Ramesh Balsekar: Emancipazione dall’ego.

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Ramesh Balsekar: Emancipazione dall’ ego.

“Cosa significa «la schiavitù dell’ignoranza»?

L’idea di base è la seguente: «Io sono un’entità individuale, dotata di libero arbitrio; sono responsabile delle mie azioni e quindi devo essere buono, virtuoso e devo agire bene». Che cos’è la schiavitù dell’ignoranza? È l’ ego. «Chi» è felice o infelice? È l’ ego che ritiene di essere colui che agisce. Il corpo non può sentirsi felice o infelice; è quindi solo l’ego che si sente felice o infelice. E che cos’è la liberazione? È l’emancipazione dall’alternanza di felicità e infelicità.

La liberazione è la comprensione ultima e totale, nel cuore, che nessuno agisce, né sperimenta. Ogni religione vi dice di liberarvi dall’ ego; però lo dicono proprio all’ego! Si consiglia all’ego di liberarsi dall’ ego! L’ego non ha nessuna voglia di suicidarsi. Quindi la vera questione è questa: chi ha creato l’ ego? Non l’avete creato voi. Allora, da dove è venuto fuori? Da dove poteva venire se non dalla Sorgente? Chiamatela Sorgente, Coscienza, Energia primordiale, Dio o Consapevolezza, non ha alcuna importanza, purché capiate bene che si tratta della Sorgente, dell’Uno senza secondo. Dunque anche l’ego proviene dalla Sorgente. Ecco perché la chiamo Divina Ipnosi.

Sotto l’effetto dell’ipnosi, si pensa di essere separati e si ritiene di essere gli autori delle azioni. […] Solo la Sorgente che ha creato l’ego, o questa misteriosa Divina Ipnosi, in alcuni casi, è anche sul punto di dissolvere l’ipnosi. Nel caso di un saggio, l’ego, o senso di separazione, o Divina Ipnosi, o senso di essere colui che agisce, è stato annientato dalla Sorgente stessa. Una volta annientato l’ego, cosa resta nell’organismo corpo-mente chiamato saggio? Rimane la programmazione [Balsekar chiama programmazione il DNA più il condizionamento ambientale]. Ecco perché, se vedete dieci saggi, potrete constatare che, in tutti, il senso di essere colui che agisce non esiste più. Tuttavia, ogni saggio è diverso da tutti gli altri saggi e ognuno vive in maniera diversa, perché ognuno di loro ha una differente programmazione. In altre parole: anche dopo la distruzione dell’ego, la Sorgente continua a usare gli organismi corpo-mente, ossia inserendo degli input che portano a determinati output. Perciò gli organismi corpo-mente dei saggi continuano a funzionare esattamente come prima, ma nessuno di loro ritiene di essere l’autore delle proprie azioni.

Se l’organismo corpo-mente di un saggio è stato programmato in modo tale che in lui sorgano spesso degli accessi di collera, questi continueranno a sorgere, anche dopo l’illuminazione. L’unica differenza sta nel fatto che prima dell’illuminazione il saggio diceva: «Sono furibondo perché mi sono arrabbiato, anche se i miei amici non gradiscono che mi arrabbi. La collera fa salire la pressione sanguigna e non dovrei arrabbiarmi». Questo era il coinvolgimento dell’ego prima che venisse distrutto il senso di essere colui che agisce. Che cosa succede dopo la realizzazione e l’annichilimento dell’ego? Quando la collera esplode il saggio osserva semplicemente l’insorgere della collera e le sue conseguenze.

Nel caso in cui, invece, qualcosa avesse suscitato compassione, prima della realizzazione, l’ego avrebbe detto: «Sono compassionevole e la gente dovrebbe rispettarmi». Nel saggio non sorgono pensieri simili. Il saggio osserva soltanto l’insorgere e l’espansione della compassione. La compassione di un saggio può assumere forme diverse. Per esempio, se vede una persona ferita potrebbe curarla; se vede una persona indigente, cercare delle monete in tasca e dargliele. La compassione nasce spontaneamente, ma il saggio non è mai coinvolto nell’azione e non la ritiene «sua».

L’unica differenza tra un saggio e un uomo ancora non realizzato sta nel fatto che nel saggio il senso di essere colui che agisce è stato annientato per sempre e osserva gli eventi snodarsi, senza ritenere che certe azioni siano «sue», né tanto meno di altri individui. Se qualche azione lo ferisce, il saggio accetterà le ferite e il dispiacere, senza provare rancore od odio per nessuno, perché consapevole che ogni azione appartiene a Dio, o se preferite: tutte le azioni sono l’opera impersonale della Coscienza.

Con la distruzione del senso di essere colui che agisce, il saggio non prova orgoglio, non si sente colpevole, non odia né invidia nessuno. L’assenza di sensi di colpa, orgoglio, odio e invidia rende la vita serena e armonica. Lo scopo della ricerca spirituale è quello di avere, nella condizione di veglia, la stessa pace di cui godiamo durante il sonno profondo”

Tratto da: Non più confusione, di Ramesh Balsekar.

Fonte del Post: https://ascoltiprofondi.wordpress.com/2011/07/16/ramesh-balsekar-lultimo-saggio-advaita/