Riflessioni: La bella Notizia.

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Riflessioni: Dal non-conosciuto al non-conosciuto, passando per il noto: L’illusione della mente.

Noi proveniamo dal non-conosciuto e “scendiamo” sulla terra … indubbiamente, così sembra.

Un mondo intero appare davanti ai nostri occhi … e noi ci siamo dentro, limitati e definiti da un corpo materiale, solido.

Restiamo qui un solo istante, che noi viviamo come un lungo tempo, sperimentando la percezione dei sensi fisici, i loro piaceri, i loro desideri, le loro avversioni e chiamiamo tutto ciò realtà.

Ma cos’è la realtà?

Ed esiste una ed una sola realtà?

O nulla è come appare?

L’infinito, l’incondizionato, l’illimitato si riveste di definizioni, congetture, limiti, conclusioni.

Ogni cosa si frammenta, va letteralmente in briciole, ed ogni frammentazione è una separazione, un distacco, un tradimento, una delusione, un conflitto che ferisce nel profondo.

E così, feriti, abbandonati, traditi, soli, ci fasciamo come mummie, per non cadere a pezzi, per proteggerci dal “male”.

Ma è veramente questo il vivere?

No, non lo è …

Questo è isolamento, insoddisfazione, dolore, paura, rabbia, un misero tentativo per poter sopravvivere e non sentir più nulla.

Così nascono le immagini di sé e di ogni altra cosa … false ed inventate, ma utili allo scopo: proteggerci psicologicamente e fisicamente.

La percezione di se stessi e del mondo intero cambia e ciò che resta è solo il vuoto, il freddo, il buio: l’aridità.

Un cuore arido è un cuore che non si concede più Amore, in cui non trova più alcuno spazio la com-passione, ma soltanto la convenienza; si smarrisce ogni gioia di essere e non rimane altro che credere di essere o di poter diventare qualcosa che, qui, ora, proprio non c’è.

Finiamo per vivere nel tempo, e questo tempo, in definitiva, è il nostro passato, che ci deruba del presente, che rende uguale a sé il futuro, in un circolo vizioso.

Una prigione senza sbarre in cui da soli ci siamo relegati.

Ma che cos’è la Libertà?

Ed è possibile darne una definizione?

E la Libertà è Libertà da qualcosa o è Libertà e basta?

E noi che siamo qui, su questa terra, siamo liberi? Siamo mai stati veramente liberi?

Guardiamoci intorno; guardiamoci dentro: dov’è la Libertà?

Non c’è!

Autorità, credenze, convinzioni, conclusioni, dogmi, conoscenze, esperienze, condizionamenti – cioè tempo, conosciuto, passato, memoria – frammenti limitati, dentro e fuori di noi; questo c’è!

Ma in tutto questo non esiste alcuna Libertà, né mai potrà esserci.

Che fare dunque?

Accettare tutto questo con rassegnazione? Lottare contro tutto questo con convinzione?

Ritirarsi in disparte come degli eremiti? Credere a qualcuno che dice di saper come si fa?

O nulla di tutto ciò?

Può esserci Vita senza relazione?

Se un prezioso vaso è andato in pezzi, non credo che raccoglierne i frammenti, posizionarli l’uno accanto all’altro e appiccicarli tra loro sia la soluzione per tornare ad ammirare l’originale integrità e bellezza di quel vaso; non credo proprio, per la semplice ragione che, tutt’al più, quel vaso apparirà integro, ma non lo sarà per niente.

E dunque … siamo senza via d’uscita?

A questo punto, una semplice considerazione:  ma tutto ciò sta realmente accadendo? Oppure no?

In altre parole: tutto ciò è realtà o illusione?

L’ignoranza può benissimo ignorare la Verità, ma solo per questo, la Verità smetterà di essere tale?

Se si crede che qualcosa sia vero, ma non lo è, la Verità cambierà per questa ragione?

E se si crede che qualcosa che è falso sia vero, la falsità smetterà di essere falsa?

No; nulla di tutto ciò dipende da noi, o meglio, dalle nostre opinioni e congetture.

Ciò che è Vero resta Vero e ciò che è falso resta falso, qualsiasi sia la percezione che ne abbiamo.

Davanti ai nostri occhi compare un mondo intero e in questo mondo noi ci muoviamo; apparteniamo ad esso anima e corpo.

Ma i nostri occhi non vedono nulla, le nostre orecchie non odono nulla; è unicamente una percezione sensoriale, una rappresentazione operata dal cervello: una realtà virtuale … un film 3D in full HD e, anche se non sembra, questo è un fatto assodato dalla neuroscienza.

In questo film siamo sia attori e sia registi, contemporaneamente, ma, mentre i protagonisti sono solo immagini mentali, il regista è reale e Vero … ma non si vede mai; curioso che senza uno specchio non riusciamo mai a vederci in volto … sarà una coincidenza?

In questo mondo le immagini mentali sono considerate la Realtà, che viene definita sacra ed inviolabile, ineludibile, insindacabile. In questo mondo siamo tutti vittime e contemporaneamente siamo tutti giudici che condannano a non finire.

In questo mondo siamo tutti diversi e separati gli uni dagli altri, la fisicità ce lo impone. In questo mondo la materia è un dogma irrefutabile e ciò che non è percepibile dai 5 sensi e non si attiene alle leggi del nostro conosciuto non conta nulla e non è considerato reale. In questo mondo la fanno da padrone 3 divinità: il tempo, lo spazio e la materia; il loro vassallo, senza un cuore, è il pensiero … una “entità” aliena all’integrità, che è l’Amore incondizionato.

Dove se ne sta, dunque, il regista … il creatore di mondi?

Chi o che cosa è? Come raggiungerlo, come interagire?

Come avvertirlo che sta creando un mondo di immane sofferenza e infelicità?

E se si fosse in grado di raggiungerlo … potrebbe o vorrebbe creare un mondo diverso?

In tutta sincerità … che cosa cerchiamo veramente?

Risposte?

Ci interessa veramente conoscere chi siamo, da dove proveniamo, che scopo abbiamo, che scopo ha la vita, dove siamo diretti, che ne sarà di noi e del mondo intero andando avanti di questo passo, perché la nostra intera storia è segnata da innumerevoli conflitti e sofferenza senza tregua?

O siamo interessati esclusivamente a trovare un modo per stare “bene” e rimanerci il più a lungo possibile, cioè, in altre parole, a trovare un benessere permanente?

La maggior parte di noi è ipocrita, senza che questa voglia essere una offesa o un giudizio; crede cioè di cercare una cosa, mentre in realtà e inconsapevolmente ne cerca un’altra, completamente diversa.

E’ semplicemente un fatto che la maggior parte di noi vuole ottenere un ipotetico “qualcosa” che gli consenta di stare bene, di sentirsi tranquilla, al sicuro e soddisfatta e pertanto si impegna con ogni sforzo e sacrificio nel tentativo di raggiungere quello stato, quel “qualcosa” che, ipoteticamente, renderà possibile tutto ciò; nel caso ci riuscisse, poi, produrrà altrettanto sforzo e sacrificio per difendere il risultato faticosamente raggiunto … con le unghie e con i denti.

Ma esiste davvero un qualcosa di permanente in questo mondo?

Quello che è evidente in questo interminabile ed affannoso lavorio è che in tutto ciò non vi è alcuna traccia di un interesse reale, atto a scoprire chi siamo veramente, che cosa sia quella che chiamiamo realtà, né, tanto meno, per scoprire come mai continuiamo a vivere in un mondo che non ha mai conosciuto Pace, Libertà, Compassione, Amore incondizionato e tuttora non li conosce.

Niente di tutto ciò!

E’ palese che la maggior parte di noi vuole esclusivamente “riempirsi la pancia” di cose, persone, sensazioni, emozioni, piaceri, idee, cercando contestualmente di scaraventare il più lontano possibile tutto ciò che disturba il quieto vivere.

Questa è ricerca di appagamento … tutto qui; per altro non biasimabile.

Ma quello che vale per i più, non è detto che valga per altri, forse una minoranza, ma pur sempre significativa.

Riconoscere la responsabilità che deriva dalla consapevolezza di essere “creatori di mondi” equivale ad assumere un grande onere, ma anche un grande onore, dove per onore intendo una Potenzialità Creativa assolutamente proporzionata al livello di responsabilità che riconosciamo in noi.

Quando un creatore di mondi osserva la “sua” creazione sa, in parole molto povere, che sta osservando se stesso; se il mondo che vede è un mondo in frantumi, diviso e conflittuale ciò gli dimostra inequivocabilmente che egli stesso ha una mente in frantumi, divisa e conflittuale, con tutto ciò che ineluttabilmente questo comporta.

Un creatore di mondi sa che è perfettamente inutile lamentarsene, come è perfettamente inutile cercare di rabberciare tutto senza avere consapevolezza di come la frattura sia avvenuta; quello che c’è è quello che c’è, ed è da lì che deve partire la ricerca; tutto il resto è mera teoria, supposizioni, parole, fuga.

Da dove viene la frammentazione? Come si produce? Come sorge e come si mantiene? Cosa comporta? E’ inevitabile o può avere una fine?

Ma soprattutto: è frattura vera o falsa?

La percezione è soggettiva, quindi sempre limitata, parziale e frammentaria; questo è un dato di fatto.

Che Verità può mai esserci in qualcosa di frammentario e limitato? Nessuna, perché la Verità o è Integra o non è la Verità.

Allora, sarà la percezione sensoriale che dovrà guidarci e stabilire cosa è reale e cosa non lo è o dovrà essere qualcos’altro?

Potrà mai essere il pensiero, con il suo isolamento relegato nel passato, nello stretto ambito di ciò che è conosciuto e quindi immagazzinato come memoria?

O che altro?

Ognuno di noi non può agire che per se stesso … ad ognuno la risposta che più gli si confà.

Dopo una intera vita vissuta in questo mondo, lunga o breve che sia, incontriamo la morte … la fine di tutto ciò che abbiamo conosciuto e che conosciamo.

La Morte, infatti, non è che la fine del conosciuto, senza alcuna possibilità di scelta.

Dal non-conosciuto proveniamo, qui sulla terra viviamo nel conosciuto e al non-conosciuto infine torniamo; questo è il cerchio che si chiude.

Ma mentre siamo qui, ci attacchiamo a ciò che è noto, per il recondito timore di non essere più nulla, di restare vuoti e soli in balia di ciò che c’è, che per altro percepiamo diverso da noi, e per tale motivo, potenzialmente pericoloso e ostile.

Difficile dire che non partiamo da qui tutti quanti … o quasi, no?

Così abbiamo finito per dividere la Vita dalla Morte, la qual cosa rappresenta un atto di fede inconsapevole nei confronti delle 3 divinità che tiranneggiano questo mondo: spazio, tempo, materia con i loro dogmi e il loro culto.

Il vassallo senza cuore, il pensiero, ha organizzato tutto nei minimi particolari e la potenza creatrice irretita dalla falsa percezione, ripete senza sosta il solito schema del tempo lineare, dello spazio vuoto, della materia densa, di un centro che fa l’esperienza: l’io, diverso e separato da tutto e da tutti, impotente, vittima, sacrificabile, mortale … ma estremamente presuntuoso ed arrogante.

Una coscienza – o più verosimilmente la coscienza – osserva tutto questo movimento in silenzio.

Uno schermo neutro sul quale appare ogni immagine possibile.

Un vuoto – nel senso di: privo di oggetti – che accoglie ogni cosa, ogni percezione, ogni sensazione, ogni sentimento, ogni immagine, ogni pensiero … senza giudizio alcuno, senza nominare, senza scelta, senza il centro che ne fa esperienza.

Né spazio, né tempo, né materia, né centro dell’esperienza.

Un “campo” che contiene tutto, in cui non esiste divisione alcuna tra ciò che è interno e ciò che è esterno, ma che semplicemente è, ovunque sia.

Nessuna frammentazione, ma Integrità totale.

Sapore di Casa, conforto di Amore, Compassione Vitale, Quiete.

Cosa ci separa da Quello?

Perché è così raro?

Perchè è così flebile e passeggero?

Anni o millenni di condizionamento hanno condannato e devastato prima, ridicolizzato, poi, la nostra capacità di sentire e di sentirci, di osservare e di osservarci … e la paura indotta, elargita a piene mani, ha fatto il resto.

Che ci sia veramente un parassita che si nutre di noi, della nostra energia?

Forse sì, o forse no; semplicemente non lo so, non conosco la Verità.

Ma, senza dubbio, posso riuscire a riconoscere la menzogna, ciò che è falso.

I creatori di mondi non credono che il fuori sia “altro e diverso” dal dentro e attraverso la loro relazione col mondo scoprono la realtà di ciò che sono, momento per momento, e sempre in movimento; e dal momento che la Verità non può che essere integra, illimitata e ubiquitaria scoprono che noi, gli esseri umani, non possiamo essere in nulla diversi da Essa.

Ciò sta a significare che tutti noi siamo integri, illimitati e ubiquitari e che nulla e nessuno può essere diverso da ciò che, in Verità, tutti siamo, siamo sempre stati e saremo in eterno.

Questa percezione ha la potenza di cambiare il mondo davanti agli occhi che lo vedono, semplicemente perché il creatore del mondo, nel silenzio, diviene consapevole dell’Integrità che è Vita e Verità … che è identica a ciò che il creatore è … e il mondo non potrà che rispecchiare il creatore, così com’è.

Tutto il resto è illusione e non durerà.

Questa è la bella notizia.

Con affetto, Sid… Love*

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