Bruce Lipton: Intervista.

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Il Potere dell’Ambiente, delle Credenze e dei Geni: Intervista a Bruce Lipton.

D. : Domanda.
R. : Risposta.

D.: Considerata la stretta correlazione che c’è tra la malattia e l’uso scorretto della mente, quanto sono importanti, a suo parere, le tecniche di riprogrammazione dell’inconscio che si avvalgono della focalizzazione sul tempo presente per portare all’autoguarigione?

R.: Le mie ricerche hanno dimostrato che se abbiamo cellule identiche su tre provette di laboratorio, ed in ciascuna di queste provette la coltura è diversa, quindi l’ambiente in cui coltivare le cellule cambia, ossia, cellule identiche ma in humus diverso, si generano tessuti differenti, per esempio nel primo ambiente le cellule generano muscoli, nel secondo tessuto osseo e nel terzo tessuto adiposo. Ciò prova che è l’ambiente che controlla la genetica e non il gene. Se, per esempio, prendo cellule che provengono da un ambiente buono e le trasferisco in un ambiente non buono, esse si ammalano, se poi mi pongo la domanda: “che tipo di medicamenti devo somministrare alle cellule malate?”, la risposta è: “nessun medicamento” perché per farle guarire è sufficiente prendere le cellule dall’ambiente negativo e metterle in quello positivo. Un essere umano è dotato di 50.000 miliardi di cellule viventi, noi siamo queste provette da laboratorio coperte da cute, da pelle.

In effetti, come nell’esperimento, le condizioni chimiche del mezzo controllano, se vogliamo, il destino dell’entità, della cellula, in questo caso. Il mezzo di crescita, all’interno di quell’ambiente positivo che è il nostro corpo, è il sangue ed il sangue viene controllato dal nostro modo di pensare. Man mano che cambiamo la percezione della nostra realtà modifichiamo il mezzo di crescita, il nostro sangue, che a sua volta modifica la condizione fisica delle cellule. Quando ci innamoriamo secerniamo sostanze, ormoni quali la dopamina, la serotonina, l’ossitocina e gli ormoni della crescita che generano salute nelle cellule. Se siamo invece in uno stato di paura, chiaramente produciamo altri tipi di sostanze chimiche, per esempio gli ormoni dello stress, le quali riducono la capacità di crescere delle cellule.

Pertanto in conclusione, tutto dipende da come vediamo il mondo: se lo vediamo positivamente, produciamo sostanze chimiche che ci fanno crescere e ci fanno star bene, se invece lo vediamo in maniera negativa, produciamo sostanze chimiche che hanno azione contraria.

D.: Cos’è il karma, secondo lei, può essere considerato un programma?

R.: Quando sono diventato biologo, non credevo nella spiritualità, però ho imparato dalle cellule. Non esistono due organismi identici; infatti se prendo una mia cellula e cerco di innestarla nell’organismo di un’altra persona, esso la respinge perché non la riconosce come sua. Quindi a questo punto la domanda che ne deriva è: “che cos’è il Sé?”. Come dicevo, siamo tutti individui distinti ed unici, ciascuno dei nostri organismi contiene 50.000 miliardi di cellule, non esistono due persone identiche pertanto ciascuna delle nostre cellule è individuale. Sulla superficie della cellula vi sono diverse piccole antenne come quelle che utilizziamo per la ricezione dei canali televisivi, alcune di esse vengono studiate nella scienza e vengono chiamate “ricettori del Sé”. Quindi quando, ad esempio compiamo in medicina trapianti di organi, dobbiamo fare in modo che queste antenne siano più o meno simili o compatibili, in modo che l’organo non venga respinto da chi lo riceve. Se questi ricettori venissero tagliati, eliminati dalla cellula, quest’ultima perderebbe la propria identità e diventerebbe una cellula generica, dunque, essi recepiscono il Sé, l’identità.

Perciò la domanda da porci è: “quali sono i segnali che questi ricettori ricevono?” I segnali arrivano dall’esterno, non dall’interno, di conseguenza, la cellula è paragonabile ad una televisione munita di antenna. Immaginiamo che io sia la televisione che trasmette il programma Bruce, il programma arriva trasmesso dall’esterno, quindi, se io morissi la trasmissione Bruce sarebbe ancora in atto. Ed ecco la parte più importante, quando ho cominciato a prendere contatto per la prima volta con questo aspetto, con questa sfera della trasmissione, ovvero, l’aspetto spirituale, mi sono posto la domanda: “ma perché allora c’è uno spirito ed anche una parte fisica?” E la risposta mi è stata data dalle mie stesse cellule: se io fossi soltanto spirito quale sarebbe il gusto della cioccolata? Come apparirebbe un tramonto? E quali sarebbero le sensazioni quando ci si innamora?

Dunque, il corpo non è altro che una macchina di realtà virtuale, tutte le nostre esperienze sensoriali vengono dalle nostre cellule; lo spirito invia le informazioni che entrano nel nostro corpo e le esperienze del nostro corpo ritornano allo spirito. Per questo motivo, ciascuna vita individuale contribuisce a modificare lo spirito: questo è il karma e se comparisse sulla Terra un embrione che presentasse le stesse antenne delle cellule che avevo io, ciò vorrebbe dire che sarei ritornato sul pianeta sotto forma di reincarnazione. Se noi diventassimo consapevoli del karma, potremmo cambiarlo, trasformarlo istantaneamente e non sarebbero necessari anni per modificarlo.

D.: George Lakowskhy, lo scienziato russo degli anni ’30, afferma che la cellula è in grado di emettere ed assorbire frequenze. Vorremmo sapere se con l’epigenetica è possibile spiegare l’effetto delle tecniche vibrazionali come la biorisonanza e la radionica, e qual’è l’attinenza esistente fra le tecniche vibrazionali ed i precetti dell’epigenetica.

R.: L’informazione dell’epigenetica deriva da quelle antenne genetiche di cui parlavamo prima le quali, una volta messe in azione, inviano informazioni al gene e lo attivano. La scienza convenzionale ritiene che quello che attiva le cellule sia la chimica, oggi invece la scienza dimostra che l’energia, l’energia non fisica, è molto più potente nell’attivare quelle antenne di quanto lo sia la chimica.

Ad esempio la fisica dei quanti mostra che i segnali energetici sono più efficaci dei segnali chimici e nella medicina tradizionale oggi quasi esclusivamente ci si avvale dei segnali chimici. Questa è chiaramente la causa dell’influenza fortissima che ha l’industria farmaceutica che vende sostanze chimiche; se oggi le case farmaceutiche fossero in grado di mettere in una pillola, in una capsula, energia, avremmo modo di somministrarci energia.

Una storia analoga è quella dell’energia che usiamo per condurre la vita industriale, esistono alternative all’energia da fonti fossili, però dove sono? La risposta è che non è interesse delle lobby che vendono energia sotto forma di fossili andare a cercare o proporre energia non fossile, allo stesso modo, non è nell’interesse delle case farmaceutiche che vendono chimica investire nella ricerca per trovare le fonti energetiche per le terapie. Però presto si arriverà a questo.

D.: L’omeopatia si basa sull’idea dell’energia: il rimedio omeopatico è dato da un’infinitesimale quantità di sostanza più la dinamizzazione che stimola l’energia degli atomi dell’acqua, in questo caso è analogo il discorso che faceva prima?

R.: Proprio perché le molecole dell’acqua quando vengono scosse e vibrano trasmettono informazioni dall’una all’altra, quando introduco una minuscola quantità di sostanza chimica e poi la diluisco facendo vibrare le molecole dell’acqua, l’informazione viene trasferita ma, a quel punto, non vi è più traccia della sostanza chimica. Oltre all’aspetto fisico, anche il pensiero è legato all’omeopatia, ovvero interviene anche l’effetto placebo, per cui se ho pensieri positivi il rimedio omeopatico funziona, se ne ho di negativi neutralizzo l’effetto omeopatico.

Per esempio il Prozac, uno dei farmaci più venduti, un antidepressivo, negli studi clinici a doppio cieco che normalmente vengono effettuati, non ha assolutamente nessun effetto in più rispetto al placebo e ciò è dimostrato scientificamente al 100%. Quando vi è stata la diffusione di questa notizia, i mass-media si sono rivolti alle case farmaceutiche che avevano il brevetto ed hanno chiesto i dati di laboratorio degli esperimenti in doppio cieco, in caso contrario normalmente non viene data l’autorizzazione alla vendita del farmaco, ma le case farmaceutiche si sono rifiutate. Pertanto i mass-media si sono rivolti all’ente governativo in virtù della Freedom Information Act, che è una legge americana sulla libertà dell’informazione, soltanto quando il governo ha rilasciato queste informative, è stato dimostrato che l’effetto del Prozac è totalmente effetto placebo. Quindi, anche se un farmaco è efficace, se non credi nella sua efficacia, esso non funzionerà; al contrario, anche se è un farmaco inefficace, se credi nella sua efficacia, funzionerà: la credenza è al primo posto.

D.: In relazione, appunto, al principio di effetto placebo, secondo lei, prima o poi ci sarà una soluzione alla contrapposizione che esiste nel campo della medicina ufficiale: da una parte si dice che le medicine alternative non sono efficaci perché si basano solo sull’idea che possano guarire, e quindi in questo modo si afferma implicitamente che esiste l’effetto placebo, dall’altra parte si negano i metodi terapeutici basati sull’uso della mente. Questa contrapposizione sarà prima o poi sciolta?

R.: È una questione di soldi: i finanziamenti per la ricerca provengono dalle case farmaceutiche, come accadeva anche quando io, come scienziato, lavoravo all’università. Sappiamo che tutta la guarigione è determinata, da un terzo fino a due terzi, dall’effetto placebo, e sappiamo che anche gran parte dei risultati della chirurgia sono determinati dall’effetto placebo. Perché sviluppiamo questi convincimenti, queste credenze, perché la nostra cultura, la nostra società ha dato tale potere alla medicina tradizionale?

Perché da bambini, nel nostro sviluppo è insito il concetto del medico, in quanto quando il bambino ha la febbre gli si dice: “non ti ammalare altrimenti ti porto dal dottore”, questo sviluppa un convincimento nell’essere umano che dice: “il potere della guarigione non è mio, è stato dato all’autorità, al medico”.

Ciò ci conduce alla battuta umoristica che viene dalla domanda: “perché il bambino che viene portato dal medico, appena entra nel suo studio guarisce, oppure già lungo il percorso per andare dal medico gli sono passati tutti i sintomi?” Perché basta l’effetto placebo, basta pensare che stai andando dal medico per guarire.

Il potere della credenza è straordinario e nasce da questo ultimo concetto che abbiamo espresso, cioè dove noi abbiamo abdicato al potere, lo abbiamo dato all’autorità che ci rappresenta e ciò può produrre un effetto sia placebo che nocebo.

Quando il medico ti dà la cosiddetta prognosi che devi morire, in effetti muori, perché l’autorità ha emesso una sentenza e non solo una diagnosi, questa è la prova dell’esistenza dell’effetto nocebo. Il medico si comporta così perché, lui dice, per questioni etiche non può dare false speranze, però in realtà il risultato è un effetto nocebo.

D.: Cosa ne pensa del rapporto esistente tra l’epigenetica ed uno dei sette principi ermetici, cioè quello che afferma che tutto è “mente” e che l’universo intero è mentale? In qualche modo scientificamente, si può spiegare questo principio con le sue scoperte.

R.: La prima distinzione da fare è tra genetica ed epigenetica. Nella scienza genetica sono i geni che controllano le nostre caratteristiche, quindi noi non abbiamo scelto il nostro patrimonio genetico e siamo vittime della nostra ereditarietà, controllo genetico significa essere controllati dai geni. Nell’epigenetica ”epi” significa sopra, al di là della genetica: controllo epigenetico significa per definizione controllo al di sopra dei geni. Al di sopra del genetico si intende l’ambiente e la nostra percezione dell’ambiente, pertanto se noi potessimo controllare l’ambiente o la sua percezione diverremmo maestri dei nostri geni.

La differenza fra la vecchia scienza e la nuova scienza è che la vecchia ci rende vittime, la nuova ci rende padroni, dunque, i sette principi ermetici a cui lei faceva cenno fanno parte di questa nuova scienza, cioè la nostra capacità di essere padroni e controllare il nostro modo di pensare, significa che noi siamo al di sopra della genetica e possiamo avere influenza sui nostri geni. Chiaramente il cambiamento è straordinariamente profondo, da vittima a padrone.

D.: Sappiamo che non è facile da realizzare, ma non si potrebbe far attivare una sorta di divulgazione di questi concetti nei confronti delle giovanissime generazioni?

R.: Bisogna assolutamente cominciare con i bambini, appunto per questo è straordinariamente importante diventare conscious parenting cioè genitori consapevoli, ciò è in grado di plasmare il loro futuro. Quindi necessariamente i bambini al primo posto, soprattutto adesso che i giovani fanno sempre più fatica ad entrare nel sistema e si sentono emarginati. Questo diventa uno dei ruoli più importanti nel processo evolutivo, perché se tutti si aggrappano alla struttura, non possiamo cambiarla; il 50% degli esseri umani non si interessa di ciò, per noi diventa più semplice cambiare la struttura della civiltà.

Quello che dobbiamo dare è appunto questa conoscenza o consapevolezza, in modo da evitare di far sentire i più giovani smarriti.

Tutto è in decomposizione, sta sgretolandosi e questa è forse la cosa migliore che possa succedere, perché la scienza ci dice che sono proprio determinati comportamenti umani che ci stanno portando sull’orlo dell’estinzione. Il futuro dipende da nuove credenze e da queste dipendono poi le prossime generazioni e quindi i nostri figli, la paura, infatti, ci priva della salute e dell’intelligenza. Lo dice addirittura un celebre parlamentare britannico, Tony Benn, il quale afferma che i governi non vogliono assolutamente una popolazione di cittadini intelligenti e sani perché sarebbero più difficili da controllare. Siccome questo processo evolutivo è più rapido negli Stati Uniti, perché in questo momento la popolazione statunitense è la meno sana e la meno intelligente del mondo, dobbiamo prepararci al crollo del paese. Sia il dollaro che l’euro sono in crisi, stanno per sprofondare, e quando questo avverrà, le aziende che oggi ci controllano precipiteranno, questo aprirà le porte all’evoluzione, al passaggio da dove siamo adesso a dove andremo.

L’attuale momento è il clou di questo processo; quello che vorrei trasmettere è di non avere paura di tale sviluppo perché forse il crollo è la cosa migliore che possa succedere, però è necessario scollegarsi dalla paura perché essa che ci indebolisce.

Vorrei ringraziarvi per questa occasione particolare ed importante. La conoscenza è potere e la mancanza di conoscenza è mancanza di potere, voi persone meravigliose state portando conoscenza al mondo dandogli potenzialità e potere, per questo volevo ringraziarvi.

Grazie a lei, Bruce, per il suo lavoro e per la coerenza e la solarità che la caratterizzano.

Valentina Ivana Chiarappa

Fonte del Post: http://www.dionidream.com/intervista-bruce-lipton-potere-delle-credenze/

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