Aruna Ladva: Niente da volere.

Niente da volere.

‘Volere o non volere?’ Ecco la domanda che ci attanaglia da generazioni. L’abbiamo perfino trasformata in un hobby: quello di volere ogni genere di cose e di inseguire sogni e desideri.

Ma qualcosa non suona nel modo giusto…. Dobbiamo veramente inseguire, perseguire e lottare per le cose che vogliamo? Come mai è così difficile? Non farle giungere a noi con maggiore facilità?

La radice della nostra sofferenza sta nel desiderio. Desiderio di attenzione e di approvazione; desiderio di rispetto e riconoscimento del nome e del prestigio! Desiderio di oggetti materiali, di lusso e da collezione!

C’è, ovviamente, sempre la domanda se si tratti di un desiderio o di una necessità. Qual è la differenza?

Come si sa, il pozzo dei ‘desideri’ non ha fondo, ci costringe a lottare, a stressarci e a darci da fare per cose che non appagano realmente il cuore. Otteniamo la cosa che vogliamo, la patina di novità si consuma subito e ci troviamo, di nuovo, a cercare un’altra cosa! Alla fine, si tratta di una perdita di tempo, denaro ed energia. Invece, la necessità è tale per la sopravvivenza fisica o spirituale.

L’anima possiede già tutto ciò di cui ha bisogno, dentro di sé. Le necessità del corpo saranno soddisfatte a condizione di compiere azioni buone ed elevate. Colui che compie buone azioni ed ha un buon karma, non morirà mai di fame, né si troverà nella condizione di elemosinare. Riceverà cooperazione tutte le volte che sarà necessario.

Una donna molto saggia, chiamata Dadi Janki, per me, ne è un esempio. Non possiede un conto personale in banca; sono le sue buone azioni, accumulate nel corso degli anni, che letteralmente la nutrono e sostengono!

Se mi sento continuamente spinta a volere sempre di più, poi non mi sarà possibile sentirmi in pace. Sarebbe come correre costantemente dietro ad un miraggio in un deserto e scoprire, sempre, che non era propriamente quello che sembrava essere. Dobbiamo ammettere che è l’inseguimento di ciò che vogliamo a renderci inquieti e senza pace.

Se vogliamo cercare di essere in pace, dobbiamo fare uno sforzo coscienzioso nel volere meno e, possibilmente, di correre dietro a meno cose. Meno significa meno di ogni cosa. La prossima volta che ti ritrovi a inseguire una posizione o un riconoscimento, prova a chiederti: questa cosa mi porterà veramente felicità e pace?

C’è una certa verità nel detto che ‘una vita semplice è una vita felice’. Se mi metto ad accumulare cose per il futuro, solo nell’ipotesi che possano servirmi, allora vuol dire che non ho fiducia. L’energia che mi serve per tenere insieme queste cose smette di fluire.

Bisogna che ci sia, sempre, la fiducia di ricevere sempre ciò che voglio, quando ne ho bisogno. E ciò significa sbarazzarmi delle cose che, al momento, non uso, affinché possano essere usate da altri e trarne beneficio.

Volere significa mendicare. Controlla quante cose chiedi questa settimana, invece di sentire di avere diritto a ciò che l’universo può offrirti.

Una buona strategia è quella di pensare ad una cosa che desidero e mantenere la fiducia e la certezza che tutto ciò di cui ho bisogno mi verrà concessa con grazia ed abbondanza. Continuare a chiedere con un sentimento di mancanza o di non meritare significa non fidarsi dell’universo e bloccare il flusso della sincronicità.

Quando mi rendo conto che sono io il protagonista del dramma della mia vita, non ho bisogno di volere. Posso vivere con la fiducia che tutto mi giungerà al momento opportuno. Non c’è bisogno di sentirmi insicura o timorosa. Sono completamente consapevole e meravigliata di come l’universo sia sintonizzato su ciò di cui ho bisogno. E più mi esercito in questi pensieri, più facile mi risulterà l’ottenere.

È Ora… di sentirci meritevoli e fiduciosi che le nostre necessità e i nostri desideri potranno essere esauditi. Se chiediamo e vogliamo, diventiamo mendicanti. Se sentiamo di averne diritto, diventiamo dei re.

Aruna Ladva

Fonte: http://www.rajayoganewsletter.com/blog/p/niente-da-volere.htm

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