Eckhart Tolle: Al di là dell’Ego.

Terra x Blog + Nero 2015

Al di là dell’Ego.

(pag. 57-61) “La maggior parte delle persone è così completamente identificata con la voce nella testa, con quell’incessante flusso di pensiero involontario e compulsivo e con l’emozione che lo accompagna, che potremmo definirla posseduta dalla propria mente. Fino a che ne siete completamente inconsapevoli, credete che colui che pensa sia chi siete. Questa è la mente egoica. La chiamiamo egoica, perché vi è un senso del sé, dell’io (l’ego), in ogni pensiero, in ogni memoria, in ogni interpretazione, opinione, punto di vista, reazione, emozione. E, spiritualmente parlando, questa è l’inconsapevolezza.

Il vostro pensare, il contenuto della vostra mente, è ovviamente condizionato dal passato, dalla maniera in cui siete stati educati, dalla vostra cultura, dalla situazione familiare e così via. Il nucleo centrale di tutta la vostra attività mentale consiste in pensieri ed emozioni ripetitivi, in schemi reattivi con i quali siete fortemente identificati. Questa entità è l’ego stesso.

[…] Quando dite ‘io’, non siete voi ma è l’ego che parla. È costituito da pensiero ed emozione, con un insieme di memorie che identificate come ‘me e la mia storia’, di ruoli abituali che interpretate senza neppure saperlo, di identificazioni collettive come nazionalità, religione, razza, classe sociale, fede politica […]

[…] Una delle vie più efficaci per andare al di là del vostro ego, ma anche per dissolvere l’ego collettivo umano, è proprio il non reagire all’ego degli altri.

Quando siete in uno stato non reattivo, vi rendete conto che non vi è nulla di personale e allora potete riconoscere un comportamento dell’altro come un moto dell’ego, come una espressione della disfunzione della collettività umana. A questo punto non vi è più nessuna compulsione a reagire. Non reagendo all’ego, spesso potrete permettere all’aspetto sano dell’altro di manifestarsi. Questa è la consapevolezza incondizionata che si appone al condizionamento. Certe volte, però, dovete prendere delle precauzioni per proteggervi da persone molto inconsapevoli, e potete farlo senza considerarli dei nemici. E comunque la vostra protezione più grande è l’essere coscienti. L’altro diventa un nemico quando ne personalizzate l’inconsapevolezza, che poi è l’ego.

Non reagire è forza e non debolezza. Un’altra parola per la non reazione è il perdono. Perdonare è non vedere, o meglio guardare oltre; guardate oltre l’ego a quella parte sana che vi è in ogni essere umano, nell’essenza di lui o di lei. […]

[…] L’ego comporta inconsapevolezza. La consapevolezza e l’ego non possono coesistere. Il vecchio schema mentale, o l’abitudine mentale, possono ancora sopravvivere, riapparire per un po’, perché vi sono dietro migliaia di anni di inconsapevolezza collettiva umana, ma ogni volta che viene riconosciuta si va indebolendo”. […]

(pag. 71-80) […] “La consapevolezza è il potere che è nascosto nel momento presente. Ecco perché la possiamo chiamare Presenza. Il vero e ultimo obiettivo dell’esistenza umana, il vostro proposito, è portare quel potere in questo mondo. […] Solamente la presenza può liberarvi dall’ego, e voi potete soltanto essere presenti ‘Adesso’, non ieri e non domani. Solo la Presenza è in grado di sciogliere in voi il passato e trasformare così il vostro stato di coscienza.

Cos’è la realizzazione spirituale? Il credere che siete spirito? No, quello è un pensiero… La realizzazione spirituale è vedere chiaramente che ciò che io percepisco, sperimento, penso o sento non è chi sono veramente, e che non posso trovare me stesso in tutte quelle cose che costantemente muoiono…

[…] L’ego vuole sempre qualcosa dagli altri … e quando l’ottiene non è mai soddisfatto… L’emozione che sta dietro l’ego e che governa ogni sua attività è la paura. Paura di non essere nessuno, paura di non esistere, paura della morte. Ed ogni sua azione è in fondo progettata per eliminare questa paura. […]

[…] Il pettegolezzo ha spesso un elemento di critica maligna e di giudizio sugli altri, cosa che rinforza l’ego, grazie all’implicita, ma immaginaria superiorità morale, che c’è ogni volta che giudichiamo negativamente gli altri.

Se qualcuno ha di più, sa di più, o può fare più di me, l’ego si sente minacciato, perché il sentimento di essere da meno sminuisce il suo immaginario senso del sé nel confronto con gli altri. E allora può tentare di ritrovarlo criticando o sminuendo il valore delle cose, delle conoscenze, delle abilità degli altri; oppure l’ego può cambiare strategia e, invece di competere con l’altra persona, migliorerà se stesso associandosi con quella persona, se lui o lei sono importanti agli occhi degli altri. […]

[…] I tre predominanti stati egoici nelle relazioni sono: il desiderio, il desiderio insoddisfatto (rabbia, risentimento, recriminazione, lamentela) e l’indifferenza…

[…] Una persona timida, che ha paura dell’attenzione degli altri, non è libera dall’ego, ma ha un ego ambivalente che vuole e teme l’attenzione degli altri. Ha paura che questa prenda la forma della disapprovazione o della critica, qualcosa che, per così dire, diminuisca il senso del sé piuttosto che accrescerlo. […]

[…] Qualunque senso del sé concettuale – vedere me stesso come questo o quello – è ego, sia esso positivo (io sono il migliore) o negativo (io non vado bene). Dietro ogni senso del sé concettuale positivo, vi è la paura nascosta di non andare abbastanza bene. Dietro ogni senso del sé concettuale negativo vi è il desiderio nascosto di essere il più grande o il migliore. Dietro il sentimento di sicurezza e la continua necessità di essere superiori che ha l’ego, vi è la paura inconscia di essere inferiore. Di contro, il timido, l’ego inadeguato che si sente inferiore, ha un forte e nascosto desiderio di superiorità. […]

[…] Tutto ciò che avete bisogno di osservare e di sapere di voi stessi è questo: ogni volta che vi sentite superiori o inferiori ad un altro, quello è l’ego in voi”.

Echart Tolle
Tratto da: “Un Nuovo Mondo – Riconosci il vero senso della tua vita” di Eckhart Tolle.

Fonte del Post:  https://amicidimauro.wordpress.com/2011/03/09/al-di-la-dell%E2%80%99ego/

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