Mauro Bergonzi: Il bacio della Presenza.

Il bacio della Presenza.

Domanda: Caro Mauro, ma tu credi veramente in quel che ‘predichi’? Te lo chiedo perché quello che trasmetti e riesci a far arrivare in profondità è così vibrante e penetrante! Non credo che riuscirebbe a far suonare tutte le corde che smuove se non fosse qualcosa di veramente sentito.

Mauro: In un recente sat-sang qualcuno mi ha chiesto: “Ma quello che dici, lo dici per esperienza diretta o solo intellettualmente?”

Rispondere alla tua domanda, come anche a quella, non è affatto semplice: potrei rispondere indifferentemente ‘si’ o ‘no’, ma in entrambi i casi non sarebbe appropriato.

Hai presente quando d’estate, in certe condizioni di calore, ti sembra di vedere dell’acqua in fondo all’autostrada? Se qualcuno ti chiedesse “Quell’acqua è dolce o salata?”, tu che cosa risponderesti? Entrambe le risposte non si applicano, perché quell’acqua è un miraggio.

Prendiamo le parole che hai usato nella tua domanda: “Tu credi veramente in quel che ‘predichi’”? Meno male che ‘predichi’ lo hai messo tra virgolette, perché io non predico, non insegno, non ho nemmeno un ‘messaggio’ da trasmettere!

La mia è una semplice espressione della Presenza, come il cinguettio degli uccelli o il rumore della risacca del mare. Non ha alcun senso, se non quello di manifestare la Presenza, come tutto ciò che accade, bello o brutto che sia.

Ci ‘credo’? Non ho alcun bisogno di crederci. Uno crede in qualcosa soltanto se ciò in cui crede non è presente o è nascosto.

Quando mangi un cornetto al bar, hai bisogno di ‘crederci’?
Quando piangi o ridi, hai bisogno di ‘crederci’?
Quando l’uccello cinguetta, ha bisogno di ‘crederci’?

La Presenza è l’unica cosa che c’è. ‘Mauro’ non può capirla, non può ‘crederci’. ‘Mauro’ non è nemmeno cosciente, perché l’unica coscienza è quella della Presenza che appare come Mauro, come te e come tutti gli altri.

Diciamo così: nel ‘film’ della vita di Mauro, a un certo punto, è apparsa una comprensione della non dualità. Quando la comprensione stessa è diventata obsoleta, la Presenza è apparsa nel suo insondabile mistero, eppure evidente nella semplice coscienza di esserci. La ricerca e il cercatore sono cessati (c’è voluto molto tempo perché Mauro se ne accorgesse!) e un senso di agio ha pervaso il ‘film’ della sua vita. Ma tutto questo (la comprensione, la cessazione del cercatore, il senso di agio) fanno sempre parte della trama del film: appaiono e scompaiono, perché l’unica cosa reale è la luce della Presenza che diventa il film.

Dunque una possibile risposta alla tua domanda potrebbe essere questa, tripartita:

1. Non ho bisogno di credere nella Presenza perché è l’unica cosa che c’è, sempre evidente.
2. Non credo a quello che dico quando ne parlo, perché nessuna parola e nessun concetto possono descriverla.
3. Non c’è alcun io-Mauro separato dal Tutto che possa crederci o non crederci: c’è solo la Presenza che appare come Mauro, come crederci o non crederci.

Infine una domanda: a che ti serve sapere se io ci credo o no? Non è forse una variante della domanda di quel signore al sat-sang, se cioè io ne ho esperienza diretta o soltanto una conoscenza intellettuale (come se potesse esistere una conoscenza non intellettuale)?

Non è come se mi chiedessi se sono ‘illuminato’ o no? Se ti rispondessi: “Si, ci credo perché ne ho esperienza diretta” (come se si potesse avere esperienza della Sorgente stessa di tutte le esperienze!), a che cos’altro ti servirebbe, se non a pensare: “Mauro ha realizzato qualcosa che io ancora non ho e che debbo raggiungere”? E immaginare questa differenza tra noi non rafforzerebbe proprio l’illusione della separatezza, il miraggio che ci siano due entità separate, due diversi personaggi del film, i quali invece,in realtà, sono fatti di una stessa luce, quella del proiettore?

La Presenza è al di là del credere o non credere, al di là del pensiero, dei concetti, delle parole e delle prediche. La Presenza è proprio qui, semplice, evidente, ma assolutamente niente può descriverla.

Quando non credi più a niente, quando smetti di definirla con qualsiasi nome (persino con ‘Presenza’, o ‘non dualità’ o ‘coscienza’), quando sei totalmente libera da ogni bisogno di comprenderla o raggiungerla, allora viene Lei da te e ti bacia sul naso.

Mauro Bergonzi

Fonte: il bacio della Presenza.doc

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