Coscienza dell’ Uno.

Terra x Blog + Nero 2015

Nessuno agisce eppure tutto si compie.

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“La Via è costantemente inattiva, eppure non c’è niente che non si faccia”. Tao Te Ching

In sanscrito e nel Vedanta, la Coscienza Impersonale è descritta qualche volta dall’espressione “Aham”: io sono. Per descrivere l’ego invece si usa la parola “Ahamkara”: Io sono colui che agisce. Non è di certo un caso che in sanscrito il Sé e l’ego abbiano la stessa radice “Aham” perchè come si è visto è proprio così: l’ego non è altro che una proiezione limitata dell’Uno che emerge quando avviene l’identificazione con un corpo. E’ anche significativo che ciò che distingue i due termini è semplicemente il suffisso: “-kara” che viene in genere tradotto come “agente” o “colui che agisce”.

L’ignoranza risiede proprio in questo senso di essere un individuo limitato che agisce, che cerca questo o quello, che vuole raggiungere ed ottenere, che si sente colpevole o meritevole di una qualche azione. La realtà è che esiste solo l’Uno che compie i suoi giochi attraverso miliardi di enti animati ed inanimati, coscienti ed incoscienti, compresi gli esseri umani.

Dunque solo se osserviamo il mondo dal punto di vista dell’individuo può essere ammessa una qualche forma di libero arbitrio. Dal punto di vista della Totalità della Vita esiste solo un immenso gioco cosmico che comprende l’espansione delle galassie, il moto dei pianeti, il susseguirsi ritmico dei cicli solari e delle stagioni, il moto delle maree, il comportamento delle piante e degli animali, ecc. In questo gioco divino anche l’uomo ed il suo agire non possono che essere parti integranti.

Quando cade il senso di un individuo che agisce, non rimane che un flusso di azioni senza centro determinate da una serie infinita di cause ed effetti. L’io, ridotto a semplice pensiero funzionale, non si riconosce più l’artefice di nessuna azione e la mente continua a prendere scelte ponderando i pro e i contro. L’unica differenza è che assieme alla coscienza impersonale emerge una totale libertà rispetto al risultato e gli effetti dell’azione perchè non c’è più nessuno che può sentirsi colpevole o meritevole per qualcosa. Rimane semplice coscienza dell’Uno che compie i suoi giochi attraverso un organismo corpo-mente. I pensieri emergono dall’Uno e tornano nell’Uno. Le scelte emergono dall’Uno e portano ad azioni che tornano all’Uno. In realtà pensieri, scelte, azioni non sono mai state altro che l’Uno che gioca con Se Stesso.

Il saggio semplicemente non è più identificato con il gioco individuale. Sa bene di non essere colui che agisce, è consapevole di essere l’Uno che sperimenta e agisce attraverso un organismo corpo mente in completa unità organica con la Totalità del cosmo. Ammette tuttavia che questo gioco ha una sua ragione pratica, dunque recita il ruolo di individuo senza più confondersi e perdersi in esso. Prende dunque scelte, si assume responsabilità, ma nello stesso tempo è consapevole che, qualsiasi siano le sue azioni e il loro esito non dipendono e non sono mai dipese da lui. Questo dona al saggio una leggerezza, una totale assenza di paure e sensi di colpa intrinsecamente legati all’illusione dell’individuo.

Il saggio è dunque “in questo mondo, ma non di questo mondo”, nel senso che accetta le regole del gioco individuale sul piano relativo, ma è in ogni momento consapevole che dal punto di vista assoluto non esiste altro che l’Uno a giocare con se stesso.

La mente del saggio non si perde più nei frammenti individuali, gioca con essi, ed è in grado di guardare alla Vastità, di meravigliarsi di fronte ad essa, di celebrarla continuamente nel cuore. La “sua” coscienza, sciolta l’identificazione con un individuo separato, ritrova la sua originaria espansione che corrisponde alla Totalità dell’Essere. Se il corpo e la mente degli esseri umani sono limitati, la coscienza che ci anima pervade l’universo intero.

Fonte del Post:https: //nonduale.wordpress.com/2010/06/06/nessuno-agisce-eppure-tutto-si-compie/

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