Rumi: Dimmi che sono te.

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Rumi: Dimmi che sono te.

Sono pulviscolo in un raggio di sole.
Sono la luce del sole rotondo.
Riposati, dico al pulviscolo.
E al sole… Continua a muoverti.
Sono la nebbia del mattino
e il respiro della sera.
Sono il vento che accarezza un bosco
e la schiuma che va sulla scogliera.
Un albero,
un timone,
una chiglia e
un timoniere
e sono pure la barriera corallina
che li affonda.
Un altro albero
e un pappagallo ammaestrato
sui suoi rami.
Silenzio, pensiero e voce.
L’aria musicale
che diffonde un flauto,
la scintilla di una pietra,
la luce intermittente
del metallo.
Una candela
e la falena impazzita
che le gira intorno.
Una rosa,
e l’usignolo
che si pere nel suo odore.
Sono ogni genere di essere,
la galassia che ruota,
l’intelligenza dell’evoluzione,
chi viene su con l’onda,
e chi sparisce.
Quello che c’è
e quello che non c’è.
Tu che conosci Jalal Ad Din,
Tu, l’Uno nel Tutto,
dimmi chi sono io.
Dimmi che sono Te.

Rumi

Il brano musicale è: “Kadish”, di Armand Amar. Compositore Israeliano nato a Gerusalemme, cresciuto in Marocco e, successivamente, installato in Francia, Armand Amar è la punta di diamante della musica fusion. Nessuno meglio di lui, influenzato da tre culture molto diverse, come l’Ebraica, l’Iislamica e l’occidentale, per riflettere musicalmente uno spirito di armonia e di comprensione tra sonorità diametralmente opposte. Autore di numerose colonne sonore per il teatro, il cinema e la televisione. Nel 2010 ha vinto il Premio César per la miglior colonna sonora per il film “Il concerto”, precedentemente aveva ottenuto tre nomination nel 2002, nel 2005 e nel 2006.

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