Dove sono il tuo passato e il tuo futuro?

Il tuo passato e il tuo futuro? Sono Adesso.

Hai mai fatto caso al fatto che, quando due o più persone si incontrano per la prima volta – una potresti anche essere tu – tempo pochi minuti e iniziano a raccontare cose di sé, delle proprie esperienze, dei propri gusti, delle proprie credenze, convinzioni, desideri, obiettivi e cose di questo genere? Sì? No?

Esempio tipico è quando un uomo ed una donna – o due uomini o due donne – si incontrano, si piacciono e, come si suole dire, cercano di conoscersi meglio, per vedere se hanno o meno cose in comune. Ti sarà capitato, no?

Bene… la domanda che si pone, quindi, è: su che cosa basano questo desiderio di maggior conoscenza? Cosa intendono per “maggior conoscenza”? Attraverso quale “percorso” ritengono di poter giungere a tale conoscenza?

Se sei un attento osservatore, non dovrebbe essere difficile dare una risposta corretta. E la risposta è: attraverso tante belle chiacchiere. Ti torna?

Ecco che i due, a turno o, peggio, sovrapponendosi l’uno all’altro, iniziano con lo sciorinare una serie di “ricordi”, che vanno dal “mi piace la tal musica, guardo il tal genere di film, mi sono appassionato alla tal serie Tv”, al “credo o non credo in Dio”, “preferisco il mare alla montagna” o viceversa, “ho conseguito il tal titolo di studio”, “ho sempre sognato di…”, “credo – o non credo – nel matrimonio” e via dicendo; basta ascoltare o ascoltarsi e vedrai che potresti prolungare la lista degli argomenti a tuo piacere.

Uno egli aspetti che, in genere, non è compreso nella lista è quello che riguarda le proprie emozioni, i propri stati d’animo… e lo sai perché? Perché, contrariamente alle chiacchiere, ci renderebbero più “esposti”, più “vulnerabili” e, sempre in generale, questo proprio non piace un gran che. Lo si ritiene troppo “pericoloso”. Ed esporsi al pericolo non piace quasi a nessuno.

Con le chiacchiere, al contrario, ci si sente più al sicuro, ci si può elevare, ci si può vantare, si può, insomma, dare di sé un’immagine che, magari, non corrisponde esattamente alla realtà.

Riconosci questo atteggiamento nell’altro ed anche in te?

Questo accade perché le chiacchiere, o se preferisci, le parole non possono mai, in alcun modo, andare oltre una determinata profondità – facendoci sentire più al sicuro – mentre, al contrario, il sentimento, le emozioni sono senz’altro più intimi, quindi, più profondi e, appunto, più “scomodi” da gestire e controllare.

Ma quando ci raccontiamo all’altro, descrivendo questo o quel “gusto”, questa o quella credenza, questa o quella attività, dobbiamo necessariamente fare ricorso alla nostra memoria, alla nostra storia personale. Diversamente non sarebbe possibile.

Ciò significa che dobbiamo fare ricorso al nostro passato, alle nostre esperienze, piacevoli o spiacevoli che siano. E, se vogliamo arricchire la conversazione con la nostra visione del futuro, dei nostri desideri, sogni e progetti, ugualmente, siamo costretti a fare ricorso al nostro passato, per poi proiettarlo in un futuro in cui, si spera, queste visioni si possano realizzare, con o senza sforzo.

Sto dicendo cose a te sconosciute? Non credo proprio.

Ma quand’è che possiamo parlare del nostro passato, di quando, ad esempio, eravamo ancora dei bambini? Solo Adesso, solo Ora, solo Qui. E quand’è che possiamo tratteggiare un progetto futuro, un obiettivo da raggiungere? Solo Adesso, solo Ora, solo Qui. Non esiste altra possibilità.

Solo ora posso ricordarmi di dieci anni fa, solo ora posso ipotizzare cosa sarà di me tra dieci anni; in nessun altro tempo, in nessun altro luogo diverso dal qui. Ma non solo…

La “provocazione” che intendo portare va ben oltre. Mi spiego.

Solamente adesso puoi ricordare fatti o aneddoti di quando avevi 3 o 4 o 5 anni – se stai leggendo questo post ritengo che tu sia un po’ più adulto di un bambino di 3 o 4 o 5 anni – solo qui e solo adesso.

Questo significa che, nell’esatto momento in cui “estrai” il ricordo dal cilindro magico della memoria, la tua mente produce un evento “passato”, con annessi e connessi, del quale potrai parlare in compagnia… o anche solamente tra te e te. Non esiste nessun’altra possibilità; solo adesso, solo qui.

Questo non ti fa riflettere?

Mi sapresti dire quali garanzie hai che ciò che dici, a partire dal passato, sia reale? Mi sapresti dire se, veramente, esiste una cosa come il passato?

Certo, potresti rispondere che una volta eri alto 50 cm, poi, con gli anni sei diventato uno stangone… oppure potresti dire che hai frequentato le scuole elementari, poi le medie inferiori, dopodiché le medie superiori e anche l’università. Potresti raccontare che da ragazzo eri single, mentre ora sei sposato, hai due figli, uno di 5 e l’altro di 7 anni… eccetera eccetera.

Queste, potresti affermare, sono prove tangibili che il tempo esiste, che scorre dal passato al futuro e che, obiettivamente, anche il tessuto della tua pelle rispecchia il procedere del tempo. Quindi, tutto vero, tutto reale.

Ma dal momento che sono molto “molesto”, ti chiedo ora: quando puoi ricordare tutti questi passaggi vitali, che tu potresti definire come assolutamente reali? Non è sempre e solo ora e qui?

Solo ora puoi ricordare che eri alto 50 cm, solo ora puoi riconoscere che sul tuo viso sono comparse delle rughe, solo ora puoi affermare che hai frequentato le tali scuole… non prima, non dopo.

E chi ti ha detto che tutto ciò sia mai accaduto? Chi ti ha detto che non sia la mente a produrre memorie, momento per momento? Chi ti dice che tu abbia sul serio 20, 30, 50 o 60 anni? Solo la mente; non puoi produrre altra prova.

Potresti obiettare: “ma ho le foto di quando ero bambino, della nonna che non c’è più, ho il video del giorno in cui mi sono laureato, del giorno del mio matrimonio… come la mettiamo?”

Ti risponderei che puoi avere tutto quello che ti pare, ma solo qui e solo adesso puoi farne uso; non ieri, non domani, perché domani sarà comunque un altro adesso. In realtà, tutte queste “prove” possono esistere solamente adesso, possono essere prodotte solamente adesso.

Prova ad indagare… chiediti, se credi, quali prove hai della tua permanenza, escludendo la possibilità di fare ricorso alla memoria, cioè alla mente.

La mente, la memoria, ti suggeriscono che sei nato anni fa, che hai esperito una serie di esperienze, che hai conseguito una serie di risultati, che un giorno – possibilmente ancora lontano – incontrerai la morte.

Ma questa “narrativa” corrisponde al vero? E se, invece, esistesse esclusivamente un “attimo”, un solo istante che, però, si presenta come “il trascorrere del tempo” con tutte le sue “fiction”? Potresti escluderlo categorica-mente?

Come sempre, lascio a te la facoltà di indagare e risponderti, ovviamente se lo vorrai.

Con affetto, Sid… Love*

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