Riflessioni: Credere o non credere.

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Credere o non credere… e la Fede?

Credere in qualcosa o in qualcuno, avere Fede in qualcosa o in qualcuno… o in nulla.
Che cosa siamo, in fondo, noi esseri umani, se non il prodotto delle nostre più intime convinzioni, di ciò in cui crediamo fermamente e, troppo spesso, persino inconsapevolmente?

Il nostro modo di essere, di relazionarci, di perseguire sogni, obbiettivi e desideri, di affrontare le molteplici vicissitudini della vita dipende esclusivamente da quel variegato e spesso contraddittorio insieme di convinzioni che lungo la via andiamo costruendo, demolendo, rimodellando… per l’intero corso della nostra permanenza qui.

Sembriamo sì immersi in una Matrice comune, “The Matrix”, ma ognuno di noi sperimenta ed interagisce solamente con la “sua” propria e particolare dimensione, od estensione di “realtà”.

Sembra che sullo sfondo di un gigantesco schermo cinematografico si agitino miliardi di comparse, ignoranti, il più delle volte, della visione di insieme, del tutto affaccendate a rigirarsi incessantemente all’interno del proprio microscopico pezzetto di schermo, un pixel; ognuna con la “sua” verità, ognuna convinta di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è vero e cosa è falso…

Persino chi non crede in nulla, in verità, crede in qualcosa: crede semplicemente che non ci sia nulla in cui credere.

Nessuno, o quasi, riesce a sottrarsi alle proprie convinzioni, a decondizionarsi, a rendersi indipendente dal proprio giudice interiore, il pensiero autocentrato; ma queste credenze e convinzioni altro non sono, se non un “impianto psichico” che finisce per ancorarci ad una caratteristica “linea di realtà”, che non può che dispiegarsi in una determinata linea spazio-temporale.

In altre parole, il processo di “identificazione” si rivela essere il “Principio Fondamentale” che regola l’esistenza di noi “umani”, indipendentemente dal fatto che crediamo in Dio oppure no, che professiamo una Religione o meno, che abbiamo la pelle chiara o scura, che godiamo di ricchezza o povertà, di salute o malattia, che ci professiamo di destra, di sinistra o che non ci importi nulla della politica, che siamo pacifisti o guerrafondai, sfruttatori o sfruttati, vittime o carnefici… pare proprio che l’uomo ritenga “se stesso” un essere compiuto ed assolutamente reale – fatto di carne e ossa, immerso in un mondo inconfutabilmente costituito di materia – indispensabile alla vita e collocato presuntuosamente al centro dell’Universo.

Purtroppo per noi, però, il solo intelletto, così considerato e venerato, vero creatore del “mondo degli uomini”, non è stato – e pare non esserlo tuttora – in grado di portarci ad una diversa Dimensione dell’Essere, alla Verità, all’Integrità, alle Nozze con l’Amato o Amata… la Vita; la nostra straordinaria mente, infatti, può concepire solamente gli “oggetti” dei suoi sensi, i fenomeni, ma non il noumeno che sta loro dietro.

Sembra un circolo vizioso, una strada senza uscita; eppure…

Frammenti di quella che si potrebbe definire come “Antica Conoscenza” sono giunti fino a noi sotto forma di Miti, Leggende, Insegnamenti Religiosi, Filosofici od Esoterici che, seppur distorti ed incompleti, ci recano testimonianza di uomini venutisi a trovare al cospetto della Verità, di Dio o dell’Essenza di ogni cosa, mentre fenomeni più recenti, sempre più frequentemente documentati, quali i “contatti” e le “canalizzazioni” con Esseri di altre dimensioni, o i rivoluzionari ed affascinanti postulati della Fisica Quantistica, ci incitano ad assumere una “Nuova Consapevolezza” riguardo la nostra reale Essenza ed il nostro ruolo nell’Universo; una “via” , insomma, se non proprio mostrata nel dettaglio, ci è stata quanto meno suggerita: Siamo parte di Tutto ciò che E’, che a Sua volta è parte di noi ed E’ “più noi di noi”, indissolubilmente legati, identici nella diversità, Uno, responsabili della nostra emanazione energetica, attraverso la quale interagiamo incessantemente con il campo delle infinite possibilità… interattivi, insomma.

Ma allora, siamo davvero così ottusi da non riuscire a percepire che il nostro Vero Essere è l’Integrità, che lo Stato Naturale dell’Essere è Beatitudine, Libertà, Amore, che Tutto ciò che E’ è la Sola Realtà e, soprattutto, come potremo mai riuscirci se il nostro intelletto non ci può aiutare?

Abbiamo già, più volte, preso in considerazione come ognuno di noi creda in “qualcosa” e di come questo qualcosa intervenga concretamente nel processo creativo della “realtà” soggettivamente percepita, ma se è senz’altro vero che tutti noi “crediamo” è altrettanto vero che non tutti hanno Fede.

Qualora, infatti, la Fede a cui mi riferisco rappresentasse la “Pietra Filosofale”, il mitico strumento capace di trasmutare il Tre nell’Uno, il tempo nell’Eternità, la morte nell’Immortalità… quanti di noi, ora, in questo preciso istante, potrebbero asserire di essere in possesso della Chiave per risolvere l’Enigma di chi siamo e che cosa siamo venuti a fare in questo mondo, apparentemente privo di giustizia e così avaro di gioia?
Forse non proprio tanti.

Ma allora, se non ci riconosciamo “Illuminati” come il Buddha o i Santi, se non godiamo di una Fede incrollabile, se non riusciamo a comprendere chi siamo veramente, se non abbiamo le risposte per cambiare e migliorare questo mondo ammalato e assurdo, se non riusciamo a fare a meno di giudizi e di categorie morali, se ci sentiamo traditi e offesi dai nostri simili, dalla Natura e persino da Dio… che fare, in che cosa sperare?

Mi sento ripetere spesso frasi quali: “ tanto non possiamo fare nulla, non abbiamo alcun potere, le persone per bene sono troppo poche, ci vorrebbe qualcuno che ci aiutasse, questo mondo è il vero inferno…” e potrei continuare per ore ad elencare frasi di questo tenore. Sembra proprio che in tanti abbiano perso ogni speranza, che in tanti prevalga il senso di egoismo, che dà loro l’illusione di poter tenere lontani i guai o le paure, che in tanti stiano aspettando qualcosa, o qualcuno, capace di risolvere ogni drammatica questione… e, nel frattempo, accusano “altri”, dai politici al clero, dai propri simili a Dio, per ogni ingiustizia, per ogni violenza, per ogni infelicità o sofferenza di cui si ritengono “vittime”.

Io credo che questi atteggiamenti stigmatizzino la perdita di contatto con la Realtà, con il proprio Essere, una assurda, quanto inutile, fuga dalle proprie Responsabilità.

Se desideriamo Amore, per prima cosa dobbiamo “impersonare” l’Amore, se vogliamo Giustizia dobbiamo per primi essere Giusti, se auspichiamo la Pace dobbiamo portare la Pace nel nostro Cuore e così di seguito. Non ha alcuna rilevanza ritenere che nel mondo non ci siano abbastanza Amore, Giustizia o Pace, ciò che importa è il nostro contributo, la nostra Fede nell’Amore, nella Giustizia, nella Pace e, di conseguenza, smettere di restare immobili o, peggio ancora, di criticare e condannare; ciò che conta è assumersi l’Onore e l’onere delle proprie responsabilità, testimoniare con gli atti e non solo con le parole la profondità del nostro Cuore, farla finita, una volta per tutte, di affidare comodamente ad altri, Dio compreso, la nostra “futura salvezza”. Se “salvezza” c’è, è qui e ora… e attenzione! Nessuno farà mai il “lavoro sporco” per noi.

Che ne siamo consapevoli o meno, è possibile che esista una sola Realtà, un solo Essere, una sola Verità e che nulla possa essere diverso da Ciò che E’, noi umani compresi.

Noi siamo Quello, Coscienza impersonale, Ciò che E’, e per tale ragione non nutro alcun dubbio sulle nostre possibilità di riuscita nel “Grande Gioco” a cui stiamo partecipando.
So bene che quest’ultima affermazione – alla luce dei disastri che la nostra specie sta portando avanti – può risultare poco credibile, ma se smettessimo di considerare la “realtà” esclusivamente dal punto di vista del pensiero, che è sempre limitato, e tentassimo invece di viverla come essa E’, senza la presunzione di essere indispensabili e di saper fare di meglio, potremmo accorgerci che la Vita è l’Immutabile sottofondo, la Silenziosa creatrice di ogni forma e che può benissimo fare a meno di una determinata “forma”, rivelatasi non sufficientemente adattabile al libero fluire del gioco delle forme.

Noi siamo l’Uno, la Vita, l’Essere, la Coscienza impersonale, Quello; lo siamo sempre stati, lo siamo proprio ora e lo saremo in eterno… anche il giorno in cui sulla Madre Terra non rimanesse alcuna traccia degli esseri umani.

Con affetto, Sid… Love*

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