Riflessioni: L’insoddisfazione.

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Riflessioni: L’ Insoddisfazione.

Che cos’è l’ insoddisfazione? Rispondere dicendo che l’insoddisfazione è un moto dell’animo, che sta a testimoniare che qualcosa, o qualcuno, non ci soddisfa o non ci rende felici è di una banalità estrema. Questa è solamente una descrizione verbale di un termine lessicale. Non serve proprio a nulla.

Si può percepire l’ insoddisfazione? Certo che sì… del resto, come potremmo affermare che c’è insoddisfazione, nel caso non ce ne rendessimo nemmeno conto? Non potremmo. Quindi, l’insoddisfazione si percepisce attraverso i sensi. E i sensi cosa mostrano? L’insoddisfazione – come un qualsiasi altro stato d’animo, emozione o sensazione – si percepisce come una “vibrazione”, dotata di una sua caratteristica “frequenza”. Dove la si percepisce? Nel corpo. Il corpo “vibra” o “freme” con un “tono” caratteristico, inequivocabile; per questo riusciamo a distinguere una sensazione dall’altra.

Quando si presenta l’ insoddisfazione, anziché lagnarsi o imprecare, la cosa più sensata da fare è prestare tutta la propria attenzione proprio alla sua “manifestazione” fisica; percepire il più chiaramente ed attentamente possibile ogni fascicolazione muscolare, ogni cambiamento nel ritmo del respiro, ogni contrazione o espansione addominale, ogni variazione nel flusso del sangue che scorre nelle vene, ogni movimento degli arti… nulla deve sfuggire. Facendo questo, ci si potrebbe accorgere che, al di là delle lamentele mentali, l’insoddisfazione non ha nulla di diverso da una qualsiasi altra sensazione fisica… è soltanto una “vibrazione”, con una tipica “frequenza”… nulla di spaventoso, nulla di esoterico. Rigore parato.

Tutto qui? Nemmeno per idea!

Se quanto detto ci porta ad osservare la realtà fisica dell’ insoddisfazione – come di ogni altra emozione, lo ripeto – rendendocela più familiare e, di conseguenza, meno paurosa, va sempre tenuto in massima considerazione che essa “sorge” dentro di noi. In effetti… hai mai visto l’insoddisfazione attraversare la strada, prendere un taxi o bersi un caffè? Credo proprio di no. Ciò sta a significare che l’emozione nasce in noi e non è per nulla un qualcosa di esterno che, poi, introiettiamo. Direi che è chiaro, no?

Allora la domanda che nasce spontanea è: Come sorge l’insoddisfazione? O, anche, quando sorge?

Qui, la questione si fa un pochino meno facile… mi raccomando… meno facile, non difficile. Una volta che l’emozione si sia presentata ai nostri sensi, come si suole dire, siamo arrivati un po’ lunghi; non abbiamo fatto caso a come si è installata nel nostro organismo, ma ne percepiamo esclusivamente gli effetti su di esso. Treno perso? No, affatto. Con un po’ di buona volontà e tanto Amore per noi stessi, possiamo fermarci, confessare a noi stessi che ciò che stiamo sperimentando è l’emozione X, dopodiché tornare a portare l’attenzione al corpo, come detto poco fa. E’ un piccolo passo indietro, vero, ma che ci può consentire di non farci trascinare a valle dall’inondazione, insieme ad ogni genere di macerie e alberi divelti.

Osservando attentamente il corpo, quello che può accadere è che la mente, per un istante o anche più, si acquieti completamente e spontaneamente; dal momento che non abbiamo grande consuetudine a questo tipo di silenzio, dopo poco, mentre ancora siamo intenti ad osservare, la mente alza la sua testa e parla, attraverso il dialogo interiore. Beccata!!! Sì, proprio così. In un istante, potremmo quindi aprirci alla consapevolezza che il pensiero sorge dal silenzio e che, una volta comparso nella testa, inizia il suo sproloquio su questo e quello, giudicando, accusando e giustificando ogni causa esterna, quale fonte dell’insoddisfazione, o dell’emozione che ti pare… tanto il processo non cambia mai. Ma, facendo questo, la mente si “frega” con le sue stesse mani, dal momento che, fino ad un istante prima, era stata ben consapevole che l’emozione sorge dall’interno e non certo dall’esterno. Uno a zero per l’Essere.

Con un po’ di pazienza, passione e Amore per noi stessi, possiamo provare e riprovare, ogni qualvolta si presenta un’emozione. Percepiamo nel corpo, osserviamo la sensazione, fino al sorgere del primo pensiero che capita. Nessun problema. Mantenendo questo atteggiamento, potremmo accorgerci, prima o poi, che la sensazione segue sempre, invariabilmente ed inequivocabilmente il sorgere di un pensiero. Questa è una scoperta epocale! Questa scoperta è in grado di cambiare la Vita a chiunque, dal momento che non c’è più alcun bisogno di credere in qualcosa o in qualcuno, consapevoli di essere in grado di conoscere, direttamente, come funzioniamo. Questa è la Gnosi. Due a zero per l’Essere.

Ricapitolando… l’insoddisfazione, come ogni altra emozione, nasce in seguito all’insorgenza di un pensiero; si sente nel corpo, anche se parte dalla testa. Fine primo tempo, tutti negli spogliatoi.

Secondo tempo… si ricomincia a giocare.

Come commenta l’insoddisfazione il pensiero? La gradisce? La detesta? Preferisce che prosegua o che finisca? Cerca soluzioni al problema? A chi dice che appartiene?

Il pensiero afferma, quasi di sicuro, questo: “io sono insoddisfatto”, “io non voglio più essere insoddisfatto”, “devo trovare il modo di essere soddisfatto”, “devo capire perché sono insoddisfatto”. Ti torna? A me sì.
Ma osserva bene… il pensiero, dunque, afferma: “io sono”… seguito da questo, quello, quell’altro… non fa alcuna differenza. Anziché consapevolizzare che è presente una determinata emozione o sensazione, il pensiero se ne appropria, come si appropria pure di una individualità auto referenziata, dopodiché spara la sua litania lamentosa, che, invariabilmente, percepiremo quale “vibrazione” di infelicità, nel corpo. Se si dorme, questo è quello che accade. Partita vinta, senza storia, dal nostro ego o, se preferisci, dal complesso corpo-mente.

Ma se siamo attenti, svegli, possiamo smascherare il gioco sul nascere, possiamo aprirci alla consapevolezza che il pensiero, arbitrariamente, falsando ogni aspetto e regola del gioco, si definisce come “io sono”, che è quanto di più falso possa essere detto. E’ da quell’identificazione che nasce ogni infelicità, paura e conflitto… come anche l’insoddisfazione. Tre a zero per l’Essere, Partita vinta.

Ma di tutto questo, come sempre, puoi essere consapevole solamente Tu.

Con affetto, Sid… Love*

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