Realtà ignota e realtà percepita.

Romano Campagnoli: “Esse est percipi”. Realtà ignota e realtà percepita.

Tutte le realtà percepite sono precedute dalla mente, fanno capo alla mente, sono prodotte dalla mente. Se qualcuno parla o agisce con mente guasta, la sofferenza lo segue, come la ruota [del carro] tiene il passo del traino.

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Tutte le realtà percepite sono precedute dalla mente, fanno capo alla mente, sono prodotte dalla mente. Se qualcuno parla o agisce con mente pura, la felicità lo segue, come un’ombra che mai non si distacca.  Dhammapada, 1 – 2

Oggi, grazie alla rivoluzione apportata dalla Fisica del ‘900, cioè dalla Meccanica Quantistica, ci stiamo abituando all’idea che la realtà – se esiste, perché c’è chi dubita anche di questo e la ritiene un semplice prodotto della nostra coscienza – è fuori dalle nostre possibilità conoscitive (principio di Indeterminazione di Heisenberg) e che una parte di essa (quantitativamente pressoché irrilevante) è trasformata, a opera nostra, nella percezione del nostro mondo, che della realtà effettiva, quella ignota, costituisce una riduzione e una interpretazione.

Quindi, non solo per il Buddha, ma anche per la Meccanica Quantistica, percezione ed esistenza, come noi la intendiamo, coincidono, per cui non ci sono una res cogitans e una res extensa, ma una realtà ignota e una realtà percepita.

Una precisazione cruciale: quando si dice percezione, si pensa solo ai cinque sensi, invece è percezione anche quello che avviene nell’interiorità psicologica dell’uomo, a opera di quello che il Buddhadharma chiama senso interno.

Romano Campagnoli

Fonte: https://www.meditare.net/wp/buddhismo/esse-est-percipi-romano-campagnoli/

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