Bodhidharma: La natura della mortalità e della Buddhità.

La natura della mortalità è la natura della Buddhità.

“La natura dell’acqua è la natura del ghiaccio. E la natura della mortalità è la natura della Buddhità. Mortalità e Buddhità condividono la stessa natura […]. È solo a causa dell’illusione delle differenze che abbiamo le parole mortalità e Buddhità. […]

I mortali liberano i Buddha e i Buddha liberano i mortali. […] I mortali liberano i Buddha perché le afflizioni creano la consapevolezza. E i Buddha liberano i mortali perché la consapevolezza nega le afflizioni.

[…] I Buddha non diventano Buddha da sé; sono liberati dai mortali. I Buddha considerano l’illusione il proprio padre e l’avidità la propria madre. Illusione e avidità sono nomi diversi per mortalità. […]

Quando sei illuso stai su questa riva. Quando sei consapevole, stai sull’altra riva. Ma quando sai che la mente è vuota e non vedi apparenze, sei oltre illusione e consapevolezza. E quando sei oltre illusione e consapevolezza, l’altra riva non esiste. […]

Gli sciocchi di questo mondo preferiscono cercare i saggi chissà dove. Non credono che la saggezza della loro stessa mente è il saggio. […] I sutra dicono […]: «La mente è l’insegnamento». Ma gli uomini privi di comprensione non credono nella propria mente […]. Preferiscono cercare conoscenze lontane e desiderano oggetti materiali, immagini del Buddha, luci, incensi e colori. Cadono preda della falsità e smarriscono la mente nell’insania.

I sutra dicono: «Quando vedi che tutte le apparenze non sono apparenze, vedi il tathagata [appellativo del Buddha: il così arrivato]»”.

Cioè, quando vedi la realtà dietro le apparenze, vedi l’unica Realtà, il tathagata.

“Le innumerevoli porte che conducono alla verità vengono tutte dalla mente. Quando sono trasparenti come lo spazio, le apparenze mentali svaniscono.

[…] I saggi non considerano il passato. E non si preoccupano del futuro. Né si attaccano al presente. E, di momento in momento, seguono la Via” (dal Discorso del risveglio).

“Il metodo più essenziale, che include tutti gli altri metodi, consiste nel contemplare la mente. […] La mente è la radice dalla quale nascono tutte le cose. Se riesci a comprendere la mente, ogni altra cosa è inclusa. […] Coloro che comprendono la mente raggiungono l’illuminazione con il minimo sforzo. […] Ogni cosa buona o cattiva ha origine dalla tua mente. […]

Quando un grande Bodhisattva studia a fondo la saggezza perfetta, comprende che i quattro elementi [fuoco, terra, aria, acqua: gli elementi che costituiscono l’intera realtà] e i cinque offuscamenti [i cinque skandha, che compongono la persona, offuscando la sua vera natura: la forma, le sensazioni, le percezioni, le formazioni karmiche, la coscienza] sono privi di un sé personale. […]

Ogni cosa buona ha la consapevolezza come sua radice. E da questa radice di consapevolezza cresce l’albero di tutte le virtù e il frutto del nirvana. Comprensione è contemplare la mente in questo modo.

[…] La mente ignorante, con le sue infinite afflizioni, passioni e malvagità, è radicata nei tre veleni: avidità, rabbia e illusione”

Tratto dal Discorso dell’aprirsi un varco, attribuito a Bodhidharma.

Fonte: http://www.lameditazionecomevia.it/bodhidharma5.htm

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