativa, che ci farà sentire ancora più male, innescando in noi ulteriori pensieri negativi.

Questo circolo vizioso va fermato appena si innesta, oppure, nel tempo diventerà cronico, trasformandosi in pensiero inconscio e lentamente scaveremo la fossa della disperazione che culminerà con una morte prematura. L’inconscio non ha una volontà autocosciente e non vuole farci del male, semplicemente è un potente biocomputer che si attiene alla computazione dei dati che ha ricevuto.

L’inconscio ha accesso a tutti i nostri ricordi, consapevoli o inconsapevoli, cosa che il nostro Io conscio non è in grado di fare e non ha colpe se ci danneggia; “lui” cerca solo di proteggerci e lo fa con i mezzi che gli sono stati messi a disposizione.

L’inconscio va visto per quello che potenzialmente è, un invisibile angelo custode che, se agganciato ai programmatori ombra e alla Matrix, si trasforma nell’agente Smith. È saggio pertanto farne un proprio alleato nel manifestare la realtà che desideriamo, ma per compiere questo bisogna disinstallare tutte le credenze e i programmi contrari ai nostri obiettivi.

L’inconscio è sempre un alleato, anche quando ha al suo interno elementi di controllo che sono dannosi per noi e i nostri obiettivi, e interviene durante il nostro stato di veglia attraverso azioni subcoscienti. L’inconscio, semplicemente, fa il suo lavoro di guardia del corpo, ci protegge attraverso il suo database. Quando notiamo in noi o negli altri dei gesti ripetitivi o autolesionisti e automatismi stimolo/risposta siamo di fronte a “lui” o ai programmatori ombra.

Se, ad esempio, durante un incidente in cui, cadendo dalla bicicletta, siamo svenuti e il nostro inconscio ha registrato la frase «Mio figlio è sempre così sbadato, si mette sempre nei guai.» di nostro padre che accorreva a soccorrerci, oppure la frase di nostra madre «Andare per strada è troppo pericoloso», il nostro inconscio prenderà queste suggestioni per autorità — che entrano direttamente nell’inconscio a causa del nostro stato di incoscienza o parziale coscienza — e, per il resto della vita, l’inconscio ci spingerà ad essere sbadati e a metterci nei guai e, contemporaneamente, cercherà di proteggerci attraverso la credenza che le strade sono pericolose, innescando sempre la fobia e l’angoscia ogni qualvolta ci troviamo in strada, poiché queste emozioni sono gestite dall’inconscio e non dal nostro Io cosciente.

Una volta che comprenderemo questi comandi, dati involontariamente da nostro padre e da nostra madre, “magicamente” smetteremo di metterci nei guai e non avremo più fobie riguardo le strade. Il segreto sta dunque nel fermare la memoria associativa/emozionale e, in seguito, accedere a quelle memorie per cancellare l’aspetto indesiderato, poi sovrascriverlo con qualcosa di funzionale per noi.

Non ha senso combattere contro chi può essere un nostro alleato; la via dell’amore, della comprensione, del perdono e dell’insegnamento sarà valida anche per l’inconscio, per chi lo ha programmato e per noi stessi. Per i programmatori ombra, invece, la via da seguire è semplicemente quella di liberarsi della loro influenza, che mina il nostro libero arbitrio e la nostra crescita personale.

Tratto da: “Zenix: Accedi al codice della tua mente e diventa un programmatore di realtà”, di Riccardo Tristano Tuis.

Risultati immagini per Riccardo Tristano TuisRiccardo Tristano Tuis: scrittore, compositore, ricercatore indipendente e autore del metodo Zenix e della Neurosonic Programming. Da oltre venticinque anni segue un percorso di ricerca che lo ha portato a studiare e praticare diversi indirizzi che spaziano dalle scuole di sviluppo umano alla meccanica quantistica e alle neuroscienze, dallo Zen alla psicologia del profondo, con indirizzo transpersonale, fino agli studi sulla coscienza e sul paradigma olografico.

Fonte: https://www.crescitaspirituale.it/2017/02/i-programmatori-ombra/

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