Shakti: Il disturbo dell’ego.

Terra x Blog + Nero 2015

Il disturbo dell’ego.

Interrogante: Shakti cara, stanotte ho fatto un sogno: ho sognato che lasciavo arrivare pensieri disturbanti senza giudicarli (solo ora li giudico disturbanti) li accoglievo con un ok, e loro puff, sparivano e mi lasciavano dormire in pace… Non so nemmeno con certezza se fosse un sogno o se fossi in uno stato di sonno vigile, come mi è successo altre volte nelle quali appunto mi guardavo dormire… comunque è stato bello e ho pensato: ma allora è facile, basta non attaccare alcun giudizio a nessun pensiero…. chissà se funziona anche da sveglia? ma senza il giudizio, può esserci azione? Intendo se non giudico che una situazione sia da cambiare, cosa mi spingerà ad agire per cambiarla?

Shakti: Certamente è possibile che un’azione accada senza che ci sia identificazione. Questo è esattamente quello che succede quando un’azione è spontanea, ovvero accade senza che ci sia qualcuno che, intenzionalmente, la compie. Ora, anche se questo potrebbe non essere immediatamente evidente, l’azione è SEMPRE spontanea, ma a volte è seguita dall’idea che ci sia qualcuno che la stia facendo e proprio questo pensiero è l’origine del “disturbo” dell’ego, è questo il seme di senso di colpa, vergogna, invidia, accusa etc etc.

Il punto è che, anche quell’identificarsi con quei pensieri e emozioni, accade spontaneamente. Ti sei infatti ritrovata in modo del tutto spontaneo a testimoniare questo accadimento, senza che tu avessi pianificato di farlo: ti sei trovata a VEDERE che i pensieri e le sensazioni accadono e che, quando non c’è quel reclamarli, allora essi vanno e vengono con facilità e non c’è sofferenza a questo proposito.

Il fatto stesso che si sia posta attenzione su questo fatto significa che l’inizio del dissolversi dell’abitudine a identificarsi, ovvero l’ego stesso, sta accadendo. Questo è quello che viene genericamente chiamato risveglio, ovvero il riconoscere quello che siamo, il testimone vuoto della Vita che accade in noi come manifestazione della nostra stessa Coscienza.

Accade dunque il risvegliarsi al fatto che siamo GIA’ questo Io vuoto e consapevole, anche quando non siamo coscienti di questo. Nel diventarlo, quella che è una brutta abitudine a identificarsi con qualcosa che non siamo, cade da sola.

Sei sempre la testimone di ogni pensiero, così come di ogni altra cosa. Ciò che crea sofferenza non è il pensiero in sé, o un’emozione, ma l’identificazione con queste cose, che poi è quello che hai colto in quello stato di testimonianza vigile – se vogliamo chiamarla cosi – che è accaduta. Ciò che chiami giudizio è l’attaccarsi al pensiero, che crea quindi l’immagine di una te che ne è al suo centro, ovvero l’ego.

Interrogante: Cara, vuoi dire che ogni azione che io credo di aver compiuto come frutto di una mia scelta ( libero arbitrio??) è in realtà solo ciò che poteva/doveva accadere al di là di me? Questo da un lato mi fa sentire meno importante, anzi ininfluente nel determinare il flusso dell’esistenza, dal’altro mi toglie responsabilità, e quindi senso di colpa per ciò che ha prodotto un risultato che al momento pare essere non buono… lo dico in riferimento soprattutto al mio essere madre… mi sento costantemente in debito per ciò che non sono stata in grado di fare… Ti ringrazio per la tua attenzione e cura…

Shakti: Come quella che sei veramente, ovvero il testimone, sei “responsabile” di tutto quello che vedi, nel senso che quello che vedi esiste nella tua realtà perché tu lo riconosci come esistente. Come quella che pensi di essere, invece, ovvero quella forma, non sei responsabile di nulla, ma sei una azione testimoniata come tutte le altre. Quella te che credi separata NON esiste, e di conseguenza non può essere responsabile.

Ad esempio, l’azione di essere madre è una delle azioni che testimoni, a volte essa è accompagnata da un giudizio negativo o positivo, a volte da nessun giudizio. Esiste l’essere madre, ma non dunque una madre.

Dato che tutto è una UNICA azione, non è possibile scindere una azione che sia espressa dalla tua forma rispetto a quella espressa da un’altra forma, in quanto sono più che interconnesse: sono parte di una unica esperienza.

Non avresti potuto agire come hai agito in passato se quella persona, a sua volta, non si fosse comportata in un modo o in un altro, quindi la tua “personale” risposta a quell’evento è strettamente interconnessa a quello che è avvenuto o che sta avvenendo. Che quell’azione sia giudicata negativa (senso di colpa) o positiva (orgoglio) è qualcosa che a sua volta dipende dal modo in cui sei stata cresciuta, dal condizionamento subito, e da mille altri fattori. Cultura, società, ambiente esterno, genetica fanno parte in modo inscindibile dalla tua apparente risposta personale.

Quindi NESSUNO, come apparente individuo, è responsabile di quell’azione, se non l’intero Universo e, allo stesso tempo, quell’esperienza che accade in Te. Quindi, come quella che veramente sei, ovvero Coscienza Vuota e Immobile che testimonia l’esperienza, sei la creatrice di ogni cosa. Ma non crei con intenzione, non crei sapendo prima cosa stai per fare. La creazione accade liberamente ed è sempre riflesso perfetto di quello che sai di essere o di quello che ignori di te. Ecco perché quella creazione è, a tratti, tinteggiata di ombre ricorrenti: sono i riflessi dell’immagine sbagliata che hai di te. Una volta colte quelle ombre in modo adeguato, ovvero frutto di una cattiva immaginazione, il riflesso cambia di conseguenza e la sofferenza, che prima sembrava impossibile da sradicare, si dissolve.

Non c’è nulla che devi comprendere, tutte queste parole sono una descrizione di qualcosa che sta già emergendo.

Interrogante: Se tu appari nel mio campo di coscienza proprio ora che sorge la domanda, forse questa è già una risposta…. Con amore, grazie.

Shakti: Esatto, questa forma è solo il riflesso di quello che già sta emergendo. Le risposte, dunque, vengono dallo stesso luogo da cui sorgono le domande, dalla stessa Coscienza. Nulla è dato o trasmesso, ma solo condiviso.

Shakti Caterina Maggi

Fonte del Post: http://avasashakti.blogspot.it/2014/03/il-disturbo-dellego.html

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