Rani: Esperienze di Illuminazione.

Terra x Blog + Nero 2015

Illuminazione: Prima, durante e dopo.

sunrise

Ogni ricercatore vuole l’ illuminazione. Gran parte delle persone la sente come uno stato di continua beatitudine e unità e crede che una volta raggiunto questo, la vita sarà per sempre facile e semplice, a causa di quest’eterna espansione nell’oltre.

Mentre è vero che esiste quello che si definisce «l’esperienza dell’illuminazione» che possiede tutte queste caratteristiche, la vera vita illuminata è qualcosa di molto diverso.

La beatitudine non è l’esperienza emozionale che conosciamo attraverso l’ego. E’ al di là di questa. La verità è rivelata, per così dire, in tempi supplementari, pezzo per pezzo, in relazione alla nostra graduale presa di coscienza di che cosa siamo e alla perdita della nostra identità legata all’ego. Alcune parti del processo sono garantite: dobbiamo per primo riconoscere che siamo al di là del corpo-mente, fino al momento in cui accade un cambiamento di prospettiva, di situazione, però, in seguito, dobbiamo precipitare e scendere dal picco dell’illuminazione. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che ogni esperienza si decolora anche dopo qualche anno, che possiamo di nuovo perdere la chiarezza e che l’identificazione con la mente può ritornare. Nulla è permanente e per raggiungere vette più alte dobbiamo passare da diverse vallate.

L’insuccesso è una parte essenziale del sentiero. Quando otteniamo un successo spirituale, il nostro ego cresce in proporzione, quando abbiamo un insuccesso, esso diminuisce ed è triturato.

L’esperienza dell’illuminazione è la fine della ricerca, ma sicuramente l’inizio del cammino. (O come dico spesso la ricerca si muove dalla dimensione orizzontale a quella verticale.) Spesso è necessaria la perdita dell’esperienza per essere veramente impegnati nella disciplina della vita spirituale. Ciò che rimane è che siamo confrontati costantemente con le nostre mancanze, paure, attaccamenti e disperazioni. Dobbiamo aprirci e aprirci in profondità nel dolore e nella paura, perché ci cuocia, ci spezzi e ci polverizzi, in modo che possiamo sparire come sè separato. Se non abbiamo la giusta comprensione, il giusto contesto, le vallate sono difficili da percorrere. […]

Molti ricercatori oggi (come io prima) vogliono solo una cosa: trovare una scorciatoia per liberarsi in fretta dalla sofferenza. […] Tutto ciò che desideriamo è di essere liberi dalla sofferenza. Solo più tardi la nostra intenzione diventa abbastanza pura per desiderare solo quello che è, per quanto sia penoso e scomodo. […] Quando realizziamo che il sentiero sul quale camminiamo non è quello che credevamo e che la realtà è qualcosa di completamente diverso dalle fantasie che avevamo su di essa, siamo sconvolti. Non è una transizione facile da farsi. E’ estremamente dolorosa e sembra di essere spellati vivi. Eppure questa sofferenza ci apre magicamente la profondità di quello che veramente siamo. […] Ma la verità non vive alla presenza della speranza. Abbandonare le nostre speranze è uno dei prezzi da pagare per la perla senza prezzo. […]

L’esperienza dell’illuminazione è sempre un misto di intenzione chiara ed onesta e di un ego affamato di potere. Se non abbiamo un maestro vivente al momento del risveglio, siamo nei pasticci. In quei momenti non possiamo viaggiare da soli; precisamente perché possiamo vedere a mala pena l’ego da soli. […]

[…] La disillusione è non solo necessaria sul cammino, ma un vero dono della grazia divina. E’ come essere svezzati dal seno di Dio e aver il permesso di camminare. Per forza barcolli a destra e a sinistra, come ogni bambino ai primi passi, ma alla fine trovi il tuo equilibrio e cammini. La caduta dal paradiso sembra parte integrante del processo d’illuminazione. Infatti molti insegnanti affermano che devi guadagnartelo per meritarlo. […]

L’illuminazione avviene quando abbracciamo la nostra oscurità allo stesso modo. Realizziamo che la nostra realtà umana ci sarà sempre, che la sofferenza è parte integrante della vita umana. Soffriamo sia consciamente che inconsciamente. Realizziamo che la libertà che avevamo pensato di trovare nella beatitudine e gioia del picco dell’Illuminazione, non è affatto la vera libertà. E’ più profonda. Significa accettare veramente quello che E’.

Om shanti,
Rani

Fonte dell’articolo completo >>> Innernet

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