Amma: Intervista. Parte 1.

Terra x Blog + Nero 2015

Oltre l’ego, diventi un’offerta al mondo.

Intervista con Mata Amritanandamayi, parte 1.

Una donna piccola e dalla carnagione scura, avvolta in un sari bianco, sorride radiosamente mentre cammina con difficoltà in mezzo ai suoi devoti, le cui mani la sfiorano e l’accarezzano come piume. Il suo viso è tranquillo, forte e totalmente all’erta, così come è stato nelle ultime cinque ore, senza mai cambiare. Il suo corpo esausto, invece, riesce a malapena a restare in piedi; sembra addirittura che potrebbe crollare per sfinimento prima di raggiungere la macchina che l’attende. La spalla destra del suo sari è annerita dal sudore e dalle lacrime delle centinaia di guance che vi hanno trovato soccorso.

Dal mattino presto, Mata Amritanandamayi ha letteralmente stretto al petto un migliaio di persone, senza fare una pausa nemmeno per mangiare o sorseggiare un po’ d’acqua. Ha ascoltato i loro problemi e le loro più profonde aspirazioni spirituali, ha sparso petali di fiori sulle teste, ha premuto dolci “prasad” (offerte consacrate) nelle loro mani, ha benedetto la loro foto, i “mala” (collane di preghiera) e i bambini. Uno dopo l’altro, ogni supplicante ha ricevuto lo stesso, indiviso amore cosmico da Ammachi, la Madre Santa.

Giovani e anziani, sposati e non sposati, uomini e donne, ricchi, poveri, belli, storpi, diffidenti, pazzi e sinceri: tutti sono benvenuti, senza eccezioni. E quando lei abbraccia ognuno, intonando a voce bassa: “Ma, Ma, Ma” nel suo orecchio, la trasmissione di compassione è una corrente continua che non si affievolisce mai. Inoltre, il suo volto luminoso non registra la minima traccia di preferenza o paura per le persone che le si inginocchiano davanti.

Dicono che Ammachi sia un’«avatar», un’incarnazione del Divino sulla Terra. Dicono che il suo ego sia stato completamente distrutto, che tutte le tracce di un’identificazione con un io distinto siano state cancellate. Dicono che quando guarda gli altri, vede un solo Sé in tutti.

Cosa possiamo imparare sull’ego da una persona che, si dice, lo ha trasceso? Ma se i suoi occhi vedono solo Dio, esiste l’ego per lei? Qual è il messaggio di questa “mahatma” (grande anima) ai veri ricercatori della “moksha” (liberazione) a proposito della grande e fondamentale battaglia della vita spirituale? In che modo il suo amore apparentemente infinito si manifesta quando incontra il nemico dei suoi discepoli, l’ego?

Le indicazioni che Mata Amritanandamayi dà al ricercatore della liberazione sono semplici e inequivocabili: servi Dio e abbandona l’ego con tutti i suoi desideri. Lei afferma, come molti tra i più riveriti santi e saggi della storia: “L’appagamento è una conseguenza dell’assenza di ego. E quest’ultima nasce dalla devozione, dall’amore e dall’abbandono totale nel Signore Supremo”. […]

L’Intervista.

Amy Edelstein: Cos’è l’ego?

Mata Amritanandamayi: Di fatto stai chiedendo: cos’è l’irrealtà? Ma come è possibile descrivere l’irrealtà? A che serve parlare di qualcosa che non esiste, che è irreale? E come puoi parlare di ciò che è reale? Amma può darti solo qualche suggerimento. La mente è l’ego. Ma l’ego è una grande menzogna; è un bugiardo. È irreale.

C’era un ragazzo che ogni mattina portava le sue mucche al prato, riaccompagnandole poi alla stalla sul finire del giorno. Una sera, mentre legava le mucche per la notte, si accorse che mancava la corda per una di esse. Temeva che la mucca sarebbe scappata, ma era troppo tardi per andare a comprare una nuova corda. Il ragazzo non sapeva che fare, quindi andò da un saggio che viveva lì vicino per chiedergli consiglio. Il saggio disse al ragazzo di fingere di legare la mucca, e di accertarsi che la mucca lo vedesse mentre lo faceva. Il ragazzo fece come gli aveva suggerito il saggio e finse di legare la mucca.

Il mattino seguente il ragazzo scoprì che la mucca era rimasta ferma per tutta la notte. Slegò come al solito tutte le mucche, che uscirono dalla stalla. Stava per andare al prato, quando vide che la mucca senza corda era ancora nella stalla; stava in piedi nello stesso punto in cui era rimasta tutta la notte. Cercò di convincerla a unirsi alla mandria, ma essa non si muoveva. Il ragazzo era perplesso.

Tornò dal saggio, che disse: “La mucca pensa di essere ancora legata. Torna indietro e fingi di slegarla”. Il ragazzo fece come gli era stato detto, e la mucca lasciò felicemente la stalla. Questo è ciò che il guru fa con l’ego del discepolo. Il guru aiuta a slegare ciò che non è mai stato legato. Come la mucca, a causa della nostra ignoranza crediamo di essere legati, quando in realtà siamo completamente liberi. Ma dobbiamo convincerci di questo.

L’ego è un’illusione che non ha una sua esistenza. Sembra reale a causa del potere che prende dall’«Atman» [il Sé]. Esso è animato dall’Atman. L’ego stesso può essere paragonato alla materia morta: infatti, senza Atman, non avrebbe vita. Non sostenere più l’ego, ed esso si ritirerà e scomparirà. Noi stessi diamo all’ego irreale la sua realtà. Smascheralo per ciò che è, o piuttosto per ciò che non è, sarà la sua fine.

Una cane dimena la coda, ma la coda non dimena il cane. Se la coda dovesse dimenare il cane, sarebbe un disastro! Lo stesso è vero per la mente. La mente, o l’ego, non dovrebbe essere nulla di più che uno utile strumento; un “sadhaka” [un ricercatore spirituale] non deve permettere ai capricci e alle fantasie della mente di governarlo.

L’ego consiste dei nostri pensieri e della nostra mente. I nostri pensieri sono una nostra creazione; li rendiamo reali cooperando con essi. Se ritiriamo il nostro sostegno, si dissolveranno. Dobbiamo semplicemente osservare i nostri pensieri. Le nuvole nel cielo assumono forme diverse e cambiano costantemente. Puoi vedere nuvole che assomigliano ai volti degli dei, ad animali diversi o a navi. Un bambino piccolo potrebbe pensare che queste forme sono reali, ma naturalmente sono solo illusioni. Allo stesso modo, i nostri pensieri vanno alla deriva nella mente, che è l’ego. Assumono forme diverse, ma non sono più reali della forma di una nuvola nel cielo. Se semplicemente osserviamo i nostri pensieri mentre passano, non avranno più alcun effetto su di noi.

Un leone fatto di sandalo è reale per un bambino, ma per un adulto è un pezzo di sandalo. Per il bambino, il legno è nascosto e si vede solo il leone. Anche l’adulto può apprezzare il leone, ma sa che non è reale. Per lui, è reale il legno, non il leone. Allo stesso modo, per un’anima realizzata l’universo intero non è altro che l’essenza, il “legno” che comprende ogni cosa, il “Brahman” assoluto o la Consapevolezza.

Amy Edelstein: Cos’è la morte dell’ego per il vero ricercatore della moksha?

Mata Amritanandamayi: Se l’ego è irreale, di quale morte stai parlando? Stiamo sovrapponendo l’irreale al reale. Quello che esiste davvero è Brahman. Non è qualcosa che si scopre, ma che si svela.

Amy Edelstein: Quali sono i segni di un’autentica trascendenza dell’ego?

Mata Amritanandamayi: Chi è andato al di là dell’ego diventa un’offerta al mondo, come un bastoncino di incenso che mentre brucia libera la sua fragranza per gli altri. Per una persona del genere, niente è “altro”. È difficile dire quale sia un segno evidente. La gente finge o imita questa o quella qualità. Ma per un maestro autentico, che non si identifica con l’ego, il suo intero essere, ogni azione, è un’espressione pura dell’amore divino e del sacrificio di sé. L’amore divino e il sacrificio di sé non possono essere imitati.

Amy Edelstein: È possibile per un maestro cancellare completamente il proprio ego?

Mata Amritanandamayi: Un mahatma è una persona che si è completamente disidentificata con l’ego; per lui, ogni cosa è un’estensione del Sé. Per la nostra ignoranza, ci identifichiamo con l’ego, con ciò che non è reale, ma un mahatma non è affatto identificato con l’ego, con ciò che è irreale.

Amy Edelstein: In che modo il guru aiuta a cancellare l’ego del discepolo?

Mata Amritanandamayi: Un maestro autentico crea la situazione che permetterà al ricercatore di uscire dal suo sogno. Il discepolo vuole continuare a dormire e a sognare, ma il maestro vuole risvegliarlo. Tutto lo sforzo del maestro serve per riportare in qualche modo il discepolo alla realtà della sua esistenza.

Amy Edelstein: Si dice che l’ego farà di tutto per mantenere il controllo dell’individuo, arrivando a mascherarsi sotto la nostra aspirazione spirituale. Quali sono le qualità più importanti per avere successo nella lotta contro i trucchi infiniti dell’ego?

Mata Amritanandamayi: Praticare il proprio dharma con il massimo della “shradda”. La shradda è fondamentale nelle fasi iniziali del cammino spirituale; è assolutamente essenziale.

Fine della prima parte dell’intervista.

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Fonte del Post: http://www.innernet.it/oltre-lego-diventi-unofferta-al-mondo-intervista-con-mata-amritanandamayi-parte-1/#more-500

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