Dedicato ai ricercatori spirituali.

 

Dedicato ai ricercatori spirituali.

Se, leggendo il titolo, che più che un titolo pare un annuncio, hai cliccato su: ‘continua a leggere’ e sei arrivato qui, è possibile che tu consideri te stesso un ricercatore spirituale. Bella etichetta, vero? Già, perché, ti piaccia o meno, di etichetta, comunque, si tratta. O presumi sia la verità?

Hai provato un brivido lungo la schiena? Sarebbe fantastico… perché, grazie a quel brivido, l’ego si sarebbe esposto alla consapevolezza… magnifico! Nessun brivido? Non fa nulla, non è che siamo qui per provare brividi. E, non avere dubbi… vedrai che l’ego si manifesterà a modo suo, basta continuare a leggere.

Supponiamo dunque che tu sia un ricercatore spirituale… perché lo fai, o, se preferisci, perché lo sei? Cosa chiedi alla spiritualità? Cosa ti aspetti dalla ricerca? Ammesso che ti aspetti qualcosa o che chiedi qualcosa… non mi è dato sapere.

Ma la domanda resta… perché? Cosa ti ha spinto sul “sentiero”, sulla “via”?

Confido con tutto il cuore che tu ti sia già posto tali domande e, in caso contrario, confido con tutto il cuore che tu te le ponga, molto seriamente, ora. Prenditi pure qualche istante, o tutto il tempo che vuoi, prima di andare oltre con la lettura. È molto importante, anzi… è fondamentale. Indaga.

L’impulso alla ricerca, nella stragrande maggioranza dei casi, è dettato da una condizione di insoddisfazione o di turbamento o di sofferenza interiori, o di tutte queste condizioni insieme. Non è, ovviamente, obbligatorio, ma nella maggior parte dei casi avviene così. Ti torna?

Riusciamo ad essere sinceri con noi stessi? In caso contrario, l’unico risultato ottenibile non può che essere quello di darci una bella fregatura e continuare a menare il can per l’aia.

L’insoddisfazione, la paura, la rabbia, il turbamento, la de-pressione, la sofferenza sono una pessima compagnia per l’essere umano e, di conseguenza, non c’è nulla di strano se tale essere, giunto a sfinimento, provi a vedere se fosse mai possibile venirne fuori, anzi, direi che è per lo meno salutare.

Ma perché proprio la ricerca spirituale? Non sarebbe bastato recarsi da uno psicologo o da uno psicoterapeuta? Che cosa ha la spiritualità che la psicologia non ha? Fascino? Risposte? Garanzie?

Non sarà l’idea di poter avere un “rapporto personale” col divino? Con Dio? Accidenti… spariamo alto eh? Non sto affermando che sia così per forza, bensì che è fondamentale indagare sulle proprie istanze, magari anche quelle inconfessabili, interiori. Tutto qui.

Ebbene, utilizzare qualcosa con un fine, di qualsiasi cosa si tratti, equivale ad avere uno scopo precostituito e ad utilizzare un determinato mezzo per raggiungerlo. Questa modalità di comportamento non ha nulla a che vedere con l’Amore; sii certo e conosci questo nel profondo del tuo cuore.

Come sta il tuo ego adesso? Ringhia un pochino? Protesta? Si sente offeso o sminuito?

Vorrei raccontarti una storia d’altri tempi, tempi eroici, tempi di cavalieri senza macchia, indomiti, alla ricerca del Sacro Graal, a costo della propria stessa vita. Ma siamo nel 2019 e non abbiamo bisogno di ricorrere ad un remoto passato eroico. Ci basta restare qui, adesso, esattamente come siamo, qualsiasi cosa siamo, anche niente.

Se siamo alla ricerca di qualcosa per uscire da una determinata situazione o stato d’animo, non c’è ricerca vera e propria, ma desiderio di fuga… ed è l’ego che conduce la danza. Se impieghiamo un mezzo per raggiungere un obiettivo, non c’è Amore… ed è sempre l’ego a guidare la danza. Se vogliamo cambiare noi stessi, per essere migliori, per evolverci, poiché ci riteniamo “mancanti”, ci siamo giudicati e anche in questo non c’è Amore, né vera ricerca… e l’ego continuerà imperterrito a danzare sulle nostre inevitabili macerie.

La ricerca non ha uno scopo, non ha un obiettivo e, infatti, nemmeno bisognerebbe chiamarla ricerca… semmai Amore; e l’Amore o c’è, o non c’è… non si può fare proprio nulla per inventarselo. Solo tu puoi sapere, in cuor tuo, se Amore c’è o non c’è, solo tu puoi sapere se sei innamorato, oppure no.

Senti, in cuor tuo, che qualcosa non va? Che qualcosa non torna nel mondo? Che c’è qualcosa che determina sofferenza? Possibile. Che fare? Come trovare la pace? Come modificare la situazione?

Domande inutili. È la mente che risponderebbe e, non avendo dati sufficienti, essendoci troppe interrelazioni, cause, concause, conseguenze, nella sua colossale ignoranza non potrebbe che fornire risposte altrettanto inutili, o, se vuoi, inadeguate. Quindi?

Solo l’Amore potrebbe rispondere adeguatamente. Di conseguenza, se Amore non c’è, chiediti unicamente come mai non c’è. Questa, forse, potrebbe essere “ricerca spirituale” … cioè… come mai in me Amore non c’è? In che modo viene oscurato? Cosa l’oscura?

Tutto il resto verrà da sé.

E, comunque, prima di salutarci, lascia che ti ricordi qualcosa:

“Se Amore non c’è, quello che c’è è paura. Ma finché c’è Amore, la paura non ci potrà mai toccare… allora chiediamoci come nasce la paura… il resto verrà di conseguenza”.

Con affetto, Sid… Love*

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