Io accetto, io rifiuto?
L’idea di accettare o rifiutare può essere usata come base per indagare su noi stessi, sul sé, sui “sé” e sui Sé Esperienziale (Beatitudine) e Reale (Origine). Quando diciamo accetto o rifiuto un evento, oppure passiamo dal rifiutarlo all’accettarlo e viceversa, chi è che accetta o rifiuta? Si tratta sempre dello stesso io o di un io diverso, formato anche dall’accettazione e dal rifiuto? Lo stesso io non può produrre sia accettazione sia rifiuto.
L’accettazione esige maggior comprensione, quindi un io diverso. Rifiuto e accettazione fanno parte dell’io, tutto ciò che pensiamo fa parte di noi.
È vero che in quanto vita (individuo, totalità dei processi dal concepimento alla morte) e in quanto Beatitudine (Sé esperienziale), esistiamo anche senza pensieri ed emozioni. È vero che in quanto Origine, che è l’Identità Reale, esistiamo anche senza vita e senza Beatitudine, ma è vero anche che tutte le nostre idee ed emozioni fanno parte di noi, siamo noi a produrle in noi stessi.
L’accettazione fa parte dell’ineluttabilità di un dato io, il rifiuto dell’inevitabilità di un io diverso. Non è l’io ad accettare o rifiutare, ma si produce accettazione o rifiuto, solo che a causa della visione falsata definiamo noi stessi come entità (io) che accetta o rifiuta. Si tratta dell’identità immaginata che immagina di essere l’agente effettivo, mentre è frutto di condizionamenti, tra cui ci sono le idee che produrranno o rifiuto o accettazione e le idee su “noi stessi” che non derivano dalla Consapevolezza Totale, che non contemplano ciò che siamo in Verità (Beatitudine) e in Realtà (Origine).
Pertanto, accettare significa produrre accettazione e rifiutare significa produrre rifiuto, nel primo caso in noi prevale l’accettazione, nel secondo il rifiuto. Ambedue sono comunque un risultato della nostra modalità di elaborare i condizionamenti interiori ed esteriori.
Andrea Pangos
Fonte del Post: http://www.andreapangos.it/Blog/Voci/2014/5/22_Io_accetto%2C_io_rifiuto.html
