Chi è questo Osservatore?

Ma chi è questo Osservatore?

Parliamo, o abbiamo sentito parlare spesso dell’Osservatore. Ma chi è nella realtà? Tendiamo a pensare che l’Osservatore sia colui che osserva, quindi in definitiva noi stessi, ma ti stupirai nello scoprire che forse non ha alcun senso parlare di Osservatore.

Desidero partire da una bellissima frase di Søren Kierkegaard, un filosofo e scrittore danese vissuto nell’800:

“Ciò che si vede dipende da come si guarda. Poiché l’osservare non è solo un ricevere, uno svelare, ma al tempo stesso un atto creativo”.

Un atto creativo. Soffermiamoci su questo concetto e cerchiamo di capire cosa voglia dire osservare, così da riuscire a comprendere chi o cosa è l’Osservatore.

Chi segue questo blog avrà oramai sentito parlare innumerevoli volte dell’esperimento delle due fessure, attraverso il quale la scienza ha potuto elaborare una nuova visione del mondo, nel quale gli oggetti non esistono più a prescindere da chi li osserva, ma di fatto appaiono solo ed esclusivamente quando vengono osservati. Senza un’osservazione non esiste alcun mondo di cui fare esperienza.

Questo concetto è ancora oggi fonte di grandi dibattiti all’interno della comunità scientifica, perché è chiaro che se il mondo non esiste quando non viene osservato, viene da sé arrivare alla conclusione che è l’Osservazione, di fatto, a creare il mondo che vediamo. Per la scienza ufficiale questo va ben oltre ciò che può essere ritenuto accettabile, perché implicherebbe l’introduzione del concetto di creazione e, quindi, di essere umano come creatore del mondo, che al momento non può trovare un posto ufficiale all’interno del rigido e ingessato pensiero scientifico.

Però, piaccia o meno, di creazione si tratta. Senza l’osservazione non esiste alcuna materia, e quindi alcun mondo. E’ da qui che partiamo per arrivare a comprendere chi sarebbe questo fantomatico Osservatore.

Rileggete le parole che ho usato, perché hanno un preciso significato. Ho scritto che è l’osservazione a creare la materia. Perché non ho usato la parola ‘Osservatore‘?

Perché forse non esiste e stiamo per scoprire perché.

ATTENZIONE: Quello che segue non piacerà per niente al vostro ego, il quale, vedendo la sua esistenza messa in serio pericolo, introdurrà nella vostra mente il pensiero ‘sono tutte assurdità‘, facendovi credere oltretutto che siete voi a pensarlo. Se siete identificati con il vostro ego, il mio consiglio è di interrompere qui la lettura. Vi ho avvisato, non commentatemi poi che non potete credere a queste cose. Non siete voi a dirlo, ma il vostro ego. La disidentificazione inizia con il saper riconoscere la vera origine dei nostri pensieri.

Come due facce della stessa medaglia.

 

Partiamo allora dall’assunto (verificato attraverso esperimenti di laboratorio) che una particella appare solo quando viene osservata. Bene. Facciamoci ora qualche sana domanda.

Nel nostro ragionamento esistono tre entità apparentemente ben distinte:

La particella, l’osservazione e L’Osservatore.

Vediamo chi dipende da chi.

In mancanza dell’osservazione, l’Osservatore esiste? Naturalmente no. Non mi dite che un Osservatore esiste a prescindere dall’osservazione, perché state dando per scontato qualcosa che non lo è. Un Osservatore è tale solo quando osserva, altrimenti può essere qualsiasi altra cosa: un idraulico, un pompiere, una maestra, ecc.

Immaginate di arrivare sulla riva di un lago e di vedere un uomo in piedi vicino alla riva perfettamente vestito con pantaloni, giacca, ecc. Alla domanda “c’è un nuotatore?” l’unica risposta possibile è no, perché nel lago non c’è nessuno che sta nuotando. Se quella persona, ad un certo punto, si toglie i vestiti rimanendo in costume e si tuffa in acqua incominciando a nuotare, alla stessa domanda la risposta sarebbe sì, naturalmente. Il nuotatore è tale solo quando esegue l’atto di nuotare, altrimenti è qualsiasi altra cosa tranne che un nuotatore.

Lo stesso vale per l’Osservatore.

Vi sto annoiando? Spero di no, perché ora viene il bello. Quindi, se l’Osservatore esiste solo quando c’è un’osservazione, possiamo affermare che l’Osservatore dipende dall’osservazione. Probabilmente fino ad ora avete creduto il contrario, ma questo deriva dal fatto che tendiamo a dare per scontate cose che non lo sono affatto. Ci stiamo avvicinando a piccoli passi. Andiamo avanti.

L’altra domanda è: la particella esiste senza l’osservazione? Naturalmente no, ma su questo credo nessuno abbia qualcosa da ridire. Esistono esperimenti scientifici che ce lo dimostrano. Quindi anche la particella dipende dall’osservazione.

Bene. Se l’Osservatore e la particella esistono solo in presenza di un’osservazione, viene da sé che tutto ciò che esiste è appunto l’osservazione. E’ come una medaglia. Le sue due facce non possono esistere senza la medaglia stessa, e non possono quindi essere separate e avere esistenza autonoma. Avete mai visto la faccia di una medaglia senza la medaglia? Di fatto tutte e tre sono un’unica cosa, proprio come il nostro trio formato da particella, osservazione e Osservatore.

Esiste solo l’osservazione, quindi, o atto dell’osservare. E l’Osservatore? E’ solo una nostra supposizione credere all’esistenza di un Osservatore e di un oggetto osservato. Non hanno e non possono avere vita propria. Ci siete? Ripeto, non esiste nient’altro oltre che l’Osservazione (ora finalmente posso scriverla con la lettera maiuscola). In altre parole, diamo per scontata l’esistenza di cose che di fatto non esistono, ma in definitiva non viviamo in un mondo fatto di persone o di cose. Viviamo in un mondo fatto di eventi.

L’Osservazione è un evento ben preciso, in seguito al quale ipotizzaimo l’esistenza di un osservatore e di un oggetto osservato. Vi faccio un esempio.

Se guardo un bicchiere, tutto ciò che accade nella mia Coscienza è l’evento (o atto) dell’Osservazione, che mi fa fare l’esperienza dell’osservare un bicchiere. Tutto ciò che esiste è l’evento, perché nella nostra mente arriva solo il risultato dell’atto dell’Osservazione. Non può essere altrimenti, pensateci.

In seguito a ciò, però, noi immediatamente siamo portati a credere che esista un soggetto (noi stessi) che sta osservando e un oggetto (il bicchiere) che viene osservato. Ma sia il primo che il secondo, di fatto, non esistono, perché in mancanza di un’Osservazione, non potrebbero avere alcuna possibilità di esistere.

Capite quindi da dove arriva l’illusione dell’esistenza di un ‘io’ (al quale ci aggrappiamo disperatamente per costruire una nostra identità) e di un ‘mondo’ apparentemente distinti e separati? Non solo sono un’unica cosa, ma di fatto non esistono. Sono solo il risultato di una supposizione, fatta in base ad un unico evento, l’Osservazione, che è l’unica cosa che esiste nella nostra mente.

Quindi non siamo l’osservatore, perché questo è un concetto astratto, derivante dalla nostra (errata) supposizione che se c’è un’Osservazione, allora deve esserci anche colui che osserva. Ma se l’osservatore non ha un’esistenza propria, indipendente dall’Osservazione, chi siamo?

Siamo pura Coscienza, all’interno della quale accadono ‘eventi‘. Punto. Tali eventi possiamo chiamarli Osservazioni, se vogliamo, o usare qualsiasi altro termine, ma ciò che conta è comprendere che è l’unica, sottolineo l’unica, cosa che esiste.

Tutto il resto è il risultato di pure supposizioni. Chiamatele illusioni, se volete.

Paolo Marrone

Fonte: http://www.campoquantico.it/wordpress/ma-chi-e-questo-osservatore/

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