Soffrire non è necessario.

Terra x Blog + Nero 2015

Non siamo nati per soffrire.

Il fatto di identificarci con i nostri blocchi emozionali, con la nostra mente condizionata, è ciò che ci fa sperimentare la sofferenza; qualunque livello di sofferenza. La risposta efficace e definitiva per il superamento di questa difficoltà è quella di occuparci della nostra evoluzione spirituale, fino al punto in cui raggiungeremo un livello vibrazionale tale da non aver più bisogno di sperimentare il dolore.

Tutte le correnti esoteriche e filosofiche ritrovano la causa prima della sofferenza umana nella percezione di separazione tra l’essere umano (e tutte le cose) e l’Essenza prima che è Tutto e che è Uno (Amore). Chi si considera solo un essere mortale (e si vive come tale) composto da mente e corpo, possiede un livello di coscienza ordinario, limitato e frammentario, che ci porta appunto a percepirci come separati dal resto dell’Universo.

Tale confusione esiste solo a livello superficiale, perché la Reale Identità di ognuno, anche dell’essere con il livello di consapevolezza più basso dell’Universo, è sempre perfettamente serena e centrata in se stessa, consapevole della propria natura. Però questa confusione presente in superficie è ciò che ci fa “credere” di soffrire. E qualunque tipo di sofferenza, se viene alleviato dall’esterno – operazione anche possibile – senza però intervenire sulle cause profonde che generano questo dolore, non sarà mai guarito e, per quanto lenito, in ogni momento potrebbe rischiare di tornare a galla, sempre più dirompente.

La buona notizia tuttavia è che non esiste nessun “Dio” là fuori che abbia la volontà di farci soffrire: soffrire, stare male, non è obbligatorio, per nessuno, mai.

Il dolore è l’effetto di una causa, che noi, solo noi e nessun altro che noi, abbiamo originato. Quindi possiamo agire sul dolore e alleviarlo esternamente, ma la cosa fondamentale è che, contemporaneamente, dobbiamo continuare a lavorare sulla nostra interiorità, per crescere e rimuovere definitivamente le cause (sempre interiori) che hanno dato origine a questo dolore che noi sentiamo anche (e spesso solo) esteriormente.

La prima decisione efficace da prendere è quella di modificare il nostro atteggiamento mentale con la consapevolezza che ha senso aspettarsi solo e sempre il meglio dalla vita, semplicemente perché è esattamente quello che accadrà, se noi non ci mettiamo il nostro zampino, mettendo i bastoni tra le ruote del libero fluire degli eventi. Perciò positività, gioia e gratitudine sono atteggiamenti mentali che ci consentono di essere ricettivi a sempre nuove opportunità e di essere in grado di percepire la realtà come la meravigliosa avventura che è.

Gli atteggiamenti mentali contrari, di tristezza, vittimismo e pessimismo, invece ostacolano lo sviluppo della nostra consapevolezza e debilitano mente e corpo.

Non è necessario un motivo per essere felici… cominciamo a esserlo e vedremo che i motivi per diventarlo sempre di più ci correranno incontro. È così che funzionano le cose.

Se tendenzialmente ci ritroviamo a vedere sempre tutto nero, non è perché oggettivamente sia davvero tutto nero, è solo che siamo abituati ad affrontare la vita da questa prospettiva e più lo facciamo, più lo faremo. Se ci ritroviamo sempre a criticare gli altri o a deplorare le situazioni che viviamo, significa solo che dobbiamo crescere emotivamente. Per farlo dobbiamo scegliere di farlo e comprendere di essere responsabili, prima di tutto, dei nostri atteggiamenti mentali, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e quindi della realtà materiale che da essi trae origine.

Noi non siamo venuti sulla terra per alimentare un livello di coscienza ordinario; noi siamo qui per essere felici oltre ogni misura e quindi raggiungere la totale consapevolezza della nostra Reale Identità, stato di coscienza che trascende ogni sofferenza, definitivamente.

L’Amore è l’origine e la Reale Essenza di noi tutti e di Tutto l’Uno. Mentre rivestiamo i panni dei nostri personaggi in questo Gioco di Ruolo, che è la nostra vita incarnata, calati nella realtà spazio/temporale, contemporaneamente, noi siamo presenti nell’eternità atemporale e aspaziale della dimensione suprema, perché siamo Uno e siamo l’Uno, veramente in relazione alla completezza della vita.

Riuscire a essere consapevoli di questo ci consente di vivere e di evolvere efficacemente, con la comprensione delle cause che sortiscono gli effetti da cui si manifesta la nostra realtà quadridimensionale, liberi dalla sofferenza e dal dolore, perché superati.

Noi siamo unità individualizzate di un livello di coscienza spazialmente e temporalmente infinito, perché fuori dallo spazio e dal tempo. Noi siamo Uno con tutto e con ogni singolo aspetto della vita. Comprendere questo, anche solo da una prospettiva razionale, è un grandissimo passo avanti sulla strada per superare definitivamente il meccanismo della sofferenza che, un passo dopo l’altro, mostrerà tutta la sua raggiunta inutilità.

Tratto da: “Soffrire non è necessario”, di Giovanna Garbuio.

Fonte del Post: http://www.liberidileggere.com/2016/04/non-siamo-nati-per-soffrire/

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