Thorwald Dethlefsen: Malattia e Destino.

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La malattia è sincera.

 

La salute è considerata il nostro bene più prezioso. Cosa significa allora la malattia nella nostra società? Spesso vissuta come una vera e propria tegola in testa, la malattia piomba nella nostra vita come un elemento di disturbo, qualcosa da evitare/combattere/sconfiggere nel minor tempo possibile.

Thorwald Dethlefsen, nel suo libro “Malattia e Destino”, apre uno spiraglio ad una interpretazione della malattia non come sinonimo di male, non quindi in opposizione al bene, ma come polarità del bene, ovvero come altra faccia della stessa medaglia.

La malattia fa parte della salute, come la morte della vita, ci costringe a dirigere il nostro sguardo verso la nostra ombra (detto in termini più precisi è il precipitato nel corpo fisico di una immaturità della nostra coscienza).

La malattia ci mette davanti a noi stessi in modo cosi leale e spregiudicato che ci risulta molto difficile amarla. Un po’ come fanno i nostri nemici: le loro critiche sono spesso molto piu indigeste di quelle che provengono da altri e il motivo è che sono quasi sempre veritiere. Di solito, ciò che crea malessere tocca una corda che risuona in noi, qualcosa di vero e profondo. Se cosi non fosse essa non ci scuoterebbe minimamente.
Perchè la guarigione possa accadere l’uomo deve smettere di lottare e imparare invece cosa hanno da dirci questi presunti nemici.

La causa-effetto non basta.

Normalmente si tende a considerare la malattia come il risultato di un comportamento alimentare errato, o una cattiva abitudine acquisita che ha prodotto i suoi effetti; si tende cioè a stabilire un rapporto di causa-effetto tra la nostra malattia e un fattore esterno.
Ma il rapporto causa-effetto non può bastare per spiegare l’insorgere della malattia, per una lunga serie di motivi.

Ecco il più eclatante per me (cito dal libro):

Crediamo che il tempo corra dal passato vero il futuro e non consideriamo che nel punto che noi chiamiamo presente si incontrato sia il passato che il futuro. Questo rapporto difficilmente immaginabile puo’ essere reso evidente dalla seguente analogia. Immaginiamo il corso del tempo come una linea diritta, un capo della quale corre in direzione passato, mentre l’altra estremità si chiama futuro.

Ora noi sappiamo però dalla geometria che in realtà non esistono linee parallele, perchè la curvatura sferica dello spazio fa si che ogni linea diritta, se noi la prolunghiamo all’infinito si chiude in un cerchio (teoria di Riemann). Quindi in realta ogni linea diritta è la sezione di un cerchio…

 

Questo vuol dire che noi viviamo sermpre in funzione del passato, o il nostro passato è stato determinato dal nostro futuro… la causalità, quindi, si muove in entrambe le direzioni, verso ogni punto, proprio come fa il tempo.

Il convincimento che esistano rapporti causali è sbagliato, perchè si basa sul presupposto della linearità del tempo. La ricerca delle cause delle malattia è un gran vicolo cieco per la medicina e la psicologia.

La presunte cause delle malattie sono tante quante si vuole, e tutte ugualmente importanti e ugualmente insignificanti. Il metodo proposto da questo libro rinuncia al modello causale, perchè sostiene che la ricerca delle cause nel passato distolga dall’informazione vera e propria. L’individuo rinuncia alla responsabilità personale nei confronti della sua malattia, attraverso la proiezione della colpa sulla causa.

Interpretazione dei sintomi.

Occorre prendere in considerazione che un sintomo esiste e come esiste, non perchè esiste, osservare il momento in cui il sintomo si è manifestato (che può conicidere con una particolare situazione della vita o altro) e i piccoli segnali di allarme quotidiani che lo hanno preceduto.

Perchè sono proprio i fatti ritenuti privi di importanza e poco significativi che risultano importanti. E’ importante anche sviluppare un rapporto intimo con il linguaggio e imparare ad ascoltare consapevolmente quello che si dice.

La lingua è psicosomatica, possiede una sua intima sapienza che però si rivela soltanto a chi impara a stare veramente in ascolto.
La nostra epoca tende ad un rapproto sciatto ed arbitrario con la lingua e ha quindi perduto l’accesso al vero significato dei concetti. (ad esempio lo sapete che la parola psyche deriva dal greco: anima, spirito? è sconvolgente l’uso errato o approssimativo che si fa oggi di concetti anche importanti).

Occorre inoltre osservare il meglio possibile i nostri sintomi per individuare le intenzioni. La malattia attraverso quei sintomi ci sta dando precisi segni e indicazioni, ci sta portando verso nuove rive e solo quando noi seguiremo consapevolmente e liberamente quseto richiamo riusciremo a dare un senso alla comparsa di quella malattia.

Corpo e fisicità.

I sintomi guariscono l’uomo realizzando, nel corpo fisico, ciò che manca alla coscienza. Prima che un problema si manifesti nel corpo come sintomo si presenta nella psiche come tema, idea, desiderio o fantasia. Più aperta e disponibile una persona è nei confronti degli impulsi che le vengono dall’inconscio, più pronta è a dare spazio ai propri impulsi, tanto più vivace (e poco ordotossa) sarà la sua vita.
Al contrario più la persona chiuderà dentro di se la fonte dalla quale scaturiscono gli impulsi tanto più, nel tentativo di rendersi insensibile, a livello fisico si manifesterà un sintomo – piccolo innocuo, ma fedele.
Tutti i contenuti della coscienza hanno la loro corrispondenza nel corpo e viceversa. I sintomi sono componenti d’ombra della coscienza precipitate nella materia ed esplicitati nel corpo.

Se un impulso riesce a penetrare le difese della coscienza e a rendere quindi l’uomo consapevole di un conflitto, il processo di elaborazione del conflitto avviene soltanto nella psiche della persona e di regola non si arriva a nessuna infezione (infezione=conflitto). Se invece l’uomo non si apre al conflitto in quanto rifiuta ed evita tutto ciò che potrebbe mettere in discussione il mondo artificiale che si è creato, allora il conflitto si manifesta nella materia e deve essere vissuto a livello somatico come infiammazione…. la lotta contro le infezioni è la lotta contro i conflitti trasferita sul piano materiale. onesti qui sono i nomi delle armi che usiamo: antibiotici dal greco anti=contro e bios=vita.

L’uomo viene al mondo con un corpo nuovo ma con una coscienza antica. Il livello di coscienza che porta con se è espressione di quanto appreso fino a quel momento.

Alcune citazioni tratte dal libro “Malattia e Destino” di Thorwald Dethlefsen:

Se nel corpo di una persona si manifesta un sintomo, questo attira più o meno l’attenzione su di sé e spezza sovente in modo brusco la continuità della vita. Un sintomo è un segnale che calamita attenzione, interesse ed energia e mette quindi in discussione tutta la normale esistenza. Un sintomo esige da noi osservazione, che lo vogliamo o no.

Questa interruzione, che sembra venire dall’esterno, noi la percepiamo come un disturbo e in genere abbiamo soltanto uno scopo: far sparire al più presto ciò che disturba (il disturbo). L’uomo non vuole avere disturbi, e in questo modo comincia la lotta contro il sintomo. Anche la lotta significa attenzione e dedizione, e così il sintomo riesce a far sì che ci occupiamo di lui. (pg. 20)

In questo universo non c’è niente di ingiustificato, ma ci sono molte cose di cui il singolo non riesce a vedere la giustificazione. Tutte le tensioni dell’uomo servono in realtà a quest’unico scopo: imparare a veder meglio i rapporti – o meglio: imparare a diventare più consapevoli –, non a modificare le cose. Non c’è niente infatti da modificare o migliorare – all’infuori della propria ottica. (pg. 46)

 

La nostra ombra ci infonde paura. Questo non deve meravigliare, in quanto essa consiste esclusivamente di tutte quelle parti di realtà che abbiamo allontanato il più possibile da noi. L’ombra è la somma di tutto ciò che noi crediamo fermamente che dovrebbe essere eliminato dal mondo affinché il mondo possa essere bello e sano. Ma le cose stanno esattamente all’opposto: l’ombra contiene tutto ciò che il mondo – il nostro mondo – ha bisogno di avere per sanarsi. L’ombra ci rende malati in quanto ci manca la sua presenza per poter essere interamente sani. (pg. 53)

 

L’uomo deve smettere di lottare e imparare invece che cosa ha da dirgli la malattia. Il paziente deve guardare dentro di sé ed entrare in comunicazione coi propri sintomi, se proprio vuole conoscerne il messaggio. Deve essere pronto a mettere in discussione tutto ciò che pensa di se stesso e a integrare consapevolmente quello che il sintomo cerca di fargli capire a livello fisico.

La guarigione è sempre collegata ad una dilatazione di coscienza e ad una maturazione. Se il sintomo è sorto perché una componente dell’ombra è precipitata nel corpo e lì si è manifestata, così la guarigione è il processo inverso: il principio del sintomo viene portato a livello di coscienza e redento quindi dalla propria esistenza materiale. (pg. 71)

Alcuni esempi di simbologia dei sintomi:

L’infezione:

La persona che non è disponibile a portare a livello di coscienza i propri conflitti, a elaborarli e gradualmente a superarli, è destinata a vedere i conflitti scendere a livello materiale, rendendosi visibili sotto forma di infiammazione. Ogni infezione è un conflitto divenuto materia. Le conflittualità (con tutti i loro dolori e i loro pericoli) evitate nella psiche si fanno strada nel corpo e si manifestano come infiammazioni.

L’allergia:

Negli allergici la giusta difesa viene portata agli estremi. L’allergico si costruisce un’armatura e vede nemici dappertutto. […] l’allergia è espressione di forte difesa e aggressività repressa nel corpo. L’allergico ha problemi con la propria aggressività, che però in genere non ammette di avere e quindi neppure vive consapevolmente.

La stitichezza:

La stitichezza è espressione del non voler dare, del voler trattenere e riguarda sempre l’avarizia. Mostra chiaramente un attaccamento troppo forte alle cose materiali e l’incapacità di donare su questo piano.

 

Postato da : Dioni

Fonte: dionidream.com/malattia-e-destino-il-valore-e-il-messaggio-della-malattia/

Fonte: dionidream.com/citazioni-malattia-e-destino-di-thorwald-dethlefsen/

Parzialmente modificato da : UnicaCoscienza.

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