Bodhidharma: Tutto è puro per i puri.

Tutto è puro per i puri.

“Se la tua mente è pura, tutte le terre del Buddha sono pure. I sutra dicono: «Se la loro mente è impura, gli esseri sono impuri. Se la loro mente è pura, gli esseri sono puri». E: «Per raggiungere una terra di Buddha, purifica la mente. Via via che la tua mente diventa pura, le terre di Buddha diventano pure»”.

Potremmo ricordare quel passo evangelico: “Tutto è puro per i puri”.

“Devozione significa venerazione e umiltà. Significa venerare il vero sé e umiliare le illusioni. Se puoi cancellare i cattivi desideri e nutrire i pensieri buoni, anche se non c’è niente di manifesto, è devozione. Questa è la vera forma della devozione”.

Un’idea quindi di devozione non esposta, non manifesta, ma tutta interiore, completamente intima. Devozione come ritorno a sé, venerazione di sé e svuotamento. La venerazione di sé è contemporaneamente umiliazione delle illusioni: quando riconosci il sé, il resto cade. L’umiltà non dice mai nulla, non si dichiara. Si nasconde, si fa silente. La devozione di sé è un lavoro in segreto, immanifesto.

“Fin quando sei turbato dai tre veleni [brama, rabbia e illusione] o da pensieri su te stesso, la mente illusa ti impedirà di vedere il Buddha”.

La Buddhità è un occhio pulito, che non guarda più la realtà attraverso i filtri della brama, della rabbia e dell’illusione e fuori dalla prospettiva egocentrica, sempre di parte, nel senso di parziale, non universale.

“Questa mente è la fonte di tutte le virtù. E questa mente è il principale di tutti i poteri. L’eterna beatitudine del nirvana ha origine da una mente in pace. Anche la rinascita nei tre regni [la terra, il paradiso e l’inferno] ha origine dalla mente. La mente è la porta su ogni mondo e la mente è il guado verso l’altra riva. Coloro che sanno dov’è la porta non si preoccupano di raggiungerla. Coloro che sanno dov’è il guado non si preoccupano di attraversarlo”.

Non c’è nulla da raggiungere. Semplicemente la mente va riconosciuta, è la porta. Non v’è da andare da nessuna parte. Non deve nascere alcuna preoccupazione per arrivare a un qualsiasi stato particolare. Nulla di speciale: la mente. È tutto lì: paradiso e inferno, una riva del fiume e l’altra, nirvana e samsara.

“Se riesci semplicemente a concentrare la luce interiore della mente e a contemplare la sua illuminazione esterna, farai svanire i tre veleni […]. Penetrare attraverso ciò che è mondano e vedere il sublime non sono più distanti di un batter d’occhio. La realizzazione è ora. Perché preoccuparsi dei capelli bianchi?”

Mente naturale e mondo sono all’unisono. Il loro rapporto è di pura trasparenza l’uno all’altra. Nel momento nel quale la luce della mente si riverbera nel mondo, i veleni scompaiono. Non c’è più dentro e fuori, la realizzazione è ovunque e sempre.

“Ma la vera porta è nascosta e non può essere rivelata. Ho soltanto accennato alla contemplazione della mente” (dal Discorso dell’aprirsi un varco).

Ma contemplare la mente non è realizzazione. È solo una scala utile, ma da dimenticare appena possibile. Realizzare è la via senza sentieri: nirvana è la fine di qualsiasi cartina geografica interiore. Contemplare la mente è qualcosa, ma tutto è segreto e mistero.

Brani tratti dalle opere attribuite a Bodhidharma.

Fonte: http://www.lameditazionecomevia.it/bodhidharma4.htm

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