Tony Parsons: La consapevolezza nutre la separazione.

La consapevolezza, semplicemente, nutre la separazione.

“Nell’attività di ricerca ci possono essere esperienze, lungo il cammino, che incoraggiano il me a cercare ulteriormente e a provarci con rinnovato vigore. La terapia può portare un temporaneo senso di equilibrio personale nella storia. Pratiche come la meditazione possono portare a uno stato di pace e di silenzio. L’autoinvestigazione può portare a un’apparente, progressiva esperienza di comprensione e rafforzata consapevolezza. Ma, affinché la consapevolezza lavori, necessita di qualcosa di separato di cui essere consapevole. La consapevolezza, semplicemente, nutre la separazione e uno stato di distacco può sorgere ed essere scambiato per illuminazione. Tutti questi stati vanno e vengono all’interno della storia del me.

Alla base di tutti gli insegnamenti su come diventare illuminati sta l’idea che un cambio di convinzione o d’esperienza possa portare a una conoscenza personale dell’essere uno, dell’autorealizzazione o della scoperta della propria vera natura. Tutto l’investimento in un percorso che prosegue nutre la storia di un me che può ottenere qualcosa. Anche la suggestione di un arrendersi o di un’accettazione personale può, all’inizio, essere molto attraente e portare a uno stato di soddisfazione… per un po’. Ci sono tanti cosiddetti insegnanti non-duali che nutrono la storia del me che diventa liberato.

In ogni caso, l’unità a cui aneliamo è senza confini e gratuita. Non può essere afferrata e nemmeno avvicinata. Non esiste nulla che dovrebbe essere fatto, o cambiato, o fatto meglio di qualcosa che è già tutto.

L’esperienza del me può sembrare molto convincente, perché ‘il mondo’ in cui vive sembra dominato da molti di questi me, in molte storie. Ma il costrutto del me è incostante e senza fondamenta. Tutta le storia del me è solo una danza senza alcun significato o scopo.

Un’esposizione profonda e senza compromessi del costrutto artificiale del senso di separazione e della storia del me può allentare la presa che li tiene saldi al loro posto e rivelare il modo in cui la ricerca può solo rinforzare il dilemma. L’apparente senso di separazione, comunque, è, nella sua essenza, energia contratta che nessuna quantità di chiarezza concettuale potrà mai disfare.

Quando però esiste un’apertura verso la possibilità di un qualcosa che esiste oltre la ricerca, allora sembra che l’energia contratta possa dissolversi nella libertà sconfinata che già è. E, comunque, questa è un’altra storia che cerca di indicare e descrivere un totale paradosso… l’apparente fine di qualcosa che non è mai stato reale… la storia del me.

Tutto quello che c’è, è libertà senza limiti”.

Tony Parsons

Fonte: http://www.lameditazionecomevia.it/parsons2.htm

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