Riflessioni sulla non-dualità.

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 Riflessioni sulla non-dualità. 

Non-dualità… ultimamente, pare sia di gran moda parlare di non-dualità. Blog, Forum, Canali YouTube, Maestri di ogni nazionalità e differenti Scuole… tanti ne parlano, danno consigli ed insegnamenti, sciorinando tecniche e pratiche, nonché meditazioni di ogni specie. La costante della maggior parte di ciò che si legge o si ascolta è che il “maestro” di turno si atteggia da “illuminato”, raccontando aneddoti sulla sua esperienza di risveglio, dopodiché inizia a propinare insegnamenti e tecniche al fine di far “conseguire” lo “stato” di illuminazione ai suoi discepoli più devoti… già, perché se non fai come ti viene detto non ci riuscirai mai, in quanto per evadere da un carcere ci vuole un evaso che ti insegni come farlo. Lì per lì parrebbe corretto, ma in realtà non c’è nulla di più lontano dal vero.

Quindi, riepilogando, abbiamo un maestro, dei discepoli, varie tecniche, un risultato da conseguire… nel tempo, con sacrificio, sottomessi all’autorità del maestro. Bé, direi che più dualità di così si muore! Questo non ha nulla a che vedere con la non-dualità, è semplicemente spazzatura mentale, o ego “spiritualizzato”.

La non-dualità non è una filosofia, una religione, un credo, una tecnica, uno stile di vita, un’esperienza o uno stato. La non dualità è la dissoluzione spontanea della dualità e non c’è nessuno che la possa favorire, determinare, conseguire in alcun modo e nel corso del tempo. In effetti, si può ben dire che non c’è nessuno che possa fare alcunché. Accade, se deve accadere, altrimenti, semplicemente, non accade… a nessuno. Nessuno si illumina, nessuno si risveglia, nessuno fa esperienza o conquista uno stato. La non-dualità è quello che c’è e che c’è sempre stato, ma che viene sempre frainteso dalla mente, incapace di fare a meno di giudizi, valutazioni, classificazioni, definizioni e schemi di ogni tipo.

La mente frammenta, divide e specifica; crea classi, livelli, categorie. Non concepisce nemmeno l’intero, l’integrità e non può fare a meno del tempo. La mente crea oggetti di percezione e centri di attenzione, che poi paragona tra loro, magari stilando classifiche. In parole diverse, si può dire che la mente faccia della realtà e della verità uno spezzatino da ingurgitare insieme a milioni di parole e a miliardi di istanti di tempo… tutti in fila, tutti allineati, tutti organizzati, tutti classificati. Il solo risultato di questa operazione è la sofferenza senza scampo… o così almeno appare. Del resto, come potersi aspettare qualcosa di “buono” facendo a pezzi tutto ciò che si incontra?

Ma, in realtà, chi è che soffre? Dove se ne sta colui che soffre? Dove o in che cosa appare la sofferenza? Ti sei mai posto domande simili? E la risposta? Chi ti ha dato risposta, se risposta c’è stata?

Non dualità è uno senza il due… Vita Vivente, senza nessuno che viva. Solo Vita. Essere, ma non c’è nessuno che “sia”.

Il film intitolato “io vivo nel mondo” è in onda… non sta accadendo nulla ad un qualcuno che nemmeno esiste… è semplicemente in onda e la trama è quella che è. Quasi tutti ritengono di essene il protagonista e che gli eventi accadano proprio a loro stessi, credono di poterlo modificare e di doverlo, possibilmente, migliorare. Quasi tutti credono anche di avere facoltà di scelta e di nutrire desideri, di possedere una volontà ed una ben distinta personalità. Quasi nessuno che metta in discussione il dogma più creduto sulla faccia della terra: “Io sono”. Ma io sono chi… o che cosa? E dove se ne sta questo “me”?

La cosa buffa è che i cosiddetti “ricercatori” si attendono le risposte proprio dalla mente e credono alle parole che odono nelle loro orecchie, non realizzando che non c’è nessuno a pronunciarle. Fasci di pensieri, parole sciolte, concetti, sensazioni, memoria, passato, tempo… ma nessuna traccia di questo famoso “me”.

Ma cos’è questo fantomatico cercatore? E che cosa sta cercando? Cerca forse qualcosa di diverso da sé? E la non dualità, allora, dove è andata a finire?

Dove sta il “me” mentre dormi profondamente? Quando sorge e come sorge? Ci hai mai fatto caso? E’ qualcosa che viene e che va o che è sempre presente? Dopo un buon sonno, al risveglio del mattino, ricompaiono la sensazione di esserci, il corpo-mente, il mondo che conosci… ma da dove arriva tutto ciò?

Indagare non è porre domande per ricevere risposte… ma scoprire da dove e come sorgono le domande. Le risposte non interessano… è di sicuro la mente ad offrirle, per poi consumarle nel tempo.

Fin da piccolo sei stato trattato e addestrato come un individuo ben definito, diverso da ogni altro e da ogni altra cosa. Ti è stato dato un nome proprio, ti è stato detto che hai un corpo e una mente diversi da ogni altro corpo e da ogni altra mente, ti è stato insegnato a rapportarti con tutto e tutti seguendo fedelmente questo schema; ti è stato mostrato un mondo intero al di fuori di te, più grande di te e più potente di te. Ci hai semplicemente creduto ed in seguito te ne sei incrollabilmente convinto. Ed il gioco è compiuto: sei diventato un “credente”. Cattiveria umana? Schiavizzazione fraudolenta? No… è semplicemente così… e non è quello che è stato, ma è quello che è, anche adesso.

Per la mente è inconcepibile, oltre che inaccettabile, che non ci sia nulla da conquistare, nulla da aggiungere, nulla da migliorare… o ancora meglio, che non ci sia nessuno che possa conquistare, aggiungere, migliorare… Ma, in verità, non c’è proprio nessuno e non c’è nessun qui! Come potrebbe, allora, “nessuno” fare o non fare qualcosa?

La percezione sensoriale “racconta” una storia: << Oggi è una magnifica giornata di sole, sul mio corpo sento il suo piacevole calore, avverto una delicata brezza sulla mia pelle, si odono uccelli cantare e auto che passano in lontananza; odore di alberi, fiori ed erba si diffondono tutto intorno a me ed un vocio di persone allegre raggiunge le mie orecchie… si sta proprio bene, qui. >>

Mi sapresti dire in che cosa compare tutto ciò?

Come sempre, a questa domanda puoi rispondere solamente tu.

Con affetto, Sid… Love*

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