Vedere ciò che siamo veramente.

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 Vedere ciò che siamo veramente.

La Vita è il mio Specchio è un Insegnamento Angolare di somma importanza. Basterebbe soltanto adeguarsi onestamente a questa Verità, senza fare ulteriore uso ed incetta di tecniche e nutrimenti mentali, per realizzare da noi stessi dove siamo davvero, che cosa siamo davvero, e dove davvero dovremmo lavorare interiormente.

L’inconveniente è che la sottigliezza necessaria a vedere e ad accettare in modo onesto e senza giustificazioni ciò che la Vita ci riflette non è una dote elargita in modo naturale agli esseri umani.

La Personalità Automatica non può permetterci di esaminare la nostra Vita con l’Attenzione necessaria a questa profonda investigazione, perchè questo significherebbe la fine del suo dominio su di noi. La fine del suo dominio sul Campo di Energia in cui si è formata e in cui, da servitrice potente e sincera, si è trasformata in tiranno rigido ed occultatore.

L’essere umano naturale non ha mai alcuna intenzione, nè alcun desiderio, di osservare la sua Vita come Specchio reale di ciò che egli è in realtà.

In genere, tutti i comportamenti disfunzionali verso sè stessi e verso il prossimo, tutte le tossicodipendenze emozionali, tutte le scelte che non stanno portando da nessuna parte che non sia infelicità, tutto quello che non funziona, viene occultato e rimosso. Laddove questa rimozione non è più possibile, allora la vicenda viene trasformata in una situazione nei confronti della quale non si ha alcuna diretta Responsabilità: è colpa degli altri, della famiglia, del partner, del tempo, di qualcosa di esterno nei confronti del quale non ho potere di intervento.

Per riuscire ad osservare la propria Vita come Specchio Totale ed implacabile della propria condizione di Essere, è necessario lavorare nella Linea di Lavoro che involve la Presenza. La Presenza è l’unica prima condizione necessaria ed accessibile ad un essere umano in grado di introdurre un distacco tra un nucleo percettore e la situazione percepita: non lavorando nella Linea della Presenza, non è possibile carpire i riflessi ritornati dallo Specchio della Vita, perchè semplicemente ci ritroveremmo immersi dentro di essi, completamente identificati nella situazione. Di fatto, per un essere umano naturale, considerare la sua Vita come il suo Specchio è impossibile ed incomprensibile, perchè il suo Lavoro sulla Presenza è totalmente assente.

Noi non vogliamo vedere quello che interiormente non ci piace. Questa è caratteristica comune e fondamentale nella comprensione psicologica di come gli esseri umani vivono la loro Vita naturale.

Tutto quello che noi siamo, ma che la Personalità Automatica non ama, viene rimosso come elemento che non ci appartiene e proiettato negli altri.

Nell’ordinario teatro dell’assurdo in cui viviamo, sono gli altri esseri umani ad essere pieni di caratteristiche spiacevoli, orribili, detestabili. Nella Vita di un Viaggiatore, ogni volta che un essere umano suo prossimo innesca in lui una emozione spiacevole, egli si chiede in che modo io sono come questa persona. Egli si chiede in che modo questa persona sta agendo da Specchio alla mia propria condizione.

Ecco perchè le persone si ritrovano costantemente immerse nelle stesse identiche situazioni, che sembrano ripetersi costantemente e ciclicamente nella loro Vita per anni e anni, sempre portandole al medesimo epilogo. Ciò accade perchè senza un minimo grado di Lavoro sulla Presenza, la nostra struttura psico-fisica innescherà sempre i comportamenti meccanici automatici che ha appreso e radicato in profondità per ripetizione; un comportamento meccanico automatico è tutto tranne che creativo e presente: per riuscire a vederlo, occorre aver lavorato sulla propria Presenza, ma dato che nessuno lo fa, esso resta invisibile, e costantemente attivo nel ricreare sempre gli stessi, medesimi risultati, per tutta la durata della nostra Vita.

Vedere ciò che siamo davvero, ciò che davvero abbiamo dentro, smettendo di proiettarlo come cosa spiacevole che riguarda altri da noi, non è nè un Lavoro comodo, nè una realizzazione piacevole.

Accettare la nostra Vita come nostro Specchio Totale, non come vicenda tragi-comica con attori specializzati nell’arte di farci sempre qualcosa, è l’ultima cosa che un essere umano naturale può accettare di considerare.

Ma è la Verità. Solo la Verità può essere fondamento del Tempio.

Fonte: marenectaris.net/journal

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