Tony Parsons: La manifestazione dell’Uno.

Semplicemente la manifestazione dell’Uno.

Tony Parsons: “Penso che, in molti modi, ciò che accada qui è che la mente si fa avanti con l’intenzione di ottenere qualcosa e poi cominci a rendersi conto che non sta ottenendo un bel niente, perché non c’è niente che viene dato. E così continua a farsi avanti, sempre con l’idea di ottenere qualcosa e alla fine poi si arrende. […]

Interrogante: Allora il risveglio non è un’esperienza?

T.P.: No, il risveglio non è affatto un’esperienza. […] Qualunque cosa accada a Tony Parsons – tutto ciò che accade adesso: le braccia che si muovono, la voce che viene fuori, il fatto che è un po’ caldo qui, il tossire di qualcuno – è semplicemente la manifestazione dell’Uno. […]

Tony Parsons è solo un’apparenza; è solo un personaggio nel gioco e non significa nulla […].

Allora posso invitarti a chiudere gli occhi e a dirmi immediatamente, senza pensarci su, cosa emerge nelle tua consapevolezza? Cos’è che vedi o percepisci?

I.: Sento caldo.

T.P.: E chi è che sente caldo?

I.: Io.

T.P.: E dove si trova l’«io» che sente caldo?

I.: Nella mia testa, che pensa al caldo.

T.P.: E quella è solamente la comunicazione dell’informazione della percezione del colore.

I.: Sì.

T.P.: Pertanto sei già il relatore di una storia.

I.: Sì, credo di sì, ti sto raccontando che sento caldo…

T.P.: E che ne dici di dire solamente: «Il corpo sente caldo»?

I.: Sì, va bene. Il corpo sente caldo.

T.P.: Cos’è che se ne accorge?
(Lungo silenzio)

I.: Qualcosa che lo riconosce.

T.P.: E a cosa somiglia quel qualcosa?

I.: È come una sorta di conoscenza.

T.P.: E che tipo di sensazione emerge dalla semplice visione di ciò che è?

I.: Sembra tutto più spazioso… come un’assenza di tempo. […]

T.P.: Quando ha luogo la separazione, sopraggiunge l’«io-pensiero» e, come un cuculo, si piazza nel nido e si mette seduto sulla consapevolezza presente. Da quel momento in poi, il «me» pensa di essere la totalità dell’universo e ogni cosa che emerge viene apparentemente vista dal «me».

Così, quando vediamo un albero, pensiamo che sia il «me» che lo stia vedendo, mentre, in realtà, l’albero emerge nella consapevolezza presente.

Ciò che hai sempre pensato che il «me» sia è, in realtà, la consapevolezza presente, che non è mai andata via, ma è solo stata identificata in modo erroneo. Questa è la sola e unica costante, mentre tutto il resto è transitorio: incluso il cuculo”.

Tratto da: “The open secret – Tutto ciò che è”, di Tony Parsons

Fonte: http://www.lameditazionecomevia.it/parsons7.htm

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