William Segal: Libertà e Sé.

Terra x Blog + Nero 2015

La libertà è solo in un Sé senza forma.

“Tutti portiamo con noi una domanda. […]

Un uomo incontra intensamente la propria vita nei momenti di dolorosa espansione e contrazione. In questi momenti sente la differenza tra essere presente ed essere preso. Se si mantiene aperto alla domanda, avanzerà in quella che ritiene una direzione fruttuosa. […]

Forse avrà una sensazione mentre ascolta un brano di musica, o sarà toccato da una parola, dalla natura. […] E in quel momento una porta si apre. […]

La libertà è solo in un Sé senza forma. Non avendo alcuna forma, l’energia è libera di prendere qualsiasi forma. […]

Vi sono momenti in cui i pensieri, i sentimenti, le razioni tacciono e, come un mare calmo, c’è solo un’esperienza più ampia. La consapevolezza di un continuum inconoscibile e indefinibile sostituisce il flusso lineare delle percezioni. […]

Ma, per cominciare, l’uomo deve essere capace di vedere la disordinata non-struttura delle proprie energie […]. Quando l’uomo è interiormente immobile, il silenzio insegna.

Ognuno di noi sente la sua esistenza attraverso la propria mente e il proprio corpo. Egli «è» attraverso questi aspetti fenomenici del proprio essere. […] Al di là del corpo e della mente, attraverso cui, di continuo, egli afferma e riafferma se stesso, la sua onnipresente immutabile realtà lo sostiene invisibilmente. […]

La frustrazione compare quando c’è una discrepanza fra la mente e il corpo, quando le due realtà perdono il passo e non sono più in una relazione armonica. Troppo spesso un ritmo accelerato trascina la mente a correre davanti al corpo – oppure una costrizione in quest’ultimo disturba la relazione con la parte pensante. Vedere questa discrepanza è il primo passo verso l’armonia.

Vi è una consapevolezza che segue una corrente naturale. Un’attenzione bilanciata […] porta invariabilmente a una riconciliazione del corpo e della mente, rende sensibili i sentimenti e apre la porta di un altro livello. Il sentire, la pratica di mettere la propria attenzione su una certa parte o zona del corpo, allarga e approfondisce la ricezione delle impressioni e dà alle funzioni automatizzate del corpo una maggiore intelligenza.

Sentire se stessi, particolarmente sentirsi come un tutto, prepara e aumenta la capacità di vedere le associazioni casuali e i pensieri che fluttuano nella testa. Questa pratica, insieme all’osservazione dei mutamenti nei propri umori e sentimenti, apre la domanda verso una realtà più alta, al di là o all’interno di quella corporeità che chiamo «me»”

Tratto da: “Respirare l’istante”, di William Segal

Fonte del Post: http://www.lameditazionecomevia.it/segal4.htm

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